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Mozzarella blu. E' meglio per ora non consumare prodotti Granarolo. Sono urgenti ispezioni ovunque
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Comunicato di Vincenzo Donvito
24 luglio 2010 16:14
 
 L'azienda Granarolo era consapevole che il suo fornitore tedesco di materia prima, Milchwerk Jager Gmbh, gli vendeva prodotti non conformi che comunque erano utilizzati per produrre una provola dolce. Questo emerge dopo un sopralluogo nella sede della Granarolo da parte della polizia giudiziaria inviata dal pm Raffaele Guariniello.
Uno schiaffo a tutti coloro che, fin dall'inizio, hanno giocato a “dagli allo straniero” e “il made in Italy garantisce contro queste schifezze” perche' la prima mozzarella blu era di questa azienda tedesca, ma le successive no. Il problema delle schifezze, quindi non e' una questione territoriale ma solo di onesta' dei produttori (ricordiamo gli scandali delle bufale campane?), indipendentemente se usano il marchio “made in Italy” o fanno pagare un prodotto simile dieci o venti euro. “Tutto il mondo e' paese” e l'Italia, come la Germania, non e' da meno: il consumatore e' tale ovunque cosi' come ovunque viene considerato alla stregua di un soggetto che deve solo pagare, consumare e non sapere.
E proprio per questo urge che i consumatori prendano da soli le proprie precauzioni, in attesa che le autorita' dicano la propria. Nella fattispecie invitiamo a non consumare prodotti della Granarolo. Il mercato offre tante altre mozzarelle e provoline che non ne risentiremo affatto, ma almeno saremo sicuri, rispetto allo specifico fatto contingente emerso oggi, di non ingerire chissa' cosa.
Nel contempo auspichiamo che le indagini siano estese a tutte le aziende di prodotti caseari e, ogni volta che emerge un minimo di responsabilita' o di dubbio, il consumatore e' bene che si difenda da se'.
Poi vedremo, anche rispetto a quanto ci diranno e a quanto sanzioneranno le autorita'.
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