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UMTS: CHI PAGA?
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Comunicato 
24 ottobre 2000 0:00
 


CI SONO TUTTI I PRESUPPOSTI PERCHE' GLI UTENTI/SUDDITI CONTINUERANNO AD ESSERE I PAGATORI DELLE INEFFICIENZE IMPRENDITORIALI E TECNICHE.

Firenze, 24 ottobre 2000. C'e' chi spara contro (l'opposizione: che ormai e' come sparare sulla Croce Rossa), chi fa finta di niente (il Governo nel suo complesso), chi s'accontenta come il ministro Letta, chi gode di un sistema incapace che teoricamente gli consente di fare soldi (Tiscali soprattutto), chi -da buon conoscitore dei metodi, delle vicende e degli intrighi italiani, altrimenti detto "marpione"- sta buono buono e si prepara a fare man bassa (essenzialmente Tim e Wind/Enel), e chi -i consumatori- che si domanda chi paga e cosa succedera'.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Abbiamo gia' detto che non ci aspettavamo nulla da una finta asta, con finti concorrenti e dove la maggiorparte dei partecipanti prende ordini e soldi dallo stesso Stato/Governo che fa le regole del gioco: un quadro del processo italiano alla privatizzazione dell'economia, dove cambiano solo i nomi, ma non l'attore principale.
La Borsa di oggi e' abbastanza chiara: pochissimi investitori sono disposti a credere che l'UMTS sia l'investimento top. Uno dei perdenti (Italgas, della cordata Blu) e' addirittura in aumento, mentre gli altri sconfitti hanno perdite da trend quotidiano, e i vincenti, pur se in parte godono dell'assegnazione delle licenze, non hanno performance stellari. E' probabile che nei prossimi giorni si stabilizzino, anche se -per ben capire cosa questa "vincita" provochera' nei giochi del loro capitale- bisognera' aspettare qualche mese, quando i nodi verranno al pettine.
Intanto, dove le ditte vincitrici prenderanno i soldi, compresi gli interessi che dovranno sborsare alle banche, visto che le licenze sono solo pezzi di carta, e le reti invece dovranno materialmente essere costruite spendendo migliaia di miliardi? Ci sembra che potranno farlo solo con tagli radicali in altri comparti, scaricandolo, quindi, sull'attuale utenza.
In Germania, dove l'asta si e' conclusa circa 9 settimane fa, le ditte che dovrebbero installare le reti non stanno mantenendo gli impegni, per cui, per raggiungere una velocita' di trasmissione decente (2 megabit) ci vorranno anni. Chi paga nel frattempo? In teoria l'utenza, ma da un'indagine della Mobilcom, per arrivare ad un bilancio positivo nel 2007, bisognerebbe che ognuno dei suoi utenti spendesse 160 DM (160.000 lire) al mese in servizi di telecomunicazioni. Mentre Telekom tedesca valuta che, se anche tutte le famiglie dovessero aumentare significativamente e in breve tempo la spesa in prodotti Tlc, cio' non basterebbe a ripianare i debiti contratti dai 6 operatori per l'acquisto delle licenze (16,5 miliardi DM a testa).
In Italia ci sono i presupposti perche' vada in modo diverso rispetto alla Germania? Ci sembra di no. E chi paghera'? Crediamo che tutto il sistema delle telecomunicazioni ne risentira', e questo -considerato che buona parte degli attori di questo gioco sono lo stesso Stato italiano- significa che per questa inefficienza imprenditoriale e tecnica pagheranno gli utenti/sudditi.
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