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Assistenza sanitaria mondiale. ILO: colmare il deficit delle zone rurali
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Articolo di Redazione
28 aprile 2015 9:45
 
L'obiettivo delle Nazioni Unite di offrire una base di protezione sociale a tutta la popolazione mondiale, dovra' essere confortato da uno sforzo particolare verso le zone rurali. Secondo un rapporto dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), pubblicato il 27 aprile, piu' della meta' della popolazione rurale nel mondo e' esclusa dalle cure sanitarie.
La differenza con gli abitanti delle zone urbane e' notevole: 56% delle persone che abitano nelle zone rurali non ha accesso alle cure essenziali, rispetto al 22% di quelle delle zone urbane.
Questa situazione studiata dall'ILO, che mette insieme i rappresentanti dei governi, delle imprese e dei sindacati dei salariati di 185 Paesi (lo studio riguarda 174 Paesi), rivela delle disparita'. I Paesi in via di sviluppo sono i piu' toccati da questa assenza di copertura sanitaria, il tasso nelle zone rurali arriva all'83% in Africa.
Assenza di personale in Africa
L'assenza di personale sanitario nelle zone rurali spiega in gran parte il fenomeno. Piu' della meta' della popolazione mondiale vive ancora in zone rurali, un tasso che sale al 68% per l'Asia del sud o al 63% per l'Africa subsahariana, meno di un quarto degli addetti alla sanita' lavorano in queste zone. In Nigeria, per esempio, piu' dell'82% della popolazione rurale e' esclusa da questi servizi perche' manca il personale sanitario, rispetto al 37% della popolazione urbana.
“Alcuni decenni di sotto-investimenti nella sanita' hanno interrotto gli sforzi per lo sviluppo dei sistemi nazionali di sanita' ed hanno portato a questo deficit della sanita' in zona rurale. Questo rappresenta un costo umano colossale”, ricorda Isabel Ortiz, direttrice del Dipartimento della Protezione Sociale dell'ILO. La stessa ILO stima che, dei 10,3 milioni di lavoratori della sanita' che mancano in tutto il mondo, sette milioni dovrebbero essere effettivi nelle zone rurali.
Lavoro precario e informale
Queste zone rurali dell'Asia, dell'America Latina o dell'Africa sono anche contrassegnate dal lavoro informale, precario, piu' esposto all'assenza di copertura sociale e sanitaria. Senza contare che se l'accesso alla sanita' e' garantito per legge, gli abitanti delle zone rurali restano esclusi dalle cure sanitarie perche' le leggi non sono applicate li' dove loro vivono. “L'assenza di copertura legale, gli addetti alla sanita' insufficienti, i finanziamenti non sufficienti agli alti pagamenti diretti, hanno creato delle ineguaglianze che possono mettere in pericolo delle vite in numerosi Paesi”, dice Xenia Scheil-Adlung, coordinatrice delle politiche della sanita' dello ILO e responsabile di questo rapporto.
La mortalita' materna e' anche circa tre volte maggiore nelle zone rurali rispetto a quelle urbane, con 29 decessi su 10.000 nascite rispetto a 11. Questo numero si attesta su 55 nelle campagne in Africa (29 nelle zone urbane).
Lo studio dello ILO evidenzia che mancano delle risorse finanziarie, due volte in piu' nelle zone rurali che in quelle urbane. La popolazione rurale dell'Africa e dell'Asia ha dei pagamenti diretti che crescono rispettivamente al 42 e al 46% del totale delle spese sanitarie. In numerosi Paesi asiatici come Afghanistan, Bangladesh, Cambogia e Sri Lanka, questa differenza e' tre volte maggiore nelle zone rurali rispetto a quelle urbane.
Dalla carita' ai diritti
Per lo ILO, bisogna riassorbire questi deficit di accesso alla sanita' nelle zone rurali adottando un approccio sistematico che riguardi simultaneamente l'assenza dei diritti, degli addetti alla sanita', dei finanziamenti, della protezione finanziaria e della qualita'.
“Lottare contro queste ineguaglianze presuppone di prendere in considerazione le caratteristiche proprie delle popolazioni rurali, essenzialmente un forte tasso di poverta' e l'informalita' del lavoro. Questo significa passare dalla carita' ai diritti, offrite agli addetti della sanita' condizioni di lavoro decenti che migliorino la loro produttivita', e riduca i pagamenti diretti dei pazienti per evitare la poverta' -dice Scheil-Adlung-. Questo significa l'adozione di politiche socio-economiche inclusive”.
L'educazione, la creazione di impieghi decenti fanno parte della soluzione per ridurre le ineguaglianze di accesso alla sanita'. Lo sviluppo dei sistemi sanitari e di protezione sociale, e' anche un condizione imprescindibile. Lo ILO, in occasione della 104ma conferenza internazionale di Ginevra a giugno, dovra' discutere della “transizione dall'economia informale all'economia formale” con l'obiettivo strategico di una protezione sociale universale.

(Articolo di Rémi Barroux, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/04/2015)

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