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Michael Moore e la favola da decifrare. Te la do' io. Cuba
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Articolo di Giuseppe Parisi
15 giugno 2007 0:00
 
Una volta Beppe Grillo, alla TB Italiana mandava "Te la do' io l'America". Lo show, molto seguito, era una tagliente caricatura delle colorite sfaccettature, contraddizioni e brutture della societa' americana. Poi il Grillo parlante venne allontanato dal piccolo schermo italiano. Capita soltanto nelle grandi democrazie. Grillo ha rimediato con un teatro dai biglietti esauriti mesi prima e con un blog, ai vertici internazionali per numeri di contatti. Da qualche anno, al teatro e sul blog, e': "Te la do io l'Italia". Spettacoli teatrali e blog-pOS, con taglienti colorite sfaccettature, contraddizioni e brutture della societa' Italiana. Allora, per "par conditio" con tali taglienti argomentazioni, lo invitiamo oltreoceano, nelle televisioni americane. Una copia dello show sulla Sanita' e Salute Italiana, in autentico formato DVD, la doneremo a Michael Moore, a futura memoria.

Salute, Sanita', Malattie e Pazienti
Premessa


Una razionale visione delle cose, in un individuo maturo, dovrebbe essere sufficiente per far comprendere che non esiste luogo al mondo ove la salute dell'individuo non sia che profitto ed interesse economico.
Il profitto e l'interesse economico non sono prerogativa di soggetti specifici (del medico), ma si allargano alle esigenze politiche di uno Stato, investendo il welfare.
Radiografare e setacciare ogni modello sanitario nel mondo, porterebbe a visualizzare condizioni di politiche economiche e sanitarie speculari ed opposte.
In tali situazioni generali e specifiche (politiche economico-sanitarie), Cuba, Stati Uniti, Svizzera, Finlandia ed Italia, potrebbero risultare con colorite differenze, fino agli opposti. Tuttavia, una scrematura analitica visualizzerebbe una insidiosa verita': il profitto sulla salute individuale e collettiva. Questo in qualsiasi Paese al mondo.
Pertanto, deve ancora formarsi, nel mondo, un modello sanitario che risulti equo e abbia piena tutela del malato, inteso come soggetto debole. Ovunque nel mondo, il malato e' una malattia, non un essere umano nelle sue debolezze.
Diventa cosi' un triste primato, quello per il profitto.
La "gestione della malattia" ricade su diversi soggetti: individuali, collettivi, nazionali ed internazionali. Il malato, con i suoi problemi e debolezze, non esiste. Esiste la malattia, che rimane il vero obbiettivo per il business.
Affermazioni contrarie sono, e rimangono, nella ipocrisia di coloro i quali convenientemente vantano condizioni, situazioni che non esistono. In tali sedi saremmo impossibilitati ad affrontare e dimostrare tali crude affermazioni. Ci riserviamo di poterlo fare in altri momenti.

Dopo la premessa, andiamo al regista Americano Michael Moore.
Il suo ultimo lavoro e' uscito proprio in questi giorni a Cannes, un documentario dai sapori piccanti sulla sanita' americana.
Coglieremo l'occasione per dare uno sguardo sull'America, sul sistema sanitario e sulla politica sanitaria. Dopo, andremo piu' in la, di un centinaio di chilometri, a Cuba, con la medesima verifica.

Stati Uniti
La pervasa cultura americana, "calvinista", molto leggera di Statalismo, forte di iniziative economiche private, ha conferito delle realta' di politiche sanitarie che, talvolta, rischiano di sembrare esagerate.
Il modello sanitario americano e' assicurativo.
Nasce, soprattutto, dal principio cardine, figlio della cultura calvinista: l'individualismo. La stipula di una assicurazione sanitaria, e' una effettiva contribuzione al sistema del "welfare sanitario". Totalmente individuale e privato, assume forma di contratto (e di scommessa) tra le due parti, il contraente e chi copre finanziariamente i protocolli sanitari richiesti (la compagnia assicuratrice). Il contratto tra le parti, e quindi la tipologia della polizza assicurativa, e' differenziabile (sui costi, e pertanto nei servizi ottenibili) dalle esigenze o semplicisticamente dalla volonta' del contraente (coincide sovente con il budget finanziario del sottoscrittore dell'assicurazione).
Da un punto di vista razionale, affronta ipotesi etiche molto valide.
La malattia del singolo soggetto non deve "pesare" nel sistema di spesa sanitario collettivo, se non per piccole contribuzioni generali, che mantengono, contribuiscono, coprono finanziariamente (ed eticamente ) grandi ospedali e centri sanitari, come avremo modo in seguito di vedere.
L'assicurazione sanitaria non e' obbligatoria, ma lasciata alla libera determinazione del soggetto.
Tuttavia, sono i lavoratori privati a poter scegliere di non stipulare una assicurazione sulle malattie. Tutti i dipendenti, del Governo degli Stati Uniti, del terziario, di ogni altro settore lavorativo e produttivo, sono coperti dalla carta assicurativa medica, perche' vige l'obbligarieta' al "datore di lavoro" di redigere una assicurazione standard per il subordinato. Per standard si intende una fascia che va da un minimo accettabile (il terziario), ad un massimo (un medico in servizio in un ospedale). Inoltre il beneficiario delle coperture assicurative ha la facolta', di "potenziare", integrando l'assicurazione a proprie spese.
Dove sono gli svantaggi di tale sistema?
Gli svantaggi, che potrebbero essere agilmente superati, sono determinati dal fatto che l'individuo umano e biologico ("Bios" vita) , a differenza degli automatismi meccanici e meccanicistici, non e' una macchina che si possa riparare con determinati costi, precedentemente calcolati. La Natura, si esprime in ogni sua forma, mentre l'uomo rimane sordo in fronte ad essa. Accade quindi che il soggetto sociale (cittadino, che non vuole "pesare" sulla collettivita'), stipuli una polizza assicurativa, che tecnicamente e' un contratto tra due parti (una cruda scommessa), ove la compagnia assicuratrice si impegna ad erogare forme di assistenza, meticolosamente calcolate, ma disposte e scelte dal cittadino medesimo. Esistono polizze assicurative sanitarie "tutto compreso" che sono il " Top" ed il meglio che si possa avere, ma i costi di tali polizze non sono alla portata di tutti. Costano circa 1500 dollari al mese, circa 1300 Euro, e possono differenziarsi da compagnia a compagnia (data l'anima commerciale e concorrenziale del mercato americano). I prezzi sono calcolati per le spese di un singolo individuo.
Dove rimane pertanto la problematica?
Il problema e' abbastanza semplice: si sta assicurando un essere umano e biologico, non una "macchina" meccanica o digitale come l'automobile.
Per la medicina tecnologica di Oltreoceano, e' divenuta medesima cosa, ma, ancora per la maggiorparte dei medici europei, fortunatamente cosi' non e'.
Quindi, capita sovente che il cittadino americano medio (si intende con una fascia di reddito tra il minimo che e' calcolato a 1700 Usd mensili, ad un massimo non definito, ad es. un medico negli Usa, sovente supera i 700 mila Usd all'anno) , si assicuri per una copertura di determinati servizi sanitari, per esempio, A, B, C, D, i quali consentiranno di attingere alle prestazioni di queste e quelle coperture e tipologie di intervento sanitario, ma, poi, avviene, per disgrazia (non solo per essa), che questa macchina biologica si rompa in qualche altra parte: l'assicurazione non paga. Puoi anche morire, non cambia nulla.
Questa e' etica Calvinista.
Se in America e' considerata poverta' un reddito inferiore a 1700 Usd per una famiglia di 3 persone, si potra' facilmente comprendere che, una famiglia con tale reddito, non avra' coperture sanitarie private. Tuttavia, almeno uno dei componenti famigliari, sara' un dipendente subordinato e quindi inquadrato nelle polizze assicurative standard.
Si conviene e si generano, giocoforza, misure estreme, come avviene a tutt'oggi nella patria di George W. Bush, nel Texas, dove avviene lo "stacco della spina", anche se non lo si vuole. Nel Texas, se il paziente malcapitato non ha coperture sanitarie per il mantenimento in vita (solo le polizze consistenti integrano tale clausola) , gli viene staccata la spina: legge promulgata ai tempi in cui George W.Bush era Governatore del Texas.
Questa realta' estrema, e' solo in questo Stato Americano, e vige a tutt'oggi. E' bene ricordare che gli Usa sono una federazioni di Stati, diretti ognuno da un singolo governatore con speciali poteri. Il federalismo, e' nella gestione delle problematiche sanitarie e della salute, della polizia locale, nonche' nella gestione della formazione scolastica ed universitaria.
Quando Michael Moore riferisce : "negli States esistono 40 milioni di persone senza possibilita' di curarsi", fa attivita' politica, subdola. Il problema e' che, usa mezzi di persuasione potenti quanto i missili di George W. Bush. Non a caso sono agguerriti nemici.
Cerchiamo di comprendere, le "acidificazioni" di Moore.
Come ho detto sopra, a Cuba, Mosca e Roma, puo' esistere una obbligatorieta' in qualcosa, e l'autodeterminazione del cittadino e' fantascienza.
Non e' cosi in America.
A Mosca, una volta il cittadino pagava le tasse per la salute, sano o malato che fosse. In qualche maniera, qualcuno le continua a pagare ancora oggi (chi puo pagare), ma non si sa bene per chi e per cosa.
Anche in Italia e' uguale.
In Italia, sano o malato, paghi tasse per un qualcosa che per tanti brilla: il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).
In Italia, quello che non si comprende bene, e' perche', se brilla, i nostri dipendenti (come dice Beppe Grillo) non ne usufruiscono. Viceversa, loro hanno una assicurazione sanitaria, come tutti i cittadini in America.
Ovviamente, la polizza assicurativa e' da favola, "Top".
In America, le leggi Italiane, come questa ingiusta sulle diverse e differenti convenzioni sanitarie, farebbero scoppiare una nuova guerra di Secessione.
Come diceva Dante Alighieri: "serva Italia".
Chi si ricorda il passato Governo Prodi (quando andava meno in bicicletta e dormiva di piu' nei palazzi)? La rottamazione (regalo al Signor Fiat ), chi non guidava, chi non voleva l'automobile o semplicisticamente e grottescamente chi non poteva cambiarsela, doveva comunque pagare contributi per coloro i quali dello sconto ne usufruivano, a spese collettive.
Questa filosofica cultura di mercato vige anche nel sistema sanitario italiano. I risultati sono situazioni grottesche, sovente drammatiche, che in questa sede evitiamo di citare.
E Michael Moore? Si dimentica di riferire al mondo intero che, oltre l'85% degli americani senza prestazioni sanitarie, sono giovani belli e balestrati, perche' i nuclei famigliari a 1700 Usd mensili sono pochissimi. Con la disoccupazione quasi a livello zero, cambiano spesso lavoro, sovente effettuano piu' attivita', e si rifiutano di pagare per qualcosa che ritengono non utile per loro stessi. Autodeterminazione dell'individuo.
Conviene precisare qualcosa sulla sanita' Usa: in America non ci sono morituri abbandonati nelle strade, come predicano i padroni del welfare Italiano. Ci scandalizziamo nell'ascoltare giornalisti Rai, con stipendi da favola, affermare stupidita' aberranti su argomentazioni del genere.
Le piccole e leggere tassazioni del capitolo sanitario (tasse federali), permettono a tutti i cittadini americani di usufruire di qualsiasi cura o intervento chirurgico. Anche per i non possessori di polizza assicurativa. Inoltre gia' dal lontano 1986, il Congresso dispose l'Emergency Medical Treatment and Active Labor Act, che imponeva anche agli ospedali e cliniche private (Hotel a 7 stelle) di fornire cure di emergenza a tutti, proprio tutti, prima del trasferimento nelle strutture pubbliche, e lo stesso vale per gli immigrati, anche se clandestini. E confermiamo che le strutture pubbliche americane non sono i nostri Ospedali/Ostelli, ma hotel a 5 stelle.
Tutto questo non solo a New York, all'ospedale pubblico (il Bellevue Hospital), ma in qualsiasi provincia americana. Ancora, la lungodegenza che in Italia e' convenientemente abolita (per risparmiare), in America e' prassi.

I miti della Sanita' Cubana.
Eccellente come dicono Moore, o Vincenzo Mollica?
Solo una bufala.
Castro aveva inteso "colpire" l'opinione pubblica mondiale con i miti dello Sport (all'Avana, esistono eccellenti scuole di Boxe Inglese -Pugilato- di forte matrice Usa ), della Istruzione pubblica, della Sanita'. Il numero chiuso nelle facolta' universitarie di medicina venne tolto e inizio il mito della Sanita'.
A Cuba, non esistono piu' medici specialisti.
Ben 30.000 sono gia' stati inviati in Venezuela e Bolivia. Paesi che si costruiscono un "nuovo mito" di sanita' pubblica, e in cambio inviano petrolio a Cuba, che, pero', per via dell'embargo americano, viene venduto all'estero, con ingenti ricavi economici per Castro e la sua kermesse di burocrati.
Ospedali cubani di eccellenza: la Cira Garcia, dove nemmeno i cubani ricchi (i raccomandati della nomenklatura) riescono ad entrare. Rimane riservata agli stranieri con Dollari sonanti.
C'è la clinica "di Stato" Cimed, riservata ai burocrati di partito. Recentemente Castro vi e' stato ricoverato.
Perche' Michael Moore non dice la verita' sul fatto che tutti gli altri, poveri e poverissimi, se necessitano di cure, non hanno che fatiscenti ospedali, dai vetri rotti? E devono premunirsi delle lenzuola, della lampadina tascabile (stanze sprovviste di elettricita' ), e perfino del filo di sutura? E mancano i farmaci, perfino l'Aspirina? Mancano anche nelle poche farmacie sparse all'Avana, e nell'intero Paese. Anche queste, semi-vuote, con i vetri rotti.
La gente si cura con le piante officinali. Ma non sono prodotte con quella tecnologia avanzata che utilizziamo in Europa. Sono sovente erbette essiccate, di provenienza campagnola. Finiranno anche queste. Sempre meno coltivatori diretti, perche' vesseggiati dalle leggi.
Non esiste la propieta' privata, e il prodotto (dal duro lavoro e dal sudore) deve, per legge, essere venduto allo Stato, in un dividendo infinitesimale. Di fatto, i fornitori di prodotti agro-alimentari sono gli odiati americani.
Non e', per caso, una potente contraddizione?
Caro Moore, puoi sempre decidere di venire a vivere in Italia, Vincenzo Mollica sara' felice di ospitarti, con le sue rubriche da favola. E quando avrai mal di pancia, non dovrai volare nei tuoi ospedali americani, con la tua super-assicurazione sanitaria, quella da favola. Ti bastera' ricoverarti in qualche ospedale di provincia Italiana.
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