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VATICANO E DROGA
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Comunicato 
20 ottobre 2000 0:00
 


E' DIABOLICO PERSEVERARE NEL SOSTEGNO A QUELLA POLITICA DEI DIVIETI CHE STA PORTANDO MORTE E DISTRUZIONE CIVICA ED ECONOMICA.

Firenze, 20 ottobre 2000. Ci saremmo aspettati un discorso piu' umano e comprensivo, meno demagogico e piu' pragmatico, ma abbiamo sbagliato. Stiamo parlando delle dichiarazioni del papa cattolico romano rilasciate nell'incontro del Giubileo della Comunita' Incontro. Sembra quasi che il capo dello Stato del Vaticano viva in una sua dimensione astratta e avulsa, fatta solo di ideologia buona che dovrebbe dominare il mondo. Sono le sue idee e, in quanto tali, gli facciamo onore e le rispettiamo.
Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Vogliamo solo ricordare a tutti quei politici che sono accorsi ad applaudirle e ad ascoltarle, e che nei prossimi anni, giocoforza, saranno chiamati ad esprimersi sul fenomeno droga che, se le leggi continueranno ad essere quelle attuali, il disastro umano, economico, sanitario e sociale disgregante che l'attuale approccio proibizionista sta perpetuando, diverra' un fiume in piena che travolgera' tutti. Perche' non e' vero, come dice il papa, che la droga non si vince con la droga: il solo fatto che, invece, cosi' e' dove la droga non e' proibita, dimostra il contrario. Non solo, ma un male (la droga, come dice il papa) e' tale solo perche' si vuole che continui ad esserlo: spesso il male e' cio' che si vuole sia tale, non cio' che e' per ognuno. Ci rendiamo conto che qui, oltre alla scienza, c'e' di mezzo la scelta dell'individuo, ma e' proprio li' il nodo: le scelte di liberta' sono sempre le migliori e le piu' durature.
Noi siamo stanchi di vedere tossicodipendenti che muoiono, galere piene di persone per reati correlati ad uso e spaccio delle droghe illegali, malavita che prolifera con questi traffici illegali, sicurezza delle citta' in costante pericolo anche per questo motivo, giovani che per farsi un innocuo spinello devono rivolgersi a chi cerca di vendergli eroina: una situazione che e' nata ed ha proliferato con le attuali leggi, che sono ispirate e messe in pratica seguendo le parole dei credenti del papa cattolico romano. Per questo ci si consenta di dubitare che la "ricetta" sia quella ricordata stamane al Giubileo. Sostenere che perseverare sarebbe diabolico -vista la dichiarata lontananza dal diavolo dell'interlocutore- dovrebbe quantomeno far fare un pensiero e una riflessione sulla fermezza di un approccio e di un'impostazione: soprattutto a chi, poi, si impegna con se stesso per tradurre queste cose in politica e governo.
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