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21 MARZO: SAN BENEDETTO LA RONDINE E' SOTTO IL TETTO. E LA MAFIA SOTTO PRESSIONE. OVVERO: OMAGGIO ALL'IMPEGNO DI "LIBERA"
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Articolo di Annapaola Laldi
15 marzo 2009 0:00
 
San Benedetto, la rondine e' sotto il tetto …
Si' si', lo so, secondo il martirologio cattolico, riformato dopo il Vaticano II, il 21 marzo non e' piu' "san Benedetto", (480-547); dato che questo giorno cade sempre nel periodo penitenziale della Quaresima, in cui sono vietate liturgie festose, per onorare meglio questo santo importante del V/VI secolo, dopo il Concilio fu deciso di spostarne la memoria all'11 luglio, quando non ci sono restrizioni alla celebrazione di una festa solenne.
Ma i detti popolari resistono alle riforme meglio intenzionate, e in questo caso anche giustamente. Infatti, quale miglior data dell'inizio della primavera per ricordare quest'uomo di nome Benedetto che, in un periodo di sfascio generale e di imbarbarimento, non fuggi' in un deserto per onorare Dio negando la carne, ma colse il nesso vitale fra la dimensione spirituale/intellettuale e quella pratico/manuale dell'essere umano e, col suo motto "ora et labora", fondo' un ordine monastico che fu un'autentica primavera per il cristianesimo e puo' essere, con la sua regola saggia e di grande acutezza psicologica, fonte di riflessione e forse anche di ispirazione per chiunque?

Ragion per cui e' giustissimo tenersi stretto questo antico detto popolare. Altrettanto giusto e' pero' anche aggiornarlo con l'aggiunta che segue:
 
…e la mafia sotto pressione

Gia', perche' da quattordici anni il primo giorno di primavera e' "il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie" (1).
Ma che cos'e' e che cosa fa "Libera"?
Come si legge sul suo sito (2), "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" e' un'associazione nata il 25 marzo 1995 "con l'intento di sollecitare la societa' civile nella lotta alle mafie e promuovere legalita' e giustizia". Sorta per l'ispirazione e l'impegno di quel captatore di bisogni sociali e culturali che risponde al nome di Luigi Ciotti, il prete originario del Cadore e trapiantato da piccolo a Torino, che piu' di quarant'anni fa fondo' il Gruppo Abele, oggi "Libera" rappresenta un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole e realta' di base che si impegnano "per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalita'". All'impegno e alla strenua fiducia di "Libera" si deve, fra l'altro, la legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie (Legge 109/1996); altri suoi campi di vivace attivita' sono quelli dell'educazione alla legalita' democratica, della lotta contro la corruzione, dell'organizzazione di campi di formazione antimafia e di progetti sul lavoro e lo sviluppo, nonche' quello legato alla lotta contro l'usura e all'inquinamento dell'ambiente.
 
Parlare di "Libera" adesso per informare e affermare la fiducia nella ragione ...
 
Sia pure con alterna assiduita', mi sono tenuta informata fin dall'inizio sulla vita di questa associazione, e oggi mi piace dedicarle queste noterelle, perche' mi sembra giusto farla conoscere a chi magari ne ignora l'esistenza, e puo' trarre da questa conoscenza un maggiore coraggio e una maggiore fiducia nell'affrontare questi nostri tempi bui. Infatti sperimento di persona, proprio in questi giorni, quanto mi faccia bene sapere che non sono sola a voler vivere la mia vita con senso di responsabilita' e all'insegna della ragione, affrontando le durezze del presente senza cercare soluzioni apparentemente facili, che poi, alla resa dei conti, possono rivelarsi dei mortali corti circuiti. Come, per esempio, si riveleranno certamente, se approvate, le due sciagurate norme contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza", e cioe' quella che introduce il reato di immigrazione clandestina e quella che intende negare l'iscrizione all'anagrafe dei bambini nati da immigrati clandestini. E in questo contesto mi sento di aprire una parentesi per fare appello alla ragione di chi sostiene queste norme pensando di proteggere un modo ordinato di vivere nel nostro Paese e chiedo: a parte l'imbarbarimento che ne derivera' per tutta la nostra societa', vi rendete conto, sul piano pratico, di quale regalo fate con queste misure proprio alla criminalita' organizzata?
Vi rendete conto che servite i clandestini alla mafia su un piatto d'argento, facendoli diventare ancor piu' di oggi "carne da cannone" della delinquenza organizzata di ogni genere e nazionalita', che se la ride di tutte le proclamazioni di reato, e anzi ci ingrassa, perche' piu' reati artificiali ci sono piu' aumenta la sua possibilita' di ricatto?
Vi rendete conto che negare l'iscrizione dei nuovi nati allo stato civile significa a) non riconoscere la genitorialita' di chi ha generato questi bambini, mettendo quindi queste persone nell'impossibilita' di proteggere la propria prole, e b) creare altrettanti esseri invisibili, dei fantasmini ,dei quali e sui quali sara' possibile esercitare impunemente qualunque genere di violenza, qualunque genere di odioso commercio, come, per esempio, quello legato alla pedofilia e all'espianto degli organi?
Vi rendete conto che non puo' esistere una reale lotta alla mafia e alla tratta degli esseri umani se le possibili vittime non possono vivere alla luce del sole?
Ecco, anche in questa situazione che davvero mi accora, ho l'impressione di non essere sola, se penso a un'iniziativa come quella di "Libera" che puo' raccogliere, elaborare e riproporre con forza questi e altri interrogativi.
 
Tornando a parlare direttamente di "Libera", desidero citare alcuni passaggi tratti dall'Introduzione che don Ciotti ha fatto al Bilancio sociale del 2007-2008 (3). Sono parole semplici e chiare che esprimono una tensione benefica.
Constatando che dopo 13 anni, la "sana follia" della scommessa della fondazione di "Libera" era ben riposta, don Ciotti enumera alcuni dei punti basilari della vita dell'associazione:
"[…]C'e' l'informazione, la ricerca di verita', la voglia di superare le letture parziali e faziose, di denunciare ma anche di fare emergere il positivo. Ci sono le cooperative, che continuano in contesti difficili a seminare speranza, dimostrare che il potere delle mafie non e' un destino che ammette solo rassegnazione o complicita'. Ci sono i famigliari delle vittime, appassionati compagni di viaggio che si organizzano, danno vita a comitati locali, si propongono come spine nel fianco del quietismo e dell'indifferenza. […] Anche il recente incontro di Bruxelles, la presentazione di «Flare» davanti al Parlamento europeo, non nasce dal nulla. E' il frutto del "noi", della dimensione plurale, collettiva che sin dall'inizio caratterizza il nostro costruire. Un "noi" che si sta allargando, che oltrepassa confini, che ci chiede di accogliere altre esperienze, altre specificita'. Un "noi" che dobbiamo diventare capaci di pronunciare in tante lingue, le lingue della societa' responsabile europea e chissa', un giorno, anche mondiale. […]".
E poi, a proposito della forza delle persone, ecco un passaggio su cui riflettere intensamente:
"La forza delle persone e' nella coscienza dei limiti. Senza coscienza dei limiti non c'e' liberta' ne' autenticita'. Essere coscienti dei limiti significa che il cammino conta piu' della meta - perche' la giustizia e' un ideale mai raggiunto una volta per tutte - e che in questo cammino sono sempre gli altri a indicarci la direzione. […]".
Infine, un altro passaggio che identifica la vitalita' non nel mantenere modi di fare ed espressioni che pure sono state valide in passato e magari si e' perfino contribuito a creare, ma nel sapersi rinnovare, lasciando andare cio' che e' diventato ormai un mero luogo comune:
"Dobbiamo essere orgogliosi di quello che stiamo facendo, ma non dobbiamo mai cadere nella tentazione di sentirci arrivati, di ritenerci autosufficienti. Stanno accadendo fatti in Italia che pongono grandi interrogativi e che impongono uno scatto di qualita', un rivisitare le nostre motivazioni ma anche un riqualificare le nostre parole. Espressioni come 'educare alla legalita'' o come 'societa' civile' dobbiamo avere il coraggio ma anche l'umilta' di abbandonarle. Sono espressioni che non vogliono piu' dire nulla, spesso utilizzate come lasciapassare per acquietare le coscienze. La legalita' comincia dalla responsabilita', da un educarci che chiama in causa tutti - non ci sono qui maestri e allievi - che richiede da ciascuno la disponibilita' a interrogarsi in modo onesto, critico, a riflettere senza sconti sulle modalita' del suo esserci. Ugualmente non basta dirsi 'societa' civile'. A parole lo siamo tutti. Abbiamo bisogno di essere cittadini vivi e attivi, di essere 'societa' responsabile'. […]"
 
… e per darsi appuntamento (anche solo spiritual/virtuale) a Napoli sabato prossimo 21 marzo 2009
Appuntamento che e' all'insegna di una profonda verita': L'etica libera la bellezza.
Basta infatti guardare dentro di noi e osservare la tristezza, la rabbia, il senso di frustrazione o la vera e propria disperazione che ci assalgono quando ci rendiamo conto che i raccomandati passano avanti ai meritevoli, che denunciare un sopruso, anche banale, puo' esporre noi o i nostri cari a pesanti ritorsioni, che la nostra dignita' e' calpestata e si vuole sostituirla col servilismo … Domando: sono cose belle la tristezza, la rabbia, la frustrazione, la disperazione, il servilismo? Mi pare di no.
Cose davvero belle sono invece la gioia, la fiducia, la stima di se', l'amicizia autentica, che e' sempre paritaria, la riconoscenza gratuita, che non e' mai scambio di favori.
E queste cose belle nascono nel clima della liberta', la quale si coniuga inscindibilmente con la responsabilita' personale, che e' l'altro nome dell'etica.
Per tutto questo, in un modo o in un altro, il 21 marzo a Napoli ci sarò anch'io.
 
LINK CITATI
(1) Sulla giornata del 21 marzo 2009: clicca qui
(2) Libera
: clicca qui
(3) Bilancio sociale 2007-2008: clicca qui.

ALTRI LINK
I nomi delle vittime della violenza mafiosa: clicca qui
Proposte per le scuole: clicca quiGli Stati Generali dell'antimafia (Roma 17, 18 E 19 NOVEMBRE 2006)
clicca qui
Sulla confisca dei beni alla mafia e il loro riutilizzo per finalita' sociali si puo' leggere l'articolo di Davide Pati della Segreteria nazionale di "Libera":
clicca qui
 
Don Luigi Ciotti:
biografia: clicca qui
laurea honoris causa conferita dall'Universita' di Bologna: clicca qui
lezione sulla mafia agli studenti delle scuole di Feltre (Belluno) il 27 nocembre 2007
clicca qui

(a cura di Annapaola Laldi)
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