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ENERGIA: IL COSTO DI VEDERE SEMPRE IL LATO OSCURO
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Articolo di Selvaggia Malvezzi
15 aprile 2006 0:00
 
Abbiamo detto no al nucleare per le scorie e per la sicurezza, abbiamo detto no agli inceneritori perche' puzzano, poi no all'eolico perche' rovinano il paesaggio e "affettano" gli uccelli, adesso diciamo no al fotovoltaico e infine di rigassificatori non se ne parla. Per carita' tutti "no" perfettamente ammissibili -ognuno e' libero di pensare e dire quello che vuole (o cosi' dovrebbe essere)- anche se non sempre motivati e non sempre scientificamente condivisibili; ma scelte fatte nel corso dei decenni. Purtroppo questo andare controcorrente rispetto al mondo e all'Europa ci sta costando molto caro. Costa a noi famiglie che vediamo le bollette salire e poi vediamo il petrolio -e tutti i suoi derivati- aumentare vertiginosamente. Non solo; ci costa in termini di occupazione e di stipendio perche' in Italia aziende ed industrie -da cui arrivano le entrate finanziarie delle famiglie e non mi stufero' mai di rammentarlo- sono sempre piu' penalizzate e spesso sono costrette a tagliare altri costi. Adesso potrebbe costarci caro anche in termini di multe dalla UE. In Italia ci ostiniamo ad ignorare le principali Direttive e linee guida della Comunita' Europea in fatto di ambiente e energia. Nonostante sprecare ed inquinare siano sinonimi di spendere di piu' del necessario per produrre energia che viene buttata via (spesso sotto forma di calore o di emissioni) in Italia sembriamo non voler neppure provare a seguire consigli e strade percorse da altri Paesi europei. E quindi proseguiamo sulle nostre orme:

a) non investiamo in ricerca verso le fonti alternative, anzi a volte ci "fossilizziamo" (passatemi il gioco di parole visto l'esempio che sto per proporvi circa l'utilizzo del carbone) .
b) non incentiviamo e promuoviamo le fonti energetiche rinnovabili da abbinare alle risorse piu' tradizionali (ad. es. il solare o l'eolico che sarebbero particolarmente adatte a noi come le correnti marine, come dimostrato da un progetto nello stretto di Messina) in modo da migliorarle e renderle piu' economiche. Inoltre non dimentichiamoci che entro il 2010 dobbiamo raggiungere quota 25% di energia prodotta secondo fonti rinnovabili (Dir. 27-9-2001 n. 2001/77/CE e ss.).
c) non attuiamo programmi per diminuire la dipendenza da altri Paesi per le fonti di energia o per lo meno per attenuarne gli effetti onerosi e gestionalmente critici (es. aumentare i rigassificatori per diminuire dipendenza dai pochi Paesi a cui ci collegano i gasdotti).

Ripeto -e lo vedete anche voi sui media e sul conto corrente!!- che tutto cio' ci costa, e piu' volte all'interno della nostra quotidianita'. Innanzi tutto caro petrolio, caro bolletta e caro metano . caro mio negli ultimi due anni ci hanno diminuito di non poco le disponibilita' economiche all'interno della famiglia. In Italia di energia non parla quasi nessuno tranne i media quando ci sono eventi catastrofici dovuti all'intervento umano o crisi energetiche che mettono in ginocchio popolazioni e fasce deboli della societa' (anziani e bambini). Anche durante questa campagna elettorale di concreto cosa ci hanno proposto? Ben poco mi sembra di ricordare .. ma magari mi e' scappato qualche dettaglio e se voi l'avete colto vi prego correggetemi e raccontatemi che vado subito a controllare!!!!
Cosi' da un paio d'anni si sta svolgendo una saga: la riqualificazione e conversione di una centrale a Civitavecchia per sfruttare la tecnologia del Carbone pulito. Ohibo'.. Carbone? Pulito . si', esattamente la stessa riflessione che ho fatto io. Carbone pulito alla fine vuol dire che nel campo della produzione di energia elettrica, l'utilizzo di tecnologie piu' evolute per il trattamento dei fumi ha ridotto notevolmente l'impatto ambientale delle centrali a carbone, che puo' essere oggi del tutto confrontabile con quello delle altre centrali termoelettriche. Quindi la "pulizia" avviene a valle del processo tramite dei filtri. Non e' un'alternativa ma un palliativo. E poi andremo a interrogarci sulla validita' di questo palliativo.
Indubbiamente se le cose fossero andate come promesso dall'Enel alla presentazione di questo progetto -nota bene che ho detto come promesso . e non come previsto- avremmo sicuramente iniziato a diversificare le fonti energetiche e avremmo risparmiato dal 2005 (data di promesso avvio della centrale) a oggi alcuni miliardi di metri cubi di gas metano. Eppure noi consumatori, che alla fine subiamo o beneficiamo di scelte e politiche energetiche, abbiamo tutto il diritto di interrogarci e interrogare sulla bonta' e sulla economicita' di questo processo. L'opzione del carbone in alternativa sarebbe sicuramente economicamente accettabile visti i prezzi del carbone (paragonati al petrolio) se non fosse che:

1. le nostre riserve di carbone sono inadeguate -l'unica risorsa carbonifera e' concentrata in Sardegna, nel bacino del Sulcis. Si tratta pero' di minerale di scarsa qualita'. Per tale motivo, oltre che per ragioni di economicita', il carbone viene quasi interamente importato. In ogni caso il suo contributo al fabbisogno di energia primaria nazionale non sarebbe sufficiente. Vorrebbe dire importare carbone. Cio' porta a costi (economici, sociali ed ambientali) di trasporto, aumento dipendenza dall'estero e non creazione di lavoro/ ricchezza per il Paese (ANZI ulteriore capitale oltre frontiera e perdita di posti di lavoro).
2. partendo dal presupposto che per efficienza intendo il rapporto tra i costi per immettere risorse/materie prime e valore economico di mercato dell'energia non solo prodotta ma anche emessa, venduta e distribuita, quanto moderna ed efficiente potra' essere una centrale ad olio combustibile convertita in centrale a carbone? Nei costi poi vorrei aggiungere anche le spese e gli oneri (sempre sociali e ambientali oltre che economici dato che entrambi poi hanno pesanti risvolti sul budget dei consumatori in termini di tasse, tariffe e soluzioni ad inconvenienti derivanti dal cantiere) del cantiere che e' partito nel 2003 (dopo due anni di discussioni tra Comune, Enel e Ministeri) con decreto del 23 dicembre 2003 firmato da Marzano e che presenta gia' notevoli ritardi.
3. Da chi compreremo il carbone, da dove lo importeremo, con quali modalita' e condizioni? E soprattutto che impatto avra' sulla crisi energetica? Sulle tariffe pagate dalle famiglie? E che raggio di utenza sara' in grado di fornire? Non dimentichiamoci in tutto cio' l'ubicazione geografica della centrale, ovvero una valle ..
4. Dove verranno messe le scorie? Dove verranno smaltite e a che costi?

Ognuna di queste domande ha contenuto e scopo puramente economico. Purtroppo io penso e mi preoccupo esclusivamente di conti, e quindi lascio agli esperti in materia tutti gli aspetti sanitari e ambientali: ricordo pero' che anche questi hanno pesanti risvolti economici.
A molte di queste domande avrei forse trovato alcune risposte se avessi trovato una VIA o una VIAS -rispettivamente Valutazione impatto ambientale e Valutazione impatto ambientale e strategico (cioe' che comprende altri fattori oltre a quelli puramente ambientali ed economici , come ad esempio quelli sociali). E' noto che una centrale ha un elevato impatto ambientale e un bassissimo impatto occupazionale (ovvero crea pochi posti di lavoro): l'Enel ha sempre promesso che cio' non sarebbe accaduto. A vantaggio ci sono due aspetti:

1. la tecnologia impiegata
2. l'esperienza all'estero di grandi progetti partiti gia' tra il 2000 e il 2001 e guidati da grandi Paesi leader nella produzione di carbone -primi fra tutti Cina e America.

Ma come funziona questa centrale e perche' e come potrebbe influire sul nostro budget? Scaroni (allora Amministratore Delegato dell'Enel) ha commentato l'approvazione del progetto e il decreto di apertura dei lavori con la seguente dichiarazione: "e' il primo e il piu' importante passo verso quella diversificazione nell'uso dei combustibili che contribuira' in maniera determinante alla riduzione del costo dell'energia in Italia. La riconversione di Torre Valdaliga Nord aumenta il valore di Enel per i suoi azionisti". Quindi direi che l'argomento ci interessa direttamente e molto. Mentre attendiamo di vedere i risultati e i promessi risparmi, secondo me sarebbe fondamentale imparare a risparmiare, ma risparmiare nel piccolo e nel proprio senza cadere in falsi risparmi promessi da annunci consumeristici. Vedremo dunque a breve alcuni trucchi e consigli: accetto idee e domande.
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