L'editoriale del quotidiano argentino "La Nacion" di oggi era intitolato "Il destino della foglia di coca". Ne riportiamo un'ampia sintesi.
"Nelle ultime settimane, la Coca-Cola -la bevanda analcolica piu' popolare dal 1985- e' stata protagonista di tre avvenimenti di stampo internazionale". L'editoriale quindi parla del restyling grafico della scritta e dell'episodio avvenuto in Venezuela. Durante lo sciopero generale un generale dell'esercito aveva infatti sequestrato una grossa quantita' di questa bevanda per distribuirla, perche' "il diritto collettivo deve prevalere nei confronti dei diritti individuali", ovvero di chi, con lo sciopero, metteva a rischio la vendita della Coca Cola.
"Infine, il viceministro alla Difesa Sociale della Bolivia, Ernesto Justiniano, ha informato che i suoi uffici avevano autorizzato l'esportazione di 159 tonnellate di foglia di coca verso gli Stati Uniti per la produzione di sciroppi utilizzati nella produzione della popolare bevanda gassata. Il fatto e' stato negato perentoriamente dalla Coca Cola di Atlanta, attraverso uno dei suoi portavoce.
Tre anni fa, il quotidiano "Folha de Sao Paolo" aveva pubblicato una nota in cui si affermava che la filiale brasiliana della Coca Cola comprava grandi quantita' di coca in Bolivia. Tuttavia -chiariva l'articolo-, l'acquisto non e' stato mai realizzato in maniera diretta, ma attraverso un laboratorio multinazionale, con sede nel New Jersey, Usa. Questo laboratorio era incaricato di comprare e processare la foglia di coca che, come composto, veniva venduto ai proprietari della bevanda rinfrescante. Anche allora, come ora, la Coca Cola aveva negato l'uso della foglia di coca come uno degli ingredienti della gassosa tradizionale.
Era successo anche che, tra il 1997 e il 1999 furono esportate verso gli Stati Uniti, dalla Bolivia e dal Peru', 340 tonnellate di foglia di coca, circostanza che -se venisse confermata- sarebbe una grande ironia, dato che da un lato le varie amministrazioni nordamericane hanno investito, e investono, importanti somme di denaro e enormi sforzi in capitale umano e militare per eradicare le piantagioni di coca e per combattere il narcotraffico nei diversi posti del mondo, e dall'altro utilizzerebbero questa stessa "materia prima", che cercano di bandire, per fini sanitari e alimentari.
Quelli che si dichiarano consumatori della principale bevanda della marca Coca Cola hanno sempre ammesso che, grazie al suo gradevole sapore e alla sensazione di freschezza, risulta difficile smettere di consumarla. Senza la volonta' di stabilire una comparazione che potrebbe risultare arbitraria e perfino ridicola, si deve comunque ricordare che la cocaina e altre sostanze illegali si caratterizzano, esattamente, perche' generano nel consumatore un effetto coercitivo che porta alla dipendenza. L'osservazione puo' sembrare ingenua, tuttavia nell'immaginario pubblico si sono proposti piu' di una volta interrogativi basati su questo sospetto.
Sebbene la formula della popolare bevanda sia un segreto mai rivelato, le autorita' dovrebbero -senza arrivare all'estremo di rivelare in dettaglio tutti i suoi componenti- dissolvere i dubbi in merito al fatto che la coca sia, come diverse volte e' stato detto, uno degli ingredienti che la compongono. Se questo non avvenisse, si starebbe alimentando i sospetti di un discorso ambiguo, poco salutare e contrario agli elementari criteri di coerenza".