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Gli imballaggi ingombranti della politica e l’iniziativa di consumatori e aziende
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26 dicembre 2023 12:57
 

Il Consiglio europeo ha approvato il nuovo regolamento nell’ambito di una politica comune per ridurre gli imballaggi, unico voto contrario l’Italia. Forte del fatto che in Italia si raccolgono rifiuti differenziati al 56,5% (media europea del 48%), il nostro ministro dell’Ambiente ha deciso di usare questa “forza” come merce di scambio per eventuali restrizioni che potrebbero compromettere il proprio equilibrio (essenzialmente il divieto di alcuni imballaggi monouso e il limite al riuso nel riciclaggio).

Chissà quanto anni ci vorranno per arrivare ad un punto fermo, grazie essenzialmente al “distinguo” dell’Italia (sembra il copione del Mes…).

Gli imballaggi sono quindi ingombranti per la politica…. ma non si può dire che non lo siano anche per i consumatori, anche perché, costituendo la maggior parte dei rifiuti, quando ci sono problemi (Roma caput mundi) i primi a risentirne sono proprio i consumatori che devono fare slalom tra i rifiuti che si accumulano per le strade.

Dal prossimo 22 aprile ad Hong Kong, comincia l’applicazione di una legge che vieta uso sul posto e asporto di contenitori e posate di plastica, fino ad arrivare negli anni successivi al divieto anche di spazzolini da denti e altri oggetti in plastica negli alberghi. Già da ora commercianti e consumatori si stanno adeguando con, per esempio, contenitori per bevande da utilizzare portandoli con sé.

Quando ero bambino andavo a comprare il latte portandomi la bottiglia da casa… con tutti i dovuti accorgimenti sanitari e logistici, perché non potrebbe essere altrettanto anche oggi, aggiungendo bevande (si pensi alle bottigliette d’acqua)? In alcuni comuni (Firenze, per esempio) ci sono anche in centro per i turisti i fontanelli di acqua minerale (anche gassata) a cui attingere col proprio contenitore. Nei bar dove si acquistano le bevande da asporto si potrebbe fare uno sconto a chi compra col proprio contenitore, senza nulla togliere ovviamente alla classica tazza in ceramica per il consumo sul posto.

Una sorta di rivoluzione che dovrebbe fare i conti coi produttori di bevande e acque che, come minimo, prenderebbero d’assalto i palazzi del potere.

Nel frattempo che informazione e consapevolezza si facciano strada (tra montagne di rifiuti), già si vedono alcuni consumatori temerari che riempiono i propri contenitori (anche sapientemente griffati).

Il nostro è un segnale culturale ed economico anche alle aziende che non intendono campare di rendite di posizione (che sembrano essere “difese” dal voto contrario dell’Italia a Bruxelles) e - oggi temerari e timidi - spianare la strada ai consumi del futuro. 

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

 
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