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Trasparenza nei servizi d’investimento, un tema sempre più rilevante
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Editoriale di Alessandro Pedone
22 ottobre 2019 16:52
 
 Finalmente il problema della trasparenza, in particolare sull’aspetto dei costi, nei servizi d’investimento sta diventando sempre più un tema dibattuto, sebbene non ancora a sufficienza da rendere gli investitori effettivamente informati e consapevoli.
Del tema se ne parlerà anche domani, 23 Ottobre 2019, a Borsa Italiana in occasione di Trading Online Expo. Massimo Scolari, presidente di Ascofind, terrà una relazione sul tema “La trasparenza dei costi nella Mifid2 e le commissioni dei Fondi”.
Fra le tematiche che verranno affrontate vi sarà un’interessante comparazione con altre nazioni europee come: Olanda, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna.

Perché la questione dei costi è così particolarmente rilevante in finanza?
Molti investitori non esperti pensano che i costi non siano poi un aspetto così centrale: “ciò che conta veramente è il servizio che si riceve, non quanto costa”.
Questo modo di pensare è apparentemente sensato e logico, in realtà denota una scarsa conoscenza del mondo degli investimenti finanziari.

Il vero problema, infatti, è capire cosa si sta pagando con con quel prezzo.
Mediamente, gli italiani che si affidano al risparmio gestito pagano circa il 2% di ciò che investono.
Ciò significa che chi ha 100.000 euro investiti paga, mediamente, due mila euro all’anno.
Qualcuno, ovviamente né pagherà mille, altri ne pagheranno quattromila.

La domanda è: qual è il servizio che l’investitore riceve a fronte di questo costo?

La maggioranza degli investitori valuta il servizio in funzione del rendimento ottenuto. Credono che il compito della propria banca sia quello di far rendere “il più possibile” il proprio denaro.
In sostanza l’unico servizio vagamente percepito dai clienti è quello dei money manager.
Ecco il problema! Del costo che gli italiani pagano, circa un quarto, cioè la metà della metà, va al servizio che gli italiani percepiscono mentre circa tre quarti va a retribuire la rete commerciale che vende questi prodotti. Il grosso del costo viene giustificato da una presunta “consulenza” che in realtà è solo un’azione commerciale.

Per questo la trasparenza nei costi dei nei servizi d’investimento è così fondamentale. Far conoscere agli italiani quanto realmente spendono per la gestione dei propri risparmi potrà far emergere finalmente la qualità del servizio di consulenza che ricevono.
Non è tanto e solo una questione di spendere meno, quanto quello di pretendere un servizio adeguato rispetto a quanto effettivamente si spende.
Il primo passo, però, è conoscere effettivamente quanto si spende.
Dai primi risultati che stiamo ricevendo alla nostra recente iniziativa in materia, “Test Trasparenza”, la quasi totalità di coloro che rispondono (al netto dei promotori e dipendenti bancari che compilano incomprensibilmente il test, fra l’altro con il proprio nome), non sa di aver ricevuto il rendiconto con i costi o dichiara di non essere in grado di estrapolare il dato del complesso dei costi pagati!

La trasparenza non può che iniziare dalla conoscenza del costo pagato. Un settore nel quale la grande maggioranza dei clienti dichiara di non sapere quanto effettivamente ha pagato dimostra di avere un grado di trasparenza sostanziale gravemente insufficiente.
Visto che le norme, formalmente, esistono è indispensabile che le autorità di vigilanza prendano tutti i provvedimenti necessari affinché diventino concretamente efficaci.
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