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TICKET AL PRONTO SOCCORSO. UNA BUFALA. IL CASO LAZIO
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Comunicato 
4 gennaio 2007 0:00
 

Roma, 4 Gennaio 2006. Con la -ormai- famigerata Finanziaria, il Governo ha imposto un ticket di 25 euro per il ricorso al pronto soccorso per i cosiddetti codici bianchi, quelli dove non c'e' emergenza.
E' l'ennesima bufala che ci viene propinata. Vediamo.
Per classificare un codice occorre una visita al paziente, il quale successivamente sara' invitato a pagare. Se non ha i soldi occorrera' mettere in moto tutte le procedure amministrative interne ed esterne, compresa quella dell'ingiunzione di pagamento e del pignoramento dei beni. Se il paziente vuole pagare, occorre che ci sia una cassa aperta 24 ore su 24 in tutte le strutture sanitarie di pronto soccorso, anche quelle minori, il che si aggiunge ai costi precedenti. Tutto questo va oltre i 25 euro? Ad occhio e croce diremmo di si', i costi sopportati dalla amministrazione sanitaria saranno senz'altro maggiori. Allora a che serve far pagare una prestazione se l'insieme dei costi sostenuti dalla pubblica amministrazione sono maggiori della tassa di 25 euro? Emblematico e' il caso della regione Lazio. Nei primi 6 mesi del 2006 il ricorso al codice bianco riguardava il 14,3% delle prestazioni di pronto soccorso con un costo unitario di 41,3 euro (1), che andrebbe ad aggiungersi al costo di tutte le procedure amministrative di cui sopra. La regione Lazio non risparmiera', anzi dovra' affrontare ulteriori spese che graveranno sul bilancio regionale. Invece di puntare sul controllo della produttivita' delle strutture sanitarie, sulla scelta di manager professionalmente qualificati e sulla trasparenza dei procedimenti amministrativi, si sceglie la strada di una tassa iniqua ed inefficace.
Che dire, per un Governo che ha fatto del "sociale" un punto qualificante del suo programma non c'e' male!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc

(1) Dati Cisl Lazio
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