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Tlc e nuove reti di accesso. Impedire monopoli e posizioni dominanti di mercato
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Comunicato di Vincenzo Donvito
3 dicembre 2014 14:51
 
 L'aula della Camera ha approvato diverse mozioni sulle Tlc che riguardano la realizzazione di reti di accesso di nuova generazione aperte, efficienti, neutrali, economiche e pronte per evoluzioni future, e la definizione di un relativo modello di governance. Una delle mozioni chiede di sostenere il progetto di costituzione di una nuova infrastruttura in fibra attraverso una societa' in cui potranno essere coinvolti investitori finanziari specializzati.
Ci viene in mente, ovviamente, la vicenda di Metroweb Italia, su cui pende l'interesse del cda di Telecom Italia per il 53,8% oggi in mano a F2i (Fondi italiani per le Infrastrutture), cioe' il controllo totale con, partecipazione minoritaria (46,2%) della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) cioe' lo Stato. Si vocifera che sempre la Cdp sia interessata alla quota F2i (arrivando quindi al controllo totale), ma e' di oggi la smentita da parte del suo presidente Franco Bassanini (1).
La partita in gioco e' alta, perche' si tratta del controllo o dell'affossamento delle tecnologie piu' avanzate di tlc, fondamentali per lo sviluppo industriale e domestico.
Con il voto di oggi alla Camera, cosa succedera'? Domanda a cui la risposta e' difficile in termini precisi, ma si puo' pensare, visto l'andazzo di mercato e concorrenza nel nostro Paese, ad un prosieguo dello stesso.
Telecom si sta impegnando per portare a termine l'acquisizione di Metroweb, nonostante i tentativi di stop che gli sono stati messi sul percorso da uno dei suoi principali “competitori” -Vodafone- con una lettera all'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), in cui sono state esternate le preoccupazioni per una acquisizione da parte di Telecom con la conseguenza, di fatto, di un monopolio sulle fibre di Metroweb.
Un prosieguo della posizione dominante di mercato da parte di Telecom che sarebbe spianato dalla richiesta, contenuta nelle mozioni odierne, di investitori finanziari specializzati per la realizzazione di queste infrastrutture... e chi meglio di Telecom sarebbe alla bisogna? Non a caso, proprio oggi, l'ad di Telecom ha esternato apprezzando il voto della Camera e puntando il dito contro chi parla e, a suo dire, non investe (“chi ci critica deve investire” -1). Insomma un gioco delle parti dove ognuno, e soprattutto i piu' potenti e quotati nel potere politico ed economico, cerca di tirare a suo vantaggio in una sorta di “io sono il mercato”, perche' faccio.
E' evidente che i risvolti di tutto quanto ricadranno sull'utenza, domestica e business, gia' oggi penalizzata da politiche commerciali (di tutti i gestori e non solo Telecom) predatorie e vessatorie. Politiche commerciali che diventano proporzionalmente piu' aggressive rispetto al potere industriale e tecnico di ogni gestore, potere che oggi si corre il rischio che venga potenziato.
Che fare? Solo l'Antitrust puo' intervenire, visto che il legislatore ha preferito restare su generiche indicazioni di indirizzo. Sempre che poi il legislatore non vanifichi il lavoro di questa Autorita'...

(1) IlSole24Ore del 03/12/2014
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