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SVILUPPO INTERNET
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Comunicato 
31 gennaio 2000 0:00
 


RESTERA' AL PALO FINTANTO CHE I COSTI DI COLLEGAMENTO TELEFONICO CONTINUERANNO AD ESSERE PROIBITIVI.

Firenze, 31 gennaio 2000. Da piu' parti, vertice di Davos incluso, si e' individuato che la chiave dello sviluppo economico e' attraverso Internet. Gli investimenti, con conseguenti brillanti risultati, non sono lesinati: l'economia Usa, in particolare, e' tutta tesa in questo senso.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ma cosi' non e' in Italia. E sono tanti gli analisti e addetti del settore comunicazioni e informazione che lanciano il grido d'allarme, che rimane li', sordo, apparentemente inascoltato, mentre l'economia italiana non fa registrare i numeri dei cugini lontani dell'Ue; numeri che sono anni luce lontani da quelli dei parenti d'Oltreoceano.
L'unica cosa che in Italia si e' stati in grado di fare e' la nomina di un sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri che, per ora, nelle poche volte che l'abbiamo ascoltato, ci ha piu' che altro comunicato le preoccupazioni delle Istituzioni per cercare i nuovi strumenti di controllo giuridico, normativo e tecnico di Internet. Mentre, per ora, lo sviluppo e' affidato a campagne solidaristiche e pubblicitarie di questa o di quell'altra azienda, che male non fanno, ma sono una goccia rispetto alla sete tecnologica e di comunicazione che arde nelle gole dei nuovi consumatori e dei nuovi utenti.
Sembra quasi che tutti girino intorno al problema senza volerlo affrontare di petto: i costi della comunicazione telefonica, che per l'utente privato rimangono sempre proibitivi se di Internet se ne vuole fare un uso al di la' di quello ludico (su cui, comunque, arroghiamo lo stesso il diritto di non essere spennati dal fornitore di accesso telefonico).
Anche per le nuove tecnologie che dovrebbero rendere piu' fruibile Internet, succede lo stesso: l'associazione degli Internet provider ha lanciato un allarme finora inascoltato: l'unico fornitore di accesso ad Internet con il sistema Adsl -la Telecom- lo sta facendo con costi cinque volte maggiori di quelli medi europei, mentre i macchinari alla bisogna sono costosi e introvabili.
Se non si affronta questo problema (facendolo pagare essenzialmente a Telecom, che detiene le linee che sono state sue grazie al monopolio di cui ha goduto nel passato) tutte le parole dei vari ministri, sottosegretari e autorita', saranno discorsi della domenica ed elettorali. Il bizantinismo delle tariffe fa pari con il loro costo elevato. Sapra' l'Autorita' Tlc fare un colpo di reni rispetto al ruolo certosino di ragioniere della Telecom che fino ad oggi si e' ritagliato?
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PREZZI AL CONSUMO
I DATI MONCHI DELL'ISTAT CONFERMANO L'AUMENTO, CHE PER NOI E' 2,34%. SOPRATTUTTO CONFERMANO CHE DOVE C'E' LO STATO CHE GESTISCE I PREZZI SONO PIU' ALTI.

Firenze, 1 febbraio 2000. L'Istat ha diffuso i dati provvisori dell'inflazione durante il mese di gennaio: 2,2% in piu' rispetto ad un anno fa.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Dopo quello che hanno chiamato aggiornamento del paniere, questi sono i primi dati che vengono diffusi. E come sempre li prendiamo con le pinzette per diversi motivi, primo fra tutti l'assenza, nel calcolo, dei vari balzelli che hanno il nome di bolli, e la presenza di prodotti la cui popolarita' continua ad esserci ostica (cucchiaini d'argento e cucirini, per esempio), contrapposta ad altrettante nobili assenze (scarpe da ginnastica, soprattutto).
In questo caso ci preme sottolineare come al dato 2,2% dell'Istat, ci sembra piu' rilevante la media mobile, cioe' la variazione media di tutti gli aumenti, perche' al di la' dei parametri di calcolo dell'Istituto che poi portano al numero diffuso, nelle tasche quotidiane del consumatore e dell'utente fa piu' testo la "brutale" variazione degli aumenti. Il 2,2 diventa cosi' 1,89.
C'e' da stare piu' allegri? No, perche' a questo calcolo preferiamo farne anche un altro, escludendo l'unico comparto che ha un trend negativo, le Comunicazioni (-3,1), la cui performance non e' certamente tale grazie alle politiche del Governo nazionale e dell'Antitrust: segue un'onda che sta travolgendo le economie di tutti i Paesi, ma che qui e' contenuta perche' vecchi monopoli e nuovi oligopoli hanno ancora resistenti muri su cui quest'onda si infrange.
Ebbene, se escludiamo questo comparto e rifacciamo il calcolo con gli altri 11 rimasti (tutti in crescita, notare bene), l'1,89 di prima diventa 2,34%, andando anche oltre il 2,2 fornito dall'Istat dopo la completa elaborazione.
Da notare, infine, come tengono bene in alto i loro coefficienti di aumento i settori Trasporti e Abitazioni, acqua, elettricita' e combustibili. Quello dei Trasporti ci sembra il piu' significativo, perche', pur essendo un settore in crescita in tutto il mondo come le Comunicazioni, non subisce le stessa rivoluzione: mentre le Comunicazioni sono anche governate a livello transnazionale e in lotta contro le sacche di monopolio, i Trasporti sono un fenomeno governato a livello nazionale e saldamente in mano ad aziende controllate dallo Stato (tipo Fs), quindi i loro prezzi non rispondono al mercato, ma alle necessita' dello Stato di mantenerle in vita.
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