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Parafarmarcie e pubblicita'. Tar Toscana accoglie ricorso contro monopolio farmacie. Il Comune dovra' riconsiderare i divieti. Verso migliori vantaggi economici per la categoria e i consumatori?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
4 aprile 2016 11:12
 
 Le parafarmacie, nonostante le limitazioni che continuano ad esserci nella normativa nazionale per la vendita di alcuni prodotti (1), sono diventate un servizio importante per la tutela della salute pubblica. Maggiore capillarita' sul territorio, orari piu' elastici e continui, le hanno fatte diventare dei presidi sanitari indispensabili. Inoltre, in un regime comunitario dove la concorrenza e il libero mercato sono la strada da seguire per gli innegabili vantaggi economici che ne derivano per imprenditori e consumatori, le limitazioni che spesso ci sono da parte delle amministrazioni comunali, oltre che anacronistiche sono un vero e proprio boicottaggio per la salute del cittadino.
E' cosi' e' stato anche nella citta' di Firenze fino alla sentenza n, 520/2016 dello scorso 21 marzo. Il Comune di Firenze ha boicottato qualunque richiesta delle parafarmacie per poter installare un insegna a bandiera con una croce che, piu' facilmente, potesse far individuare ai consumatori la presenza di questo tipo di presidio sanitario. Le capziose motivazioni erano legate al decoro, ma, visto che questo decoro non e' mai esistito per le farmacie, e' evidente che si e' sempre trattato di una discriminazione dettata dal potere di lobby della corporazione delle farmacie, per impedire che il mercato facesse il suo corso. E loro continuassero a lucrare grazie alla loro posizione e al loro potere di rendita.
Ora grazie ad una tenace avvocato, Carlo Ambrogi, che ha rappresentato al Tar della Toscana la parafarmacia Sibilla di via Cavour a Firenze, la situazione si e' modificata. Il tribunale amministrativo ha riconosciuto che l'insegna della croce a bandiera non puo' essere un monopolio delle farmacie, ma ha sentenziato che le concessioni dovranno essere rivalutate considerando solo “la compatibilita' dell'insegna con le caratteristiche ambientali e l'architettura dell'immobile usando parametri imparziali e non discriminatori”.
Una sentenza che non pone un paletto definitivo, ma che stabilisce la fine di un arrogante monopolio e l'affermazione di un diritto di comunicazione e informazione. Il problema che a questo punto si pone e' se il Comune di Firenze -noto perche' in diverse occasioni stravolge le leggi, le norme e le sentenze a vantaggio di propri interessi corporativi- armonizzi le proprie esigenze di decoro al fatto in se', ma non utilizzi questo parametro per continuare a discriminare e genuflettersi alla corporazione della farmacie. Non sarebbe la prima volta…..

Qui la sentenza
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