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STATO ITALIANO E INTERNET
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Editoriale 
15 settembre 2000 0:00
 
Il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (Cesis: organismo che coordina i servizi segreti italiani, Sismi e Sisde) ha consegnato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e da questa al Parlamento, il 45esimo rapporto semestrale sulla politica informativa e della sicurezza. Tra le altre cose si evidenzia che in Internet la criminalita' organizzata elude i controlli, ed e' quindi una minaccia per la sicurezza nazionale.
A parte il fatto che saremmo curiosi di sapere quale sicurezza nazionale sarebbe garantita dai nostri servizi segreti e dallo stesso Cesis, viste le varie vicende in cui sembra che questi servizi facciano piu' che altro sforzi per mantenersi in vita piuttosto che badare all'Italia, ma -ammettiamo che non sia cosi'- e' sintomatico che proprio chi fa dell'attivita' spionistica (con tutti gli strumenti iper-sofisticati che da sempre utilizzano) la sua ragion d'essere, denunci di essere incapace di fronte alla diffusione di Internet, e quindi, pur se fra le righe, coglie occasione per lanciare il solito attacco al pericolo della Rete, perche' incontrollata e incontrollabile.
Crediamo che il connubio tra Stato ed Internet, nonostante alcuni siti istituzionali ben strutturati, sia ancora molto aleatorio: se i servizi segreti si dicono incapaci di far fronte alla criminalita' che usa anche Internet, e giudicano, per questo, la Rete un pericolo, la dice lunga sull'alfabetizzazione telematica delle nostre istituzioni.
Non solo, ma diventa anche la buona occasione per criminalizzare la Rete. Mentre da qualche parte si continua a trovare una Rete che e' giudicata tale solo perche' strabuzzante violenza pedofila, e mentre il presidente della Camera, Luciano Violante, racconta di comunicare attraverso la posta elettronica con i guerriglieri delle Farc colombiane (che un giorno si' e l'altro pure ammazzano qualche rappresentante istituzionale della Colombia, Paese che l'Italia sta ufficialmente aiutando per liberarsi dalla morsa del terrorismo), i servizi segreti -ufficialmente deputati alla sicurezza nazionale- si dichiarano impotenti di fronte a Internet.
Questo ennesimo episodio serve a capire meglio tutta una serie di ritardi sulla telematizzazione della struttura dello Stato, o, peggio, sulla sua finta telematizzazione: quante volte abbiamo ascoltato il ministro Franco Bassanini raccontarci che le sue famose leggi stanno facendo aprire questo e quell'altro servizio ... e andiamo sempre a far la coda per un certificato; o il Fisco che, col fiore all'occhiello delle dichiarazioni online, ogni tanto scopre questo o quell'altro baco nel suo programma di controllo?
Il problema, secondo noi, e' che la Rete si presta poco alla istituzionalizzazione di chi concepisce e gestisce l'amministrazione come l'orticello della sua parrocchia e il luogo della procrastinazione del suo potere. La rete e' essenzialmente il trionfo delle capacita' individuali nell'informazione a tutto tondo, dove il presupposto e' che davanti ad uno schermo ci sia una persona comunque adulta e responsabile. Il nostro sistema istituzionale, invece, e' concepito per un popolo di sudditi, che, di conseguenza, mal si armonizza con i goffi e sempre tardivi tentativi di internettizzazione della comunita' civica. Il rapporto del Cesis e' solo l'ennesimo specchietto.
(Vincenzo Donvito)

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