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TASSI MUTUI:
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Comunicato 
30 dicembre 2000 0:00
 

METTIAMO I PUNTINI SULLE "I"
LE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI NON RAPPRESENTANO 54 MILIONI DI ITALIANI E TRA ALFIERI DEI POVERI E ALFIERI DEI RICCHI -CHE STRAPPANO ENTRAMBI LA CERTEZZA DEL DIRITTO- C'E' LA SOLUZIONE CHE AFFERMA DIRITTO E CIVISMO. Firenze, 30 Dicembre 2000. E' bene specificare che la situazione e' molto meno delineata di quanto possa apparire, e, soprattutto, gli attori in gioco, hanno posizioni, metodi e obiettivi diversi.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Oggi, nell'informazione vige un metodo per quanto riguarda le associazioni di consumatori, e cioe' che quando una di esse si pronuncia su qualcosa, si fa intendere che sia una posizione comune a tutte o, peggio (e qui sta il tragicomico), comune a tutti i consumatori, cioe' 54 milioni di italiani.
E' successo anche per il caso in questione. Abbiamo da una parte i consumatori che difendono la sentenza della Corte di Cassazione e vogliono il maltolto (con metodi da falchi o colombe, non cambia la sostanza), e dall'altra il Governo, con il Governatore della Banca d'Italia e l'Associazione Bancaria Italiana. Quindi, da una parte minacce di mobilitazione che neanche la triplice sindacale oserebbe fare, e dall'altra silenzio, accapigliamento con i candidi del partito dei Verdi, e discorsi da liberali da salotto di qualche esponente dell'Abi.
Per meglio spiegare: e' come se, la piu' che quotidiana apparizione dell'on.Pierferdinando Casini fosse semplificata con qualcosa tipo "i partiti dicono" o "gli elettori dicono" ….. e questi ultimi sarebbero anche meno dei 54 milioni di consumatori ……
Quindi e' bene sapere che ci sono associazioni di consumatori, come la nostra, che hanno denunciato l'introduzione del tasso unico di Stato ammazza-mercato e che, per questo, non lisciano il sistema bancario che -in quei discorsi liberali da salotto che dicevamo prima- dicono altrettanto; ma noi evidenziamo la responsabilita' delle banche per averci portato a questa situazione: aver trattato il credito come fonte di guadagno da posizione di potere piuttosto che di capacita' imprenditoriale, porta all'impazzimento delle parti. Alcune associazioni di consumatori vogliono levare ai ricchi per dare ai poveri fregandosene se cio' sia fatto stracciando diritto e, soprattutto, certezza dello stesso (per cui alla fine del raccolto in guerra, non essendo sicuramente in condizione di sedere sul trono del nemico sconfitto, possono solo tornare a pugnare per il prossimo assalto alla diligenza dei ricchi e cattivi), e l'Abi che non gli par vero (con l'imboccamento del Governatore della Banca d'Italia) di cavarsela con qualche spicciolo per buttare acqua sul fuoco, grazie anche alla mediazione del Governo che, mai come in questa occasione, e' nei panni dell'utile idiota che, invece di rigore e diritto, ha orecchie solo per la piazza e il privilegio.
Quindi, mettiamo i puntini sulle "i", perche' a questo guazzabuglio straccia-diritto, ci sono soluzioni di lungo respiro, come la rinegoziazione dei mutui a tasso oggi usuraio a condizioni che recuperino anche un po' sul passato; e, soprattutto, lasciando le sentenze della Giustizia li' dove sono (senza modificarle per legge), a disposizione di chiunque volesse giurisprudenzialmente utilizzarle per far valere un suo presunto diritto in un nuovo giudizio. Nel contempo -e qui dovrebbe intervenire il Parlamento, quantomai il Governo- mettere mano alla legge sull'usura, perche', cosi' com'e', ha solo fatto aumentare il fenomeno legalizzando una categoria di cravattari (le banche), e non ergendosi a sanzionatrice di comportamenti lesivi del mercato e della concorrenza (le uniche condizioni che possono garantire qualita' e costi contenuti per il consumatore finale). E infine -sempre il Parlamento- dovrebbe metter mano a quell'anomalia che fa si' che il sistema bancario abbia un supervisor nella Banca d'Italia e non in una specifica Autorita' che verifichi la regolarita' del passaggio dal sistema monopolistico (che di fatto e' vigente) a quello di mercato.
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