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Agricoltura biologica per tutto il mondo?
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Articolo di Redazione
4 maggio 2012 11:54
 
Da tempo, il futuro dell'alimentazione ruota attorno a un contenzioso: Può l'agricoltura biologica nutrire una popolazione mondiale in continua espansione, oppure il baricentro resta ancorato ai metodi convenzionali di coltivazione?

In Nature (online) gli studiosi di scienze ambientali diretti da Verena Seufert della McGill University di Montreal, Canada, offrono una valutazione motivata sul tema. Essi sostengono che l'apporto dell'agricoltura "bio" potrebbe essere superiore a quanto ritengano i suoi critici, giacché la quantità di prodotto per area coltivata non si discosta molto tra i due sistemi.
L'argomento principale degli oppositori del bio è infatti che, a parità di raccolto, esso necessiti di più terreno. L'équipe di Seufert ha analizzato numerosi studi sul punto, e ha concluso in questo modo: In media, i raccolti prodotti dalla coltivazione biologica sono un quarto in meno rispetto a quella convenzionale, ma ci sono notevoli differenze; se per i cereali il divario è particolarmente grande, per le leguminose, i semi di soia oppure le piante pluriennali come gli alberi da frutto, le percentuali sono ravvicinate; se poi la coltivazione avviene in maniera ottimale, la differenza scende al 13%. Ecco perché l'agricoltura biologica potrà dare un contributo importante anche in futuro.
E' probabile che la conclusione di questo studio non soddisfi però i sostenitori più genuini del bio, poiché il loro auspicio è un'agricoltura disintossicata da posizioni ideologiche, capace di coniugare i benefici di ambedue i sistemi di coltivazione.

(articolo pubblicato su Sueddeutsche Zeitung del 26-04-2012. Traduzione di Rosa a Marca)
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