IL MINISTRO HA MESSO IL DITO SU UNA DELLE PIAGHE. L'ADUC LO INVITA A PERSEVERARE, ANCHE FINO A FARSI BUTTARE FUORI.

Firenze, 12 Maggio 2000. Tra i pro e i contro la ventilata ipotesi di un raddrizzamento della riforma sanitaria, interviene l'Aduc:
Peccato che ogni volta che si cerca un confronto per migliorare la qualita' di un servizio pubblico (obbligatorio, nel nostro caso), invece di farlo sullo specifico del contendere, da parte dei legislatori -di Governo come di opposizione- partano fendenti che lo spostano, e si minacci la distruzione di una maggioranza di Governo a vantaggio di una diversa, in cui chi ha piu' urlato dovrebbe/vorrebbe contare di piu'.
Cosi' il presidente Vincenzo Donvito, che continua: Ci sembra che il neo ministro abbia sollevato un problema di applicabilita' di una legge dove i doveri, per le carenze di strutture a disposizione, si trasformano in pene e mortificazioni professionali.
Noi siamo lontani dallo spirito della riforma dell'ex-ministro Rosy Bindi, cosi' come siamo lontani dai baroni della medicina che hanno sempre scambiato la sanita' pubblica come un loro terreno privato di caccia. Nello stesso tempo ci rendiamo conto che non e' questa la sede per articolare le ragioni su perche' vorremmo che l'utente potesse scegliere da chi e dove farsi curare, ma diamo merito al neo-ministro Veronesi di avere, quantomeno, messo un dito in una piaga, quella di leggi concepite a tavolino e date in gestione a equilibristi di maggioranze politiche, piuttosto che che a manager o aziende private che abbiano vinto una gara.
Non sappiamo quale capro espiatorio incarnera' il ministro Veronesi, ma se possiamo dargli un consiglio, e' proprio quello di perseverare, anche fino a farsi buttare fuori. Quel che la sua cacciata potra' significare (cosi' come fu a suo tempo per il ministro Ronchey ai Beni Culturali) ogni persona senza prosciutti sugli occhi lo potra' capire da se', contribuendo a ulteriormente smontare la sua fiducia nell'amministrazione dello Stato e del Governo.