Lo scorso 3 novembre il neo eletto presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato inaspettatamente una riduzione dei tassi di un quarto di punto percentuale. L'indice di riferimento è così passato dallo 1,50% al valore odierno di 1,25%.

Dopo la continua salita dei tassi BCE a cui avevamo assistito dal 2009 ad oggi, il taglio avviene in un momento come quello attuale in cui l'economia ha subito un forte rallentamento. Lo scopo di questa riduzione è quello di rendere più accessibile il ricorso al credito sia per le banche che per i risparmiatori; il taglio effettuato permette alle banche di rifinanziarsi a tassi meno onerosi e nel contempo vede diminuire gli importi delle rate dei mutui contratti a tasso variabile, sia quelli legati al tasso BCE stesso, che indirettamente su quelli legati all'Euribor.

Non da ultimo la diminuzione del tasso ha effetti sui conti di deposito, argomento centrale di questo articolo. Pur non esistendo un legame diretto fra i tassi applicati dalla Banca Centrale Europea e i tassi di interesse dei conti di deposito, generalmente questi strumenti seguono l'andamento del mercato: è quindi possibile che, seppur non immediatamente, i tassi record offerti fino ad oggi dagli istituti di credito per questa tipologia di prodotti, subiranno una battuta di arresto.

Nel mese di novembre pochi sono stati infatti gli istituti che hanno aumentato la remunerazione dei loro conti. L'unica ad effettuare un aumento a tutto tondo dei tassi offerti, sia per i depositi vincolati che per quello libero, è stata Banca Mediocredito con Conto Forte che, in particolare, ha incrementato il tasso a 12 mesi dal 3,25% al 4,25% lordo (3,10% netto).

ContoConto di Banca Carige ha sostituito il conto deposito libero previsto fino ad oggi con depositi vincolati, stabilendo però vincoli “anomali” a 5, 10, 15 e 20 mesi per i nuovi depositi aperti entro la fine del corrente mese. Il tasso a 10 mesi è del 4% mentre quello per le somme vincolate per 15 mesi è del 4,25% lordo.

Banca Ifis con il suo Rendimax ha innalzato il tasso corrisposto in via posticipata per i depositi a 3 mesi e nel contempo ha provveduto a rivedere al rialzo anche tutti i tassi stabiliti per i depositi che pagano gli interessi in via anticipata (tassi non presenti in tabella). Come per la scorsa pubblicazione Rendimax rimane il miglior conto, in termini di rendimento, per i depositi vincolati ad un anno e per quelli a sei mesi che prevede, per quest'ultima scadenza, lo stesso tasso corrisposto da Banca Ibl ContoSuIbl e da Banca Marche con Deposito Sicuro.

Va messo in evidenza però che con l'ultima asta dei BOT annuali sono stati emessi titoli al tasso record del 6,087%, quasi il doppio rispetto a quello del precedente collocamento.

Il tasso netto garantito dai presenti titoli di Stato è di gran lunga superiore a quello attualmente proposto dai conti di deposito, per le somme vincolate a 12 mesi, di ben due punti percentuali: si passa infatti dal 5,33% netto dei BOT al 3,32% offerto da Rendimax.

Solito discorso, anche se in proporzioni minori, può essere fatto confrontando i depositi semestrali con i BOT di pari scandenza: 3,09% contro il 2,92%.

Se quindi non si crede in un default del nostro paese e si è convinti che presto o tardi la situazione tornerà “alla normalità”, la convenienza che deriverebbe dalla sottoscrizione di un titolo di Stato piuttosto che dall'apertura di un conto di deposito è più che palese.