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NAPSTER E DIRITTO DI AUTORE E DI SCAMBIO
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Editoriale 
1 agosto 2000 0:00
 
LA SENTENZA DI SAN FRANCISCO APRE PROSPETTIVE INTERESSANTI ANCHE IN ITALIA? COMINCIAMO MANDANDO A CASA IL MONOPOLIO DELLA SIAE .......

La sospensione/proroga del divieto di scambio di file musicali Mp3 da parte di Napster, decisa da un tribunale di San Francisco, apre un varco sul muro monolitico del diritto d'autore, cosi' come e' stato presentato per ottenere, negli Usa, la sentenza di sospensione, e cosi' come viene considerato, anche in Italia, con l'uso di quel mastino da guardia che e' la Siae.

Ci sono nuove frontiere del diritto che Internet ha aperto, che alla base hanno una constatazione di morte, quella del diritto d'autore.
Ve l'immaginate la Siae che chiude? :-) . Solo per questo ne varrebbe la pena.
Ma al di la' del marcio nostrano, il diritto d'autore e' morto nel mondo? E la sua difesa e' come quella dei maniscalchi dell'inizio del 1900 contro l'affermarsi del motore a scoppio?
L'alternativa? Vietare Internet? Ma -almeno su questo abbiamo una certezza: e' impossibile farlo.
Percio' una prece per il diritto d'autore?
Artisti, scrittori, scienziati, cantanti, inventori, pensatori, piccoli Gates ... il vostro mestiere vi dovra' procacciare soldi in modo diverso da come e' stato fino ad oggi: la posizione di rendita non e' piu' possibile?
L'era della liberta' comincia da qui: da qualcosa che sembra comunista (la proprieta' non esiste), ma non lo e' perche' non c'e' (per fortuna) uno Stato che ne fa le veci? E' qualcosa simile alle utopie di Bakunin e Cafiero, creato da chi lo ha fatto nel nome della proprieta' privata e dell'accumulazione del capitale? Quest'ultimo e' rimasto, ma la proprieta' privata, quella non materializzabile, si e' disgregata?
Sarebbe interessante e stimolante approfondire queste domande che ci/vi facciamo. Proprio perche' da un'ottica di diritti economici e diritti dell'individuo, quella di consumatori e utenti. Una sorta di premessa teorica allo sgretolamento delle certezze economiche del nostro tempo. Ma, per il momento, e' preferibile andare per gradi.

Una sentenza del genere, negli Usa, non e' una cosa lontana che non ci riguarda, specialmente nel settore dei diritti individuali e del mondo musicale. E' innegabile che e' un punto di riferimento, anche perche' lo scambio di file Mp3 non e' estraneo al nostro Paese, e non e' escluso che qualche casa discografica italiana si senta motivata a cercare di fare come la sua collega Usa: non sarebbe neanche tanto difforme da cio' che prevedono i nostri codici e, soprattutto, quella prassi che oggi e' affidata in gestione monopolista alla Siae.
Cio' che e' stato rilevante, per ora, a San Francisco, e' il fatto che da questo scambio di musica non c'e' un lucro. E quindi ci domandiamo, quale lucro c'e' quando vengono trasmessi brani musicali in feste o concerti gratuiti che, invece, devono comunque pagare una gabella forfaittaria alla Siae? La prassi e' che lo Stato, attraverso la Siae, considera lucro anche cio' che non a che fare con i soldi: considera un lucro, per esempio, il guadagno di immagine che la Pro Loco del paesello ha quando organizza una festa in piazza con il ballo liscio, e percio' gi chiede questa cifra forfaittaria per coprire i diritti d'autore che graverebbero sui brani suonati.
E' evidente che la sentenza di San Francisco ridicolizza questa prassi e il suo gabelliere, e apre prospettive interessanti per l'informazione (quindi non solo la musica) e lo scambio della stessa tra individui.
Il primo passo, a nostro avviso, dovrebbe essere l'abolizione del monopolio della riscossione e gestione del settore da parte della Siae. Questa liberalizzazione non e' nella tabella di marcia del Governo, rispetto agli impegni presi in sede comunitaria? Sappiamo che con la nuova legge sul diritto d'autore, approvata solo qualche giorno fa, il ruolo della Siae e' stato rafforzato e ampliato (con le gabelle anche sulle fotocopie degli studenti), ma ci sembra che il mondo stia andando in altra direzione.
(Vincenzo Donvito)

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