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 USA - USA - Cannabis e salute cardiovascolare. Non ci sono evidenze
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Notizia 
15 gennaio 2021 14:39
 
Introduzione
Il consumo di marijuana è aumentato di circa il 16% dal 2006, circa 200 milioni di persone nel mondo. Visto il vasto consumo, gli effetti a lungo termine sulla salute cardiovascolare sono in gran parte sconosciuti. Studi precedenti hanno avuto risultati contrastanti.
Metodi
Utilizzando il database BRFSS (Behavioral Risk Factor Surveillance System), i pazienti (Esclusi i minori di 18 anni o per scarsità di dati) hanno risposto ad un questionario relativamente al 2017. Potenziali fattori confondenti: età, sesso, razza/etnia, indice di massa corporea, reddito, esercizio fisico, uso di tabacco, consumo di alcol e depressione. È stata condotta un'analisi bivariata sull'associazione iniziale tra marijuana e malattie cardiovascolari, quindi una di regressione multivariata per correggere i fattori confondenti. Quindi gli odds ratio e gli intervalli di confidenza al 95%.
Risultati
56.742 i soggetti coinvolti. L'analisi bivariata non aggiustata ha mostrato una ridotta prevalenza di malattie cardiovascolari in chi consuma marijuana (OR 0,65, IC 95% [0,50-0,84]). Dopo l'aggiustamento con variabili aggiuntive, c’è stato un odds ratio simile, ma la significatività statistica è andata persa (OR 0,74, IC 95% [0,54-1,01]).
Discussione
Una revisione sistematica di Ravi et al nel 2018, sull'uso di marijuana e i rischi cardiovascolari e gli esiti clinici, ha concluso che non c'erano dati sufficienti per dedurre effetti cardiovascolari negativi a lungo termine. Per il nostro studio, quindi, il consumo di marijuana non si associa a malattie cardiovascolari. Il fatto che il nostro campione si sia ridotto da 67.974 a 56.742 soggetti, potrebbe aver influito sulla significatività statistica dei risultati.
Conclusione
Sebbene per la letteratura esiste un impatto negativo sulla salute cardiovascolare, il nostro studio suggerisce che consumatori e non di marijuana non hanno associazione con la prevalenza di malattie cardiovascolari. Sono comunque necessari ulteriori studi.

Per approfondimenti

(da Cureus.com del 03/12/2020)
 
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