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Fastweb. L'autoassoluzione dell'ad Parisi bisticcia con le quotidiane pratiche commerciali scorrette
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Comunicato di Domenico Murrone
3 aprile 2010 11:34
 
Non amiamo intervenire sulle indagini penali che coinvolgono i  gestori telefonici. Dal nostro punto di vista, per farci un'idea non positiva delle compagnie, e' sufficiente constatare le quotidiane vessazioni ai danni degli utenti (mega bollette, promesse non mantenute, servizi che non funzionano). Non possiamo tacere, pero', di fronte alla campagna autoassolutoria di Fastweb, nell'ambito dell'inchiesta su un'attività illecita di riciclaggio per oltre 2 miliardi di euro. Indagini che coinvolgono anche Sparkle, società del gruppo Telecom Italia. Ricordiamo solo che le attivita' illecite, al vaglio dei magistrati, sono collegate ai tristemente famosi numeri speciali (899 e similari), che hanno gonfiato per anni le bollette degli italiani. Numeri speciali di cui disponevano in abbondanza sia Telecom Italia, sia Fastweb, sia Eutelia-Voiceplus (altra societa' coinvolta in altre indagini, sempre riguardanti numeri speciali e frode fiscale). Da quel che e' possibile desumere dall'esterno, i profitti che le societa' acquisivano dalla (per ora presunta) attivita' illecita erano duplici: vantaggi fiscali e da addebiti illegittimi sulle bollette. Serieta' imporrebbe alle societa' coinvolte di tener conto  anche dei danni procurati agli utenti quando si fanno dichiarazioni autoassolutorie. "Fastweb deve continuare a crescere sul mercato italiano ... Con la qualita', la trasparenza e la professionalita' che ci hanno sempre contraddistinto", ha scritto Stefano Parisi, l'amministratore delegato autosospesosi. Ecco, questa trasparenza e professionalita' non si desume dalle segnalazioni che ci giungono dagli utenti, con pratiche commerciali scorrette piu' volte sanzionate dall'Antitrust.
Un po' di sana prudenza, visto le indagini in corso, e le irregolarita' gia' accertate da altre autorita', non guasterebbe e dimostrerebbe un reale interesse della societa' verso gli utenti.

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