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VIOLANTE ACCREDITA I NARCOTRAFFICANTI COLOMBIANI?
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Comunicato 
20 marzo 2000 0:00
 

LA LEZIONE DI PINO ARLACCHI CON L'AFGHANISTAN NON E' SERVITA?
COSA RACCONTERA' AI GIOVANI FERMATI A SCUOLA PER UNO SPINELLO, O IN DISCOTECA PER UNA PASTICCA DI ECSTASY?

Firenze, 20 Marzo 2000. Il presidente della Camera dei Deputati, Luciano Violante, in visita in Colombia, si e' incontrato con i dirigenti delle Farc, le forze guerrigliere che controllano un terzo del Paese e che finanziano la loro attivita' con la coltivazione della coca. La visita del presidente segue quella che le Farc avevano fatto di recente in Italia, dove furono ricevuti dalle piu' importanti autorita' istituzionali e dell'imprenditoria.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Apprendiamo che le intenzioni del presidente Violante sono di creare le condizioni per la pacificazione nazionale in quel Paese. Cosi' come apprendiamo che le Farc hanno accusato gli Usa del fatto che loro si finanziano con la coca: infatti nel Paese nordamericano si produce il precursore chimico grazie al quale dalla foglia di coca si ricava la cocaina. E apprendiamo anche che Luciano Violante ha concordato che la politica Usa di distruzione dei raccolti di coca non serve se non ad impoverire i contadini. E infine il presidente della Camera ha concordato con il portavoce delle Farc, una dichiarazione delle stesse Farc di condanna del narcotraffico, che lui presentera' alla nostra Camera.
Evidentemente la lezione del flop di Pino Arlacchi (vice-presidente Onu con l'incarico della lotta al narcotraffico) non e' servita. Il mega impegno umano e di denaro che Arlacchi dedico' all'Afghanistan per sradicare le coltivazioni di oppio da cui, poi, si ricava l'eroina, sono finite nel nulla. E anche in quell'occasione ci furono incontri e impegni -con pubbliche dichiarazioni- delle autorita' afghane contro il narcotraffico … per poi continuare -una volta intascati i soldi dell'Onu- a coltivare oppio e ad incrementarne l'esportazione, essenzialmente verso i laboratori dei Paesi dell'ex-blocco sovietico, dove viene trasformato in eroina, e instradato verso l'Europa.
In Colombia, pertanto, non ci risulta che le Farc abbiano bloccato la loro guerriglia -con sangue e morti quotidiani.
Il presidente Violante, sulle orme di Pino Arlacchi, cosa raccontera' ai quei giovani che frequentemente ama incontrare in Italia nei suoi giri per la penisola? Giovani che sicuramente si fanno spinelli a scuola o pasticche di ecstasy in discoteche che il ministro degli Interni vorrebbe militarizzate? Quale credibilita' puo' avere chi legittima i narcotrafficanti, il cui interesse e' -grazie al mercato clandestino- continuare a controllare il traffico delle droghe leggere per favorire il passaggio dei consumatori a quelle pesanti, piu' economicamente redditizie?
Potremmo capire il presidente Violante se a questa sua attivismo colombiano affiancasse quello di stimolo per l'approvazione di leggi che legalizzino tutte le produzioni e i commerci di droghe, cancellando ipocrisia e drammi civici e sanitari connessi. Ma, a parte qualche discorso domenicale del passato, il presidente Violante, sull'argomento, ha sempre la bocca e -soprattutto- "il fare" molto cuciti.
La politica del "fine che giustifica i mezzi" si e' persa nei meandri delle sconfitte umane e civili. Questo lo sanno bene i milioni di vittime che ogni giorno soffrono per il perdurare del mercato clandestino di sostanze che, se legalizzate, leverebbero la merce alla piccola e grande delinquenza, e -ma questo Violante, perche' non lo intuisce?- organizzazioni come le Farc si troverebbero a corto di denaro per armarsi.
Una riflessione che giriamo allo stesso Violante, ricordandogli che non ci sono piu' l'Unione Sovietica e la Libia che, al posto dei facili proventi del narcotraffico, si sostituirebbero nell'armare questa o quella guerriglia, ma continuano ad esserci migliaia di tossicodipendenti trattati come delinquenti e non come malati, e milioni di giovani criminalizzati per l'uso di sostanze che fanno quanto un bicchiere di vino.
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