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RC-AUTO, MINISTRO ENRICO LETTA, DIRITTI SANITARI, MINISTRO UMBERTO VERONESI ... L'ADUC HA BISOGNO DEI CONSIGLI DI CHI CI LEGGE.
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Editoriale 
1 marzo 2001 0:00
 
Sono un grande ascoltatore delle dirette radiofoniche di Camera e Senato: ho la radio accesa come sottofondo alla mia attivita' quotidiana, e tra il distratto e l'attento riesco ancora a stupirmi di cosa succede a fine legislatura. Eppure non e' la prima volta che mi capita di ascoltare i lavori parlamentari in una situazione come questa ... ma ancora mi stupisco ... delle capacita' legislative del nostro organo supremo in materia. Mi lamento, pero', di non poter ascoltare le audizioni dei ministri o dei potenti del nostro Paese in questa o quell'altra Commissione, per cui mi devo accontentare dei resoconti/interpretazioni delle agenzie stampa o della lettura il giorno dopo di alcuni dei maggiori quotidiani.

E avrei voluto ascoltare l'audizione odierna (28 febbraio) sulle tariffe Rc-Auto del ministro dell'Industria alla Commissione Finanze della Camera, perche' dal tono di voce, probabilmente, avrei meglio compreso la capacita' recitativa del nostro, e se faceva ridere o meno gli astanti. Perche' Enrico Letta ha detto che il blocco delle tariffe di un anno (con la legge ad hoc i cui effetti scadono il prossimo 30 marzo) e' stato utile ed ha dato i suoi effetti, in quanto ha obbligato tutti a sedersi intorno ad un tavolo di discussione per trovare una soluzione, che per il nostro e' il disegno di legge per il risarcimento del danno biologico che, creando omogeneita' sul territorio nazionale, da' una forte raddrizzata ai settori con cui le assicurazioni hanno attribuito la ragione di rincari tariffari abnormi. E che le tariffe non dovranno aumentare al di sopra del tasso dell'inflazione (circa il 3%).
Questo, Enrico Letta lo diceva mentre il presidente dell'Ania (l'associazione di categoria delle assicurazioni) preannunciava aumenti dal 4 al 10%, e il nostro ministro ha continuato facendo appello alla responsabilita', perche' ci sarebbero tutte le condizioni per una concorrenza che dia i suoi effetti .... ma il mercato e' libero -ha concluso.
Che si puo' tradurre nel tradizionale "cazzi vostri!". Il primo aprile il Parlamento sara' in tutt'altre vicende affaccendato, le elezioni alle porte, nessuno che vorra' metter mano a qualcosa che impedisca la razzia del mercato da parte del cartello monopolista delle compagnie assicurative, le quali avranno un dente avvelenato per il blocco di un anno: la situazione, quindi, sara' peggiore rispetto ad un anno fa, quando fu fatto il blocco, perche' le parti sono piu' irrigidite per il blocco arbitrario grazie alla legge.
Il cartello monopolista era stato riconosciuto tale dall'Antitrust nello scorso mese di luglio, con una multa di 700 miliardi, che nessuno ha pagato perche' sono ancora in piedi i ricorsi, e soprattutto e' in piedi il cartello che, dal primo aprile, continuera' a funzionare facendo anche lievitare i prezzi. Perche' il ministro non e' intervenuto per l'esecutivita' immediata, visto il dolo persistente, della sentenza dell'Antitrust? Noi crediamo perche' avrebbe dovuto scontentare la corporazione degli assicuratori, e sotto elezioni e' bene non farlo, per cui ha scelto la presa di fondelli verso i consumatori, con il solito stile di far credere loro che la situazione e' migliorata ... tanto i consumatori (checche' ne pensino alcune associazioni) non potranno mai essere una corporazione (per fortuna!) e, tolte alcune rompiscatole come noi, le altre sono tutte alle sue dirette dipendenze del Consiglio nazionale delle associazioni di consumatori presso il suo ministero, e quindi pagate e tenute in vita dalla sua istituzione.

Grazie signor ministro, avevamo bisogno, a fine legislatura, di una ventata di fiducia e onesta' intellettuale, del suo richiamo alla responsabilita', e di sentirci trattare come sempre da suddito-scemo. Se dovesse capitarmi, signor ministro, siccome non voto guardando il partito ma la persona, e in parte questa legge elettorale mi consente di esprimere cosi' il mio voto, stia tranquillo, non faro' il segno sul suo nome: la rispetto profondamente nella sua veste di ministro, e le confesso che sono stato anche incuriosito dell'ampio parlare su di lei cosi' giovane e cosi' promessa della politica di Governo in Italia, ma la sua doppiezza di oggi, il suo disprezzo per l'intelligenza degli amministrati, il suo riempirsi la bocca con grandi e bei discorsi sul mercato e, avendone il potere, far tutto il contrario, proprio non l'ho digerito, e, credo, con me, i milioni di italiani che pagheranno di tasca loro il suo odierno inetto "beau geste" colloquiale su mercato e liberta' dello stesso.

E dopo l'arrabbiatura con il ministro Letta, ora me la prendo anche con Umberto Veronesi, il ministro della Sanita'.

Si' proprio lui, quello che ha fatto lo scherzo a Radio Vaticana dando al Corriere della Sera il testo di una sua intervista alla stessa radio dopo che (questa e' la mia interpretazione dopo aver letto le motivazioni ufficiali con cui il direttore di questa radio ha giustificato la non-messa in onda dell'intervista) aveva subodorato che non l'avrebbero trasmessa o l'avrebbero fatto strumentalizzando le sue posizioni sempre piu' frequentemente non in accordo con quelle ufficiali del Vaticano.

Me la prendo con lui, non tanto per le numerose "toppe" che ha preso tranquillizzando gli italiani sull'inesistenza nel nostro territorio del morbo della mucca pazza, ma perche' non ha abbastanza coraggio. Noi il ministro lo seguiamo spesso, anche fisicamente, perche' nelle varie conferenze stampa che tiene, cerchiamo di fargli esprimere quelle posizioni simili alle nostre che sappiamo fanno gioco alle nostre iniziative, ma sulla pillola abortiva RU486 (sulla cui introduzione stiamo da mesi raccogliendo le firme in una petizione sul nostro sito: http://www.aduc.it/RU486/RU486.html ), non riusciamo a fargli proferir parola. Bisogna riconoscere che non sempre e' lui che si tappa letteralmente la bocca (come ha fatto l'altro giorno a Firenze, durante una conferenza stampa, dove non ha risposto alle nostre domande e poi, in privato, con la nostra inviata, le ha fatto presente che non aveva "abboccato"), ma che e' circondato da una sorte di "cordone sanitario" che glielo impedisce: oggi a L'Aquila, sempre ad un nostro inviato, dopo che un altro ministro aveva interrotto la nostra domanda in quanto non pertinente al tema della conferenza, aveva deciso di rilasciare un'intervista a margine della stessa conferenza stampa, ma dopo la prima domanda, il suo addetto stampa ha bloccato il tutto perche' il ministro non era li' per quei temi. Potenza dei tappi del Governo e dei suoi "scagnozzi" che controllano i piu' birichini!

Ho voluto affiancare il ministro Letta a Umberto Veronesi per raccontarvi due facce della stessa politica: una doppia e l'altra disarmata, ma entrambe con i consumatori come vittime finali.

Prendiamo coscienza di questa situazione non per batterci il petto e urlare il nostro essere vittime, ma per meglio capire con chi abbiamo a che fare e quali sono i margini di proposta, manovra, pressione, lobby per ottenere quei risultati che dovrebbe farci vivere piu' consapevoli dei nostri diritti, e chiederne altrettanti dove ci sembra che non ci siano.
Una riflessione che affido a chi mi sta leggendo, perche' passi all'attivismo dei consigli e delle proposte verso di noi, che' cercheremo di concretizzarle.
(Vincenzo Donvito)

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