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RC-AUTO E BLOCCO TARIFFE
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Comunicato 
25 ottobre 2000 0:00
 


L'INUTILE BLOCCO, OGGI FINALMENTE CONDANNATO DALL'UE, FA TORNARE I PROBLEMI CHE, CON FAIR PLAY DA MONOPOLISTI, SI ERA FATTO FINTA NON ESISTESSERO. L'UNICA SOLUZIONE E' APRIRE IL MERCATO.

Firenze, 25 ottobre 2000. La Commissione Europea ha inviato all'Italia un avviso motivato perche', entro tre settimane, levi il blocco delle tariffe assicurative, cosi' come stabilito col decreto salva-inflazione dello scorso 28 marzo. Secondo la Commissione, l'Italia ha violato le regole del mercato interno, e se non le ristabilisce verra' aperta una procedura d'infrazione presso la Corte di giustizia europea.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
I nodi vengono al pettine. L'inutile blocco delle tariffe, che il Governo aveva deciso con un fair play da monopolista, riaccende due problemi, invece che uno solo: perche', oltre alle tariffe assurde del mercato assicurativo, oggi e' in discussione lo stesso comportamento anticomunitario del Governo che aveva proposto il decreto, e del Parlamento che lo aveva approvato.
E' bene ricordare che al blocco delle tariffe, era corrisposta anche la diminuzione di 1 punto percentuale (dal 12,5 all'11,5) del prelievo fiscale, come gesto di magnanimita' che solo un'arroganza monopolista poteva concepire in questa misura.
I risultati, inoltre, non sono assolutamente stati percepiti dai consumatori, perche' i prezzi esorbitanti dell'epoca sono rimasti tali, e per di piu' con l'imprimatur dell'ufficialita': il problema, infatti, non era bloccare gli aumenti, ma favorire l'apertura del mercato per nuovi e piu' aggressivi concorrenti, in modo che le tariffe diminuissero.
C'erano e continuano ad esserci zone d'Italia (Napoli -dove la situazione e' drammatica- e' solo la punta dell'iceberg) dove e' quasi impossibile contrarre una tariffa Rc-auto, e dove la situazione, dopo il blocco delle tariffe, si e' aggravata. Difatti, con il decreto, e' successo che il problema del livello delle tariffe e' stata rimosso, lasciato a se stesso, e -soprattutto- non facendo l'unica cosa che un Governo con propositi liberalizzatori avrebbe dovuto fare: levare tutti gli impedimenti alla deregulation del mercato, e, non ultima, la chiusura dell'inutile Isvap.
Ora siamo punto e da capo, con in piu' la figuraccia comunitaria e l'inasprimento del confronto con gli assicuratori che, convinti -a ragione- di aver subito un torto, si sono incarogniti e stanno rivalendosi con tutti i mezzi possibili contro le solite vittime, i consumatori. Prima di ristabilire la serenita' ci vorra' tempo, e l'occasione fornita dalla Commissione europea andrebbe colta al volo per rimettersi in gioco senza l'arroganza della decisione monopolista.
Ci rendiamo conto che, specialmente allo stato dei fatti, la soluzione non e' semplice e immediata, ma non c'e' alternativa: bisogna intervenire a monte, li' dove si forma l'offerta, e tagliare quei costi che la fanno lievitare. Ci si rendera' sicuramente invisi ad alcune categorie che in questa situazione ci marciano (i riparatori, per esempio), ma e' il prezzo da pagare.
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