Il Consiglio di Stato ha posto un primo freno al nuovo Liceo del Made in Italy per un vizio procedurale, inviando una richiesta di maggiori chiarimenti sul percorso di studi superiori. Si è deciso per la sospensione del parere, chiesto dallo stesso ministero dell'Istruzione e del Merito, in quanto, viene spiegato, "il ministero non ha prodotto il preventivo parere della Conferenza unificata". Si tratta di un passaggio obbligatorio, la cui mancanza "assume un rilievo essenziale in quanto [...] rende impossibile a questa Sezione esprimere il proprio parere sulla base di una piena conoscenza del complesso degli elementi valutativi".
Nel suo documento, poi, il Consiglio di Stato ha espresso comunque perplessità, in particolare sull'introduzione dell'articolo 9-bis nel nuovo "Regolamento concernente la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento". Viene spiegato che, "fermo restando il fatto che tale intervento non trova illustrazione nella relazione di accompagnamento del testo, in ordine al comma 1 si suggerisce di invertire le parole 'approfondire e sviluppare'". Questo perché, si legge ancora nel testo, "le conoscenze e le abilità costituiscono dapprima oggetto di un'attività di sviluppo e solo successivamente di approfondimento".
Sempre sull'articolo 9-bis vengo fatti ulteriori appunti di forma nell'esposizione dei commi e viene successivamente chiesto un chiarimento su quella che dovrebbe essere una caratteristica distintiva del liceo Made in Italy, ossia l'insegnamento di una delle materie d'indirizzo in lingua straniera. "Tale insegnamento si sviluppa nel terzo, quarto e quinto anno di corso (secondo biennio e quinto anno), per almeno un terzo del monte ore annuale della disciplina individuata", si legge nel documento di Palazzo Spada, che solleva dubbi sull'ampio monte ore dedicato a questa forma di insegnamento. "Potrebbero emergere profili problematici in merito alla pratica attuazione di questo comma", si legge ancora.
"Se la volontà del ministero [...] è stata quella di non accogliere da subito, rinviandola a 'successive misure di supporto', l'esigenza, espressa dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, 'di accompagnare i docenti con una specifica formazione con particolare riguardo all'insegnamento in lingua inglese delle discipline non linguistiche', si evidenzia, di conseguenza, l'opportunità di chiarire se questa oggettiva esigenza formativa che dovrà essere realizzata a favore del corpo docente non sia tale da tradursi in un'eventuale vulnus della prospettata neutralità finanziaria, ribadita dall'articolo 4 dello schema di regolamento in esame", scrive Palazzo Spada.
Intanto, sono partite le prime classi.
(Il Giornale)
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