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 U.E. - U.E. - Contraffazione: falso il 6,8% delle merci che entra in Ue
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18 marzo 2019 12:58
 
In Ue entrano ogni anno 121 miliardi di euro di merci false, pari al 6,8 del totale dell'import nell'Unione. E' il dato che emerge dalla relazione 'Tendenze del commercio di merci contraffatte e usurpative' dell'Euipo, l'ufficio dell'Unione europea per la proprieta' intellettuale che ha sede ad Alicante e che ha stimato in 460 miliardi di euro il valore dei falsi scambiati a livello internazionale. Una quota in crescita dal 2,5% del 2016, quando e' stata diffusa l'ultima edizione dello studio, al 3,3% del 2018. L'analisi Euipo/Ocse del 2016 stimava il valore totale dei prodotti contraffatti in 338 miliardi e il volume a livello europeo al 5%, quasi due punti percentuali in meno di quello attuale. Stati Uniti, Francia, Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Corea e Regno Unito sono quelli in cui le imprese e le societa' sono maggiormente colpite dalla contraffazione e dalla pirateria. Tuttavia, il commercio internazionale di prodotti contraffatti e usurpativi riguarda anche un numero crescente di aziende registrate in altre economie, tra cui Cina, Brasile e Hong Kong.
"La contraffazione e la pirateria costituiscono una grave minaccia per l'innovazione e la crescita economica sia a livello dell'UE che a livello internazionale" ha detto il direttore esecutivo dell'Euipo, Christian Archambeau, "L'aumento della quota di prodotti contraffatti e usurpativi nel commercio mondiale e' molto preoccupante e dimostra chiaramente la necessita' di uno sforzo coordinato a tutti i livelli per poterla affrontare pienamente". La relazione evidenzia che i prodotti contraffatti possono provenire da quasi tutte le economie del mondo che li producono o fungono da Paesi di transito. Tuttavia, in base all'analisi dei sequestri eseguiti dalle autorita' doganali, i Paesi e le regioni principali esportatori di prodotti contraffatti risultano essere: Cina, Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Singapore, Tailandia, India e Malaysia. La relazione utilizza i dati di quasi mezzo milione di confische doganali e non riguarda ne' i prodotti contraffatti realizzati e 'spacciati' sul piano nazionale ne' quelli digitali distribuiti via Internet. E' il seguito e l'aggiornamento del rapporto del 2016 che era stato il primo di una serie di cinque studi: sul commercio globale di merci contraffatte; sulla mappatura delle rotte dei prodotti falsi; sul ruolo delle zone franche nel favorirne il commercio e sui fattori che rendono alcuni Paesi fonti piu' probabili di prodotti contraffatti. L'ultimo era sull'uso illegale di piccoli colli per il commercio di falsi.
(Agi)
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