testata ADUC
Figli, figli... chi ha tanti figli vive come un pascià?
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Vincenzo Donvito
4 gennaio 2018 15:39
 
 Non passa giorno o occasione che, a parte alcuni demografi di sana e robusta costituzione mentale, ci venga ricordato che uno di piu’ grandi problemi del Pianeta (per chi grossomodo lo considera come se Italia ed Europa fossero il suo centro) e’ il calo demografico. In Italia in particolare, visti anche tutti gli incentivi che ogni anno vengono sfornati dal Parlamento per aiutare i nuovi nati. E sarebbe piu’ comprensibile se questa impostazione fosse tipica solo di chi vuole chiudere le frontiere agli immigrati, invece no: e’ proprio il partito al Governo, che grossomodo tratta gli immigrati con una certa dignita’ rispetto a tanti altri Paesi cosiddetti ricchi, e non e’ ultimo -almeno nelle aspirazioni- ad auspicare politiche piu’ umanitarie in materia… e’ proprio questo partito che si distingue per lanciare ad intermittenza coi vari sondaggi e rapporti di un certo rilievo, l’allarme per il calo demografico.
Sara’ che il titolo che abbiamo utilizzato per questo articolo ha il suo fascino? Sembra di si’. E qui, per convincerci, vengono sfornati dati e ri-dati per cercare di farci preoccupare e riprendere a fare figli come un tempo. La situazione e’ invece molto diversa, perche’ oggi l’economia non e’ piu’ nazionale, ma solo transnazionale. Cosi’ come l’umanita’, la socialita’ e la parte preponderante ed incisiva della politica. Complici tanti fattori su cui il mondo ricco ha puntato nei decenni passati (tlc e trasporto aereo soprattutto) viviamo in un mondo globale, che sta dando anche i suoi frutti. Soprattutto, che le morti per fame nel mondo sono calate. Ma c’e’ un aspetto che, a parte i soliti demografi di cui sopra, si tende a marginalizzare: tutti quelli che non vivono nei Paesi ricchi, vorrebbero vivere con lo stesso standard di questi ultimi, a casa loro o migrando. Fino a poco tempo fa sapevano poco di questi standard, ma oggi (sempre complici tlc e aerei) sanno molto di piu’ e, giustamente, vorrebbero goderne anche loro. Al momento pero’, nei Paesi non-ricchi, il calo demografico e’ solo roba da accademia e, nella vita media quotidiana, non si e’ vicini ai cali di numeri come quelli che registriamo in Italia e in Europa. Ragion per cui -complice la globalizzazione- siamo noi che viviamo nei Paesi ricchi che ce ne dobbiamo maggiormente far carico, grazie anche alla realta’ che ci vede gia’ inclini a fare meno figli. Uno dei modi per farsene carico sono le politiche di accoglienza dei migranti, e le lotte umanitarie e antisessiste che vengono fatte perche’ tutte le donne, anche in questi Paesi, prendano consapevolezza della propria dignita’ umana e civica e non continuino a svolgere il dominante ruolo di mamme-coniglio. Impresa non semplice visti i regimi politici tutt’altro liberi che ancora dominano (o sono tornati, vedi Iran) in alcuni di questi Paesi.
Il Pianeta che oggi abbiamo e’ quello che e’, sempre piu’ ecologicamente malato, con meno instabilita’ politiche rispetto ai secoli passati, ma con un numero di abitanti sempre maggiore. Abitanti che hanno anche maggiori esigenze consumistiche che, al momento, nonostante molto buone volonta’ degli organismi e degli accordi internazionali, sono simili a quelle dei Paesi ricchi in epoca pre-consapevolezza ecologica; e su cui i nostri Paesi danno contributi talvolta discutibili: per tanti aspetti sono ancora le discariche dei nostri rifiuti, inclusi quelli di desueti e inquinanti sistemi di produzione o di vita quotidiana (valgano come esempio le automobili per noi inquinanti che hanno mercati fiorenti in questi Paesi). E’ chiaro che ogni Paese ha le sue peculiarita’: India e Cina, per esempio, hanno loro caratteristiche che li rendono molto particolari rispetto agli altri.
Per concludere questa nostra riflessione sull’opportunita’ del calo demografico­, senza il quale tutto diventa piu’ difficile e piu’ costoso. Ci sono due metodi per praticarlo: imposizione e scelta. Nel primo caso, e’ da poco che, per esempio, siamo usciti dall’esperienza cinese del divieto del secondo figlio e ci sono gia’ piu’ nati. Nel secondo caso, e’ un fatto di consapevolezza, scelta di vita, cultura che -per ora diffusa nei Paesi ricchi e non in quelli non ricchi- puo’ funzionare in modo compensativo. Provvisoriamente. Occorre che le politiche di accoglienza dei migranti da una parte, e quelle antisessiste siano incrementate.
Pubblicato in:
 
 
ARTICOLI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS