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Dazi versus dazi. Fin dove?
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
11 marzo 2025 16:03
 
  
E’ noto che gli Usa, per come dice il loro presidente che intende farli tornare “grandi” e non più sfruttati dagli alleati, sta imponendo dazi a chiunque, inclusi i Paesi più stretti alleati economici e politici. La risposta che mediamente viene decisa da questi Paesi è di mettere altrettanti dazi per le merci Usa che entrano nei loro territori.
Il Canada, per esempio, verso cui non c’è solo pressione economica ma anche politica per la sua annessione agli Usa, dopo il 25% di dazi imposti all’acciaio e alluminio che esporta verso gli Usa, ha messo altrettanta tariffa doganale sull’elettricità che esporta dall’Ontario. Affronto. E’ di poco fa l’annuncio che, se questa è la reazione canadese, i dazi Usa saliranno al 50%. Immaginiamo che i canadesi non potranno che fare altrettanto. E aspettiamoci ulteriori aumenti Usa, fino a quando sforate o raddoppiate le percentuali assolute (200% e oltre), si deciderà di chiudere qualunque import/export. Le ricadute sono facilmente immaginabili, su mercati e occupazione, etc.

Quando comincerà il balletto delle percentuali con l’Ue, anche se alcune indiscrezioni dicono che saranno percentuali diverse da Stato a Stato, aspettiamoci altrettanti numeri ballerini. Non c’è da pensare altrimenti, visto ciò che accade ora nei confronti dell’Ucraina, a cui gli Usa impongono di accettare la cosiddetta pace russa, al fine di spartirsi il mondo con Russia e Cina, o morire, anche fisicamente. 

La questione dazi, così come viene imposta, è semplice: non esiste reciprocità, ma solo sottomissione al più forte. Noi Ue stiamo prendendo un po’ di provvedimenti per farvi fronte, ma siamo ancora in alto mare, anche se non siamo in condizione di morire per mancanza di tecnologia, energia e cibo. Al momento vanno perfezionati gli aspetti politici e militari della nostra Unione, che sono quelli messi peggio rispetto a quelli economici. 

Crediamo che cittadini e consumatori, al di là della pubblicistica e propaganda, non ne siano ancora pienamente consapevoli, anche per il solo fatto che i ritorni di questa politica degli Usa che aspira a non essere più una nostra ala protettiva, non ci sono ancora. Anzi, si registra una sorta di inconsapevolezza dei nostri legislatori e governanti, più portati a fare il tifo o a denigrare gli Usa senza rendersi conto che quello che ci aspetta è quanto accade oggi al Canada.


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