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 U.E. - U.E. - Turismo. Italia terza in Ue
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23 febbraio 2018 9:01
 
Secondo i dati pubblicati da Eurostat, il 2017 si è appena concluso con un segno decisamente positivo per quanto riguarda il turismo nell’Unione Europea.
Sono infatti 3,2 miliardi le notti trascorse presso strutture turistiche, in crescita del 5,1% rispetto al 2016.
Analizzando la distribuzione per le singole nazioni, senza eccessive sorprese, appare evidente che i principali fautori del turismo in termini assoluti sono Spagna (471,4 milioni di notti), Francia (431,3), Italia (424,7) e Germania (399,9).
Sebbene i numeri siano tutto sommato abbastanza simili come ordini di grandezza, per questi quattro paesi la distribuzione del turismo fra residenti e non residenti è decisamente eterogenea.
Se la Spagna infatti si contraddistingue grazie al 65% di turisti provenienti da oltre confine, per quanto riguarda Francia e Germania, il dato è diametralmente opposto, rispettivamente 31% e 21% di turisti non residenti.
Per l’Italia invece, i numeri indicano un sostanziale pareggio (50%) con un lieve vantaggio dei turisti residenti (213,5 milioni di notti) sugli stranieri (211,3).
Rimanendo nella parte alta della classifica per numero di notti complessive, anche nel resto d’Europa ci sono casi interessanti di distribuzioni asimmetriche per la provenienza dei visitatori.
Tra questi spiccano Croazia (93% di stranieri), Grecia (80%) ed Austria (71%), contrapposti a quelli di Polonia (20%), Svezia (25%) e Olanda (39%).
Confrontando i dati del 2017 con quelli del 2016, la crescita complessiva del 5,1% trova riscontro in quasi tutti i paesi europei che, seppur in misure diverse, fanno registrare tutti numeri con segno positivo.
In testa a questa graduatoria compaiono Lettonia (12% di incremento), Liechtenstein (11,7%), Slovenia (11,3%), Serbia (11%) e Croazia (10,6%), tutti con una crescita percentuale in doppia cifra.
Delle quattro nazioni che fanno registrare il maggior numero di notti trascorse presso strutture turistiche, solo la Francia (6,6%) e l’ Italia (5,4%)presentano un dato superiore al valore complessivo europeo (5,1%), visto che Spagna e Germania ostrano dati lievemente inferiori, rispettivamente pari a 3,6% e 2,7%.
 
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