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 ITALIA - ITALIA - Canoni demaniali idrici Toscana. C'e' tempo fino a novembre
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Notizia 
8 agosto 2017 14:11
 
Sul demanio idrico, quello che interessa fiumi, laghi e le aree immediatamente attorno, si cambia ancora. Cambiano regole e canoni per l'utilizzo e l'occupazione, che per molti piccoli concessionari si faranno più lievi. Le novità che hanno ricevuto il via libera della giunta regionale sono il frutto di lavoro serrato e certosino condotto in otto mesi, con ispezioni, approfondimenti, lo sguardo volto anche oltre i confini regionali e confronti sul campo, per capire anzitutto le esigenze e superare le criticità del vecchio regolamento. Caso per caso, territorio per territorio: con l'obiettivo di una maggiore equità ma senza cedere sul fronte di una necessaria omogeneità, che quando canoni e regolamenti fino al 2015 dipendevano dalle Province non c'era. 

Oltre alla rimodulazione dei canoni sarà anche sospesa per due anni, fino al 2018, l'imposta regionale applicata nei casi di occupazione di suolo. Valeva fino al 2015 tre volte l'importo del canone, poi nel 2016 è stata ridotta ad un sesto della misura originaria (ovvero metà canone) ed ora verrà congelata. 

Ci sarà più tempo, fino al 30 novembre 2017, per mettersi in regola sull'imposta dell'anno scorso ancora non pagata, versando un'aliquota agevolata pari al 20 per cento. Si snelliscono pure le procedure per acquisire pareri, nulla osta e atti di assenso necessari al rilascio della concessione, che in questi anni hanno generato più di un ritardo. Infine con i grandi utenti, per la precisione quelli che contano più di cinquanta rapporti in essere, potranno in futuro venire stipulati accordi specifici. Si tratta di realtà come Anas o Autostrade, aziende elettriche come Terna o Enel, distributori di gas come Snam e Toscana Energia e poi i diversi gestori degli acquedotti cittadini e servizi integrati. 

Un riordino complesso ma ora in via di completamento 
Il demanio idrico è tornato in carico alla Regione l'anno scorso. Il 2016 è stato un anno di transizione, con una prima omogeneizzazione di regolamenti e tariffe che erano diversi tra provincia e provincia, sedimentati nel corso di più di quindici anni. Il riordino a questo punto può dirsi ora sostanzialmente compiuto, con le ultime delibere e la proposta di legge licenziate nella seduta del 7 agosto della giunta regionale. 

Se il demanio idrico riguarda fiumi, torrenti, corsi d'acqua minori e laghi interni, gli usi e le fattispecie possono essere i più diversi. La concessione per l'occupazione può riguardare ad esempio un ponte, una passerella o una strada che attraversa un fiume o uno specchio d'acqua, il tubo o il cavo che lo scavalca, l'occupazione temporanea per una manifestazione o il ponteggio per la ristrutturazione di una casa lungo un argine, orti e campi a ridosso, ma anche magari una terrazza di un'abitazione o di un ristorante che si affaccia su un fiume o un lago. L'uso interessa quanti prelevano e utilizzano l'acqua per bagnare campi ed orti, per lavorazioni industriali, per allevare pesci, per la produzione di energia idroelettrica, per acquedotti industriali o rurali oppure, in taluni casi, anche come acqua potabile. 

"Il lavoro di riordino ed omogeneizzazione è stato complesso e l'obiettivo si è potuto raggiungere grazie al contributo delle associazioni e e di tutti coloro che hanno partecipato al tavolo di lavoro appositamente costituito a partire dall'autunno scorso" sottolineano gli assessori al bilancio e ai tributi Vittorio Bugli e all'ambiente Federica Fratoni. 

"L'armonizzazione dei canoni demaniali rientra in quell'attività di necessaria semplificazione che ha interessato più settori dopo che la Regione è tornata a gestire in proprio le competenze che aveva delegato a suo tempo alle Province - ricorda Bugli –. Si trattava sicuramente di un'eredità complessa per quanto riguarda i canoni demaniali". Tra provincia e provincia erano a volte diversi anche i dati a disposizioni, rendendo ulteriormente complicata ogni previsione. "Nel disciplinare un settore come questo non si poteva non prescindere dal mantenere il giusto equilibrio tra il cittadino e l'utilizzo del bene pubblico - aggiunge Fratoni – e quell'obiettivo mi sembra raggiunto".
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