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 ITALIA - ITALIA - Diritto d'autore e liberta', dalla sentenza ai fatti: inizia l'oscuramento 'italiano' del sito The Pirate Bay
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Notizia 
9 febbraio 2010 11:21
 
Dalla sentenza ai fatti, cosi' la guardia di finanza ha iniziato a notificare ai provider italiani per la chiusura 'in Italia' del sito ThePirateBay. L'azione delle forze dell'ordine trae origine dalla sentenza della Cassazione che aveva condannato il sito svedese con un dispositivo che diceva che “il giudice può disporre il sequestro preventivo del sito web il cui gestore concorra nell'attività penalmente illecita di diffusione nella rete internet di opere coperte da diritto d'autore, senza averne diritto, richiedendo contestualmente che i provider del servizio di connessione internet escludano l'accesso al sito al limitato fine di precludere l'attività di illecita diffusione di tali opere".
Come noto il sito 'pirata' e' accusato di creare milioni di danni alle case discografiche e cinematografiche perche' permette il download di opere protette dal diritto d'autore. Provvedimenti di oscuramento, pero', ledono altri diritti. come denunciato da piu' parti.
"Si tratta di un provvedimento anacronistico e pericoloso per due ragioni". denunciano Luca Nicotra, segretario dell'Associazione radicale Agorà Digitale e Marco Perduca, senatore radicale eletto nelle liste del PD.
"Primo, non può essere il nome provocatorio di un sito a determinarne la chiusura. Se passa il principio che su Internet gli intermediari come Pirate Bay (ma anche come Google, Youtube, Facebook, etc.) sono responsabili, qualsiasi fornitore di contenuti su Internet potrebbe essere oscurato, prima ancora di un processo. Basta una denuncia e il gip potrà chiedere di bloccare l'accesso ad un sito per tutta la durata del procedimento.
Secondo, le norme invocate per effettuare il blocco non contengono al loro interno la possibilità di effettuare una censura indiscriminata, ma solo quella di intervenire per bloccare attività illecite poste in essere da uno dei suoi utenti. Su questo abbiamo il dovere di contestare, come già fatto dall'Associazione Italiana Internet Provider, la pericolosissima sentenza della Cassazione che ha legittimato tale pratica.
L'unica colpa di Pirate Bay, rispetto ad altri analoghi e diffusissimi motori di ricerca, è quella di aver posto di fronte all'opinione pubblica la necessità di una riforma del copyright per cui i radicali e l'associazione Agorà Digitale si battono da anni. Le soluzioni per adeguare la normativa a pratiche che riguardano milioni di cittadini italiani nel rispetto dei diritti degli autori di contenuti, ci sono, tanto che abbiamo da tempo presentato in parlamento una proposta di legge che va in questa direzione.
Invece si reagisce con un accerchiamento compiuto da tribunali che tentano di forzare l'estensione di normative vigenti al web e da un governo che tenta di ottenere proprio sul web un maggior controllo mediante una continua decretazione d'urgenza. Contro tutto ciò, come radicali, siamo pronti ad opporci con tutti gli strumenti della giustizia ma anche della nonviolenza."


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