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REGALI ALLE POSTE
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Comunicato 
3 luglio 1998 0:00
 


COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

IL GOVERNO REGALA SOLDI DEI CONTRIBUENTI ALLE POSTE SPA
INVESTIMENTI A RISCHIO GARANTITO E ASSOLUTO
L'ADUC DENUNCIA LO SPERPERO CON IL SOLO INTENTO DI CONTINUARE A CONTROLLARE LE POSTE FINTAMENTE PRIVATIZZATE

Firenze, 3 Luglio 1998. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che trasforma i crediti vantati dal Tesoro nei confronti delle Poste in patrimonio azionario delle stesse Poste spa. Le indiscrezioni parlano di cifre che vanno dai 3 ai 5 mila miliardi, tutte partite sospese tra Poste e Tesoro: erogazioni di pensioni e anticipazioni di tesoreria. In questo modo, la condizione fondamentale che l'amministratore delegato Corrado Passera aveva chiesto per avviare il piano di risanamento dell'azienda, e' stata esaudita.
"Altro materiale leccornioso per il commissario Ue alla concorrenza". Cosi' commenta l'Aduc per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito, che continua: "La procedura d'infrazione contro le Poste e lo Stato italiano che verra' aperta a meta' luglio dall'Ue, con questa decisione del Governo, ha ulteriori elementi perche' si concluda negativamente per loro, e smascheri il gioco da bari che stanno facendo nella privatizzazione del mercato del recapito postale.
Gia' nelle scorse settimane, quando le Poste hanno acquistato il corriere privato Sda, sempre con soldi pubblici, le intenzioni erano chiare: ammazzare il mercato, anche con la generalizzazione del pessimo servizio che forniscono.
Oggi il cerchio si chiude. Quale altra azienda privata italiana, in una voragine di debiti come le Poste, con un creditore -il Tesoro- che non rompeva piu' di tanto per esigerli (tant'e' che li investe a rischio garantito e assoluto), avrebbe avuto questa possibilita'? E' gia' successo, con sfumature diverse, per l'Azienda FS, ma non potrebbe mai accadere per un privato comune mortale. Quel che il ministro Franco Bassanini chiama "operazione a carattere prettamente contabile" per rassicurare che non ci saranno esborsi da parte dello Stato, serve solo a nascondere il fatto che gli esborsi ci sono gia' stati, e dell'entita' che dicevamo prima.
La nostra preoccupazione nasce dal fatto che, oltre a impedire l'espansione di un mercato monopolizzato dal loro pessimo servizio, non si intravede un cambiamento di rotta perche' questo servizio migliori: i soldi e le energie per il risanamento non vengono cercate al proprio interno, snellendosi per meglio muoversi in un mercato competitivo, ma sono invece contributi pubblici che, proprio perche' risanano il trascorso, invitano a continuare come prima. Infatti se prima la proprieta' era dello Stato, il fatto che lo stesso Stato oggi, invece che proprietario sia azionista, trasformando i suoi crediti in azioni che gli consentono il controllo totale dell'azienda (e comunque, per il controllo totale ci avrebbe pensato il meccanismo della golden share), non cambia nulla, ma gli da' solo una veste piu' moderna, ma non diversa.
Ma le lettere, arriveranno in tempo? Noi tifiamo per il commissario Ue alla concorrenza,
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