Dopo la presentazione della legge di bilancio 2025, ancora molto dall’essere esplicitata e suscettibile di cambiamenti radicali fino al momento della sua definitiva approvazione, con precisazioni e dichiarazioni degli attori, si capisce ancora meglio la natura della stessa.
Quando il ministro dell’Economia, spalleggiato dai suoi colleghi, dice che non ci sono aumenti di tasse, senza prenderlo alla lettera (è pur sempre un ministro che in regime democristiano del secolo scorso avrebbe fatto carriera sfolgorante), commette quelli che, entrati nel nostro linguaggio e pensiero perché comunque siamo il Paese del Vaticano, vengono chiamati peccati veniali (di poco conto). Quello che cresce in tasse è robetta.
I problemi sono altri. E, per noi, molto più gravi.
Soprattutto che questa è una legge di bilancio senza nessuna aspirazione, neanche quelle bellicose che la presidente Meloni ci ha abituato ad ascoltare nelle sue dichiarazioni di guerra contro la sinistra e/o nella propaganda elettorale. Hanno rinunciato a se stessi e preferiscono galleggiare, rimandando al domani. Simbolo di questo rimando è il prestito di 3,5 miliardi che prendono da banche e assicurazioni e che dovrà essere restituito (2027) quando questo governo non ci sarà più…, e quindi problema dei successori.
Nel galleggiamento ci sono le conferme di quanto hanno già fatto in precedenza (tipo rendere stabili i tagli provvisori al cuneo fiscale) e il non continuare a creare concorrenza: faranno poi una legge ad hoc, ma non ci aspettiamo nulla,,, si pensi a spiagge demaniali e taxi; simbolo di rendite di posizione che avvantaggiano le corporazioni.. Quindi niente concorrenza che sarebbe l’unica che farebbe abbassare l’inflazione e i prezzi… mentre al governo fidano sul fatto che l’inflazione continui ad essere contenuta perché, mentre tutto cresce, il forte calo dei prodotti energetici (dovuto solo alle politiche Ue) crea equilibrio verso il basso. In questo, aiutati anche - per capire come funziona - dal fatto che, alla concorrenza che manca, di fatto continua ad avere spazio la corruzione: la vicenda dell’azienda di Stato Sogei e l’arresto del suo dg in flagranza di incasso mazzetta, è solo la punta di un iceberg?
Inoltre c’è la ormai imbarazzante questione della demografia. Pochi figli che, se per i più fanatici significa pericolo per l’etnia italiana (chissà qual è…), per gli economisti e politici delle nostre leggi di bilancio significa difficoltà per avere lavoratori e soldi per le pensioni di domani… entrambi alibi per non incrementare politiche di flussi migratori che incrementino le presenze legali per le nostre economie (mentre buttano via miliardi per farsi vedere bravi nel contrasto all’immigrazione clandestina). E sono decine e decine d’anni, governi di ogni tipo, che ci sono bonus per chi fa più figli, bonus che ora peròra e fa brillare anche la nostra presidente Meloni… quella vissuta e cresciuta per anni con “no ai bonus”. Le donne intanto hanno continuato a fare meno figli (siamo a 1,2 di natalità) forse perché - soldi (mancette) o non soldi- la famiglia non è più quella di un tempo e le esigenze e ricerca di felicità degli individui è per questi ultimi maggiore rispetto al piacere di far figli. Un esempio? Il Giappone, Paese che è tra i più anziani del mondo, sono più di trent'anni che prova a convincere di figliare (e con metodi molto più radicali dei nostri) e niente, non ci riesce.
Forse guardare al Pianeta (dove la popolazione è in crescita verso livelli che diventeranno a breve incontrollabili… e le guerre nascono anche da questo) invece che al proprio orto - giapponese o italiano che sia - farebbe comprendere dove e come affrontare il problema… ma forse su questo è più difficile prendere voti….
Comunque, la legge di bilancio, non è una schifezza, ma un nulla, in un futuro che non ci appartiene. Attrezziamoci per farci meno male.
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