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Autorita' indipendenti: i potenti preferiscono avere un segnalatore
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Articolo di Domenico Murrone
1 settembre 2009 0:00
 
A che serve un'autorita' indipendente se non ha strumenti per controllare o non vuole farlo? Di Authority ce ne sono di nazionali, europee, mondiali e … locali. Non sempre hanno dato esempio di efficacia, per naturale propensione delle stesse a prostrarsi ai piedi dei potenti (pubblici o privati) o per gli inadeguati poteri di controllo che vengono loro conferiti, o per l'aperta ostruzione del potere politico.
Rimanendo in Italia:
l'Agcom (Autorita' sulle comunicazioni) in questi anni ha 'garantito' gli assetti del settore della telefonia (Telecom Italia era e rimane dominus scorretto del mercato), ha di fatto avallato il duopolio Rai-Mediaset, solo in parte scalfito da Sky di Murdoch.
A proposito di comunicazione, l'Antitrust sostanzialmente non ha alcun potere sul conflitto di interessi del Primo ministro Silvio Berlusconi e, piu' di recente, lo stesso Governo Berlusconi ha di fatto tolto tutti i poteri di controllo all'Antitrust sul sostanziale monopolio di cui gode Alitalia dopo la privatizzazione sulla tratta Roma-Milano.
Un altro intervento politico ha fermato l'azione del Garante della Privacy contro il fenomeno delle chiamate commerciali senza autorizzazione. Quando il Garante, dopo anni e anni di inutili richiami, ha 'informato' le societa' coinvolte che rischiavano la galera se continuavano ad usare illecite banche dati (che contengono i dati di utenti), e' intervenuto il Parlamento che ha detto: potete continuare ad infrangere la legge fino a fine anno.
E poi, uno dei giochi preferiti del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e' l'attacco a Banca d'Italia.
A livello locale la situazione non e' migliore.
Pochi conoscono la sigla Aato. Significa Autorita' d'ambito territoriale ottimale. Hanno competenza su un determinato territorio (piu' o meno coincide con quello delle province) e dovrebbero controllare l'operato del gestore idrico a cui sono affidati i servizi di erogazione dell'acqua, fognario e depurazione. Dell'Aato fanno parte tutti i Comuni del comprensorio.
La perversione della legge che regola la materia e' che permette che i Comuni possano essere, oltre che parte dell'autorita' di controllo, anche soci della societa' a cui e' affidato il servizio idrico.
Per esempio, in Toscana l'Aato 3 agisce nel territorio delle province di Firenze, Prato e parte di Pistoia, in quest'ambito il gestore e' Publiacqua che e' ha tra i soci gli stessi comuni (1).
A questo caos logico e normativo si aggiunge, o forse ne e' naturale conseguenza, la sudditanza dell'Aato verso il gestore Publiacqua.
Circa dieci giorni fa l'Aduc ha denunciato l'atteggiamento 'da usuraio' della societa' Publiacqua, che e' il principale gestore idrico della Toscana, che vanta tra i suoi soci 49 Comuni, a cominciare da Firenze.
Per il fallimento di una societa' terza, un migliaio di utenti Publiacqua si sono ritrovati 'inadempienti', malgrado avessero pagato sempre le bollette. Publiacqua, che era a conoscenza della situazione dal gennaio 2009, tace fino al 27 luglio, quando tramite una lettera minatoria intima: se non pagate entro 30 giorni tagliamo il servizio, in piena estate, quando molti utenti sono fuori citta' (2).
Cosa ha fatto l'Aato? Nulla o quasi, anche se di questa situazione ne era a conoscenza almeno dall'inizio di luglio; quando un utente si e' rivolto all'Aato, l'ufficio per il consumatore lo ha aiutato a ridurre il danno. In sordina, senza interventi ufficiali.
E neppure dopo che il caso e' finito sulle pagine della stampa locale, ci sono state prese di posizione di Aato a censura dell'omessa informazione, anzi informalmente sembra apprezzi le giustificazioni di Publiacqua.
Questa fiorentina e' una storia piccola piccola e allo stesso tempo emblematica.
Emblematica perche', l'Autorita' non si e' posta come il soggetto che regola, che indaga, che 'comanda'. E il fatto che abbia aiutato il singolo consumatore, senza prendere in mano la situazione, e' un altro elemento che testimonia la soggezione del controllore rispetto al controllato. Infatti, il controllato (il potente) e' ben contento di poter elargire un singolo aiutino, piuttosto che affrontare le responsabilita' nel suo complesso.
E' il sogno di tutti i potenti, aziende private (gestori telefonici, banche, ecc.) e enti pubblici: avere non un controllore, ma un segnalatore di singoli disservizi.
 
(1)
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