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Rendiconti costi investimenti: Consob, se ci sei batti un colpo...
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Editoriale di Alessandro Pedone
28 gennaio 2020 13:01
 
 L’esperienza dell’anno passato, relativa ai rendiconti sui costi nei servizi d’investimento, è stata a dir poco disastrosa. Riusciremo almeno a trarne profitto per questo 2020?
Vediamo.
A beneficio di coloro che non sono informati sulla questione ricordiamo che uno degli aspetti chiave della famosa (per alcuni famigerata) direttiva europea “Mifid 2”, cioè quella che si occupa di disciplinare il comportamento delle banche e degli intermediari finanziari quando vendono prodotti o servizi d’investimento, è la comunicazione obbligatoria da fare una volta all’anno relativa ai costi effettivamente sostenuti nell’anno precedente. E’ obbligatorio comunicare il dato complessivo, sia in forma monetaria che percentuale, cioè quanto è diminuito il rendimento annuo del portafoglio finanziario.
Ad inizio 2019 le banche hanno cercato di eludere l’applicazione della norma chiedendo, in modo “riservato” alla Consob una proroga. Un giornalista ha diffuso la notizia e la Consob, di fatto, ha risposto “picche” ed il 28 Febbraio 2019 ha diffuso un richiamo di attenzione nel quale impone alle banche di assolvere all’obbligo di legge.
Salvo qualche lodevole eccezione, il grosso delle banche per mesi ha fatto “spallucce” ed ha inviato i rendiconti con i costi effettivamente sostenuti solo agli italiani sotto l’ombrellone. Per essere proprio certe certe che una esigua minoranza leggesse il dato che contava, ovvero che mediamente gli italiani hanno speso tra l’1,5% ed il 2% dei loro sudati risparmi in servizi di cui non conoscono praticamente niente, hanno annacquato le informazione centrali all’interno di un fascicolo d’informazione di decine di pagine contenenti grafici, foto, noiosissimi riferimenti di legge, ecc.
Sappiamo che la Consob, ovvero l’autorità di vigilanza in materia, avrebbe aperto un’indagine conoscitiva su questa vicenda, ma al momento non c’è niente di pubblico.
A distanza di quasi un anno dal “richiamo di attenzione” Consob, dopo che il grosso dell’intero sistema bancario italiano, con fatti concludenti, l’ha presa a pernacchie, tutto quello che possiamo registrare è un silenzio assordante.
Ci domandiamo: esiste ancora un’Autorità di Vigilanza sulla Trasparenza dei mercati finanziari?
Dovremo, anche quest’anno, aspettare gli ombrelloni sulle spiagge per leggere i rendiconti sui costi sostenuti dagli italiani per i loro investimenti?
Dovremo subire ancora la beffa di vedere queste informazioni annegate in un mare di informazioni inutili?

L’Aduc, anche quest’anno, non resterà a guardare. Abbiamo aperto uno specifico web, Trasparenza Investimenti, dedicato a questo argomento e continueremo a chiedere agli investitori di farsi parte diligente e costringere i proprio intermediario a farsi dare le informazioni in modo chiaro e completo, così come prescrive la legge.
Visto che l’Autorità di Vigilanza, almeno al momento, non sta facendo il proprio lavoro, o lo sta facendo con tempi biblici, è indispensabile che ogni investitore faccia valere i propri diritti individualmente.  
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