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 ITALIA - ITALIA - Bonifici istantanei. Resistenze e costi delle banche
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9 febbraio 2023 9:15
 
La Commissione Ue e la Bce spingono per aumentare l’uso dei bonifici istantanei, con cui è possibile trasferire denaro in meno di 10 secondi, a qualsiasi ora, 365 giorni all’anno.
Le proposte di Bruxelles sono state accolte “con forza” dalla banca centrale in un parere firmato dalla presidente Christine Lagarde.
Le banche invece si sono mostrate critiche, in particolare sui tempi richiesti e sull’obbligo di far pagare la stessa cifra dei bonifici ordinari.
Lo scrive MF-Milano Finanza aggiungendo che oggi soltanto l’11% dei bonifici in Europa è istantaneo.
Eppure la struttura per usarli esiste da tempo, è efficiente ed economica. Ogni operazione costa circa mezzo centesimo di euro alle banche.
Lo schema Sepa Instant Credit Transfer (SCT Inst) è nato nel 2017, mentre è stata avviata dal 2018 l’infrastruttura Tips dell’Eurosistema, nella quale ha un ruolo importante la Banca d’Italia.
Ci sono così le condizioni per un maggiore utilizzo dei bonifici istantanei, ma oggi anche alcuni ostacoli, secondo la Commissione Ue.
Innanzitutto per le transazioni occorre che il servizio sia fornito dalla banca pagante e anche da quella ricevente: perciò oggi circa un terzo dei Psp (Payments Service Providers) non offre la possibilità.
Inoltre per Bruxelles non ci sono in certi casi sufficienti garanzie contro frodi e errori nei pagamenti. Infine i consumatori sono disincentivati dagli alti costi richiesti oggi dalle banche per i bonifici istantanei. Si arriva anche a 7 euro ad operazione, mentre quelli ordinari sono a prezzo basso o gratuiti.
Sulla base di queste considerazioni, la Commissione Ue ha proposto che tutte le banche debbano offrire pagamenti istantanei, e a un costo che sia uguale o inferiore rispetto a quelli ordinari.
Inoltre i Psp devono controllare che l’Iban corrisponda al nome del beneficiario del pagamento (per impedire frodi) e fare il controllo quotidiano perché non siano coinvolti soggetti sottoposti a sanzioni.
La Bce ha osservato che i pagamenti istantanei “non sono diventati la normalità, come ci si sarebbe potuto aspettare” e ha sottolineato che “è essenziale affrontare il problema della frammentazione”, visto che “l’offerta di pagamenti istantanei non è disponibile in tutte le giurisdizioni Sepa allo stesso modo”.
Sui pagamenti è stato fatto il tentativo di Epi in Europa, ma è di fatto naufragato nonostante gli sforzi delle banche francesi per rilanciarlo.
La Bce in ogni caso ha condiviso tutte le proposte di Bruxelles. Le banche invece hanno espresso perplessità. La normativa sui pagamenti istantanei “richiede investimenti e adattamenti significativi da parte dei Psp, in particolare delle banche”, secondo la Federazione Bancaria Europea.
“L’invio e la ricezione di pagamenti istantanei richiede modifiche all’elaborazione dei pagamenti, alla gestione della liquidità, alla rendicontazione, alla rilevazione delle frodi e ad altri aspetti che devono essere eseguiti in tempo reale.
La più ampia adozione dei pagamenti istantanei pone anche delle sfide alla capacità delle infrastrutture di gestire elevati volumi di transazioni in tempo reale”.
Per l’Abi “l’attuale proposta legislativa è troppo ampia e sproporzionata rispetto agli obiettivi vuole raggiungere”.
Inoltre, “alcune delle misure proposte vanno contro la libertà dei Psp di determinare la propria offerta di prodotti”.
Assieme al tema dei prezzi, l’Abi ha posto anche quello delle tempistiche, chiedendo 12 mesi (invece di 6) a partire dall’entrata in vigore della legislazione Ue, che dovrà essere discussa da Parlamento e Consiglio Ue.
Secondo le banche, inoltre, sarebbe meglio dare la priorità ad alcuni progetti in tema di pagamenti, considerando la limitata capacità di investimento.

(Think Tank quotidiano del 09/02/2023)
 
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