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 FILIPPINE - FILIPPINE - Guerra alle droghe. Presidente Duterte: se mio figlio spacciatore, giustiziatelo
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21 settembre 2017 17:50
 
 Ha lanciato una "guerra alla droga" che in 15 mesi ha causato almeno 8mila morti. E per restare coerente alla sua linea di tolleranza zero, Rodrigo Duterte farebbe giustiziare anche suo figlio Paolo, se fossero provate le recenti accuse che lo descrivono coinvolto nell'importazione di contrabbando di metanfetamine in collaborazione con una triade cinese.
"Ho già detto in passato che il mio ordine era 'se ho figli drogati, uccideteli' così che la gente non avrà niente da dire", ha dichiarato ieri in un comizio il presidente filippino, che già aveva espresso un concetto simile in un dibattito tra candidati alla presidenza l'anno scorso. Duterte, che concederebbe anche l'immunità penale alla polizia che si occuperebbe dell'esecuzione, non è entrato nel merito delle accuse al figlio. Ma due settimane fa, Paolo Duterte (42 anni) era comparso davanti a una commissione d'inchiesta del Senato dopo la denuncia di un politico dell'opposizione, secondo cui il figlio del presidente e attuale vicesindaco di Davao ha legami con un affare da 104 milioni di euro che ha portato 68 miliardi di pillole proibite nel Paese. L'uomo ha definito "infondate" le accuse.
Non è la prima volta che la famiglia Duterte è toccata da illazioni sui suoi rapporti con il narcotraffico. Già dieci anni fa lo stesso Paolo era stato nominato da documenti governativi come uno dei principali "protettori del narcotraffico" a Davao, che il padre ha amministrato per un ventennio, e che rimane un feudo della famiglia (la figlia Sara è ora sindaco). L'inchiesta del Senato in corso coinvolge tra l'altro anche il marito di Sara Duterte.
Lo stesso presidente, che sulla "guerra alla droga" e alla corruzione basa la sua popolarità ancora a livelli record tra i filippini, ha ammesso di fare frequente uso di fentanyl, un oppiaceo molto più potente della morfina che viene di solito somministrato a malati di cancro in fase avanzata per le sue proprietà antidolorifiche. Duterte (72 anni) ha negato di essere dipendente dalla sostanza, spiegando di prenderla per mitigare il dolore alla schiena provocato da un incidente in moto quattro anni fa. Le voci sulle precarie condizioni di salute di Duterte si sono moltiplicate negli ultimi mesi nelle Filippine. E il leader di un gruppo armato ribelle comunista, dopo che le trattative per un cessate il fuoco con il governo sono saltati, ha definito Duterte "il principale tossicodipendente del Paese". Se il consenso di cui gode il presidente rimane oltre l'80 per cento, i suoi metodi da "uomo forte" - aspramente criticati dalle organizzazioni per i diritti umani - stanno provocando però una reazione. Proprio oggi, a Manila, migliaia di oppositori hanno manifestato contro il presidente in occasione del 45esimo anniversario dell'imposizione della legge marziale da parte del dittatore Ferdinand Marcos, di Duterte si è sempre detto un ammiratore, lasciando intendere di considerare un simile provvedimento. 
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