Uno dei vulnus più significativi della nostra democrazia è rappresentato dal gigantesco problema delle c.d. "Autorità indipendenti" (Banca d'Italia, AGCM - cioè l'Antitrust - AGCOM, Consob, ISVAP, ecc. ). Da anni, queste autorità stanno acquisendo un potere sempre più significativo sia in termini di legislazione (sebbene non come fonte primaria, ma producendo comunque norme di fatto cogenti per i soggetti vigilati) che di poteri sanzionatori.
Chi controlla questi "controllori"? Di fatto nessuno.
Il presupposto teorico della sempre maggiore delega di potere a queste istituzioni dovrebbe essere l'indipendenza. Si ritiene, in teoria giustamente, che sia un bene sottrarre questioni molto specifiche e particolarmente delicate dalla sfera di competenza dei politici.
Il problema è che il presupposto dell'indipendenza sta via via venendo sempre meno in maniera inversamente proporzionale al potere che viene delegato a queste autorità.
Esse sono guidate ormai (in larga parte con alcune lodevoli eccezioni) da politici di secondo piano che non si pongono più neppure il problema dell'immagine nei confronti dell'opinione pubblica, per cui sono guidate esclusivamente da una logica di sotto-potere politico.
Ormai non si salvano più neppure le forme.
Un tempo le autorità si sforzavano quantomeno di apparire indipendenti, oggi non c'è più neppure questo "scrupolo". Un esempio clamoroso si è avuto ieri 14 dicembre.
Il 18 Novembre scorso il Consiglio dei ministri ha nominato
Giuseppe Vegas (viceministro dell'Economia) a capo della Consob, l'Autorità che dovrebbe vigilare sulla trasparenza e correttezza degli operatori finanziari (pochi giorni dopo la nomina è stata ratificata dalle commissioni parlamentari e l'insediamento formale è fissato al primo gennaio).
Già il fatto che un viceministro dell'Economia passi da questa carica a quella di Presidente della Consob
non è il massimo,
ma il fatto che il Presidente nominato di una autorità così detta indipendente vada in Parlamento a votare la fiducia al Governo ci sembra emblematico della decadenza del senso civico ed istituzionale di questo Paese.
Riteniamo che un atto del genere sia umiliante prima di tutto per le risorse umane che sono in Consob e che, mediamente, sono ancora di buon livello (sebbene da tempo i vertici stiano facendo il possibile per non avere di mezzo persone di livello con i quali -comunque- confrontarsi).
Con quale faccia il Presidente nominato della Consob si occuperà di questioni che interessano anche il Governo (in passato, ad esempio, il caso Alitalia) oltreché i risparmiatori?
Temiamo di sapere con quale faccia....