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BANCA, BANCA DELLE MIE BRAME..... OVVERO: E' TUTT'ORO QUEL CHE RILUCE?
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Articolo di Annapaola Laldi
15 luglio 2001 0:00
 

(lettera al direttore della Filiale della Banca di cui sono cliente) Egregio Direttore,
aderisco volentieri all'iniziativa del "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO" di Vecchiano (PI), denominata "CAMPAGNA BANCHE TRASPARENTI" , e Le invio, qui allegata, la relativa cartolina.
Chiedo quindi a Lei, nella Sua qualita' di Direttore di Filiale, di intervenire presso la Direzione generale del Suo Gruppo affinche' risponda al questionario gia' da tempo inviato dal Centro promotore.
Tale questionario contiene numerose domande che toccano sostanzialmente sei ambiti, e cioe' le SCELTE FINANZIARIE dell'Istituto, l'AMBIENTE, il DEBITO DEL SUD DEL MONDO, le ARMI, gli ILLECITI e i PARADISI FISCALI.
Lo scopo per cui il questionario e' stato pensato e' quello di consentire la redazione di una "Guida al risparmio responsabile" da mettere a disposizione delle persone che utilizzano i servizi bancari e che, sempre piu' numerose, si chiedono non solo quale sia la Banca che possa assicurare loro il miglior trattamento, ma anche quale sia l'uso che la stessa Banca fa dei denari a essa affidati.
Sembra infatti che si stia diffondendo in misura crescente e piu' capillare la consapevolezza -anche se per ora certamente alquanto confusa e piena di contraddizioni- che il comportamento del singolo individuo, qui e ora, produce effetti precisi, anche se non controllabili, da qualche parte del mondo e per un periodo di tempo non misurabile.
Tale consapevolezza e' scomoda e faticosa da sostenere sulle nostre esili spalle. Guardarla in faccia per quello che e' mi pare sia il fatto nuovo, caratteristico del momento storico che stiamo vivendo. Finora, i comportamenti, che la tradizione ci ha consegnato e che abbiamo in generale seguito, oscillano fra la confessione di impotenza e la pretesa dell'onnipotenza.
Nel primo caso -il piu' diffuso- ci diciamo che noi, come singoli, non possiamo farci niente in cose cosi' grosse , e che, semmai, ci sono enti, associazioni, organizzazioni che meglio di noi possono controllare e intervenire. Al massimo, si sostengono alcune di queste associazioni. Pero', a ben guardare, un residuo di amarezza si conserva in qualche recesso della mente (o del cuore), un certo disagio ci accompagna nella vita quotidiana e magari, di fronte a una piccolezza, che pero' ci pare un sopruso ai nostri danni o anche di qualcuno che emotivamente sentiamo vicino, si accende, con stupore anche nostro, un inaudito accesso di violenza. "Ne ho sopportate abbastanza. Adesso basta!". Non puo' essere, questo, il segnale che ci eravamo spinti troppo indietro rispetto alle nostre effettive responsabilita'? Non puo' essere il segnale che ci eravamo ritenuti piu' impotenti di quanto siamo realmente?
Il secondo caso, quello del sentimento di onnipotenza, ben conosciuto probabilmente da tutti a livello di pensiero , e' espresso nei fatti da un numero minore di persone. Qui l'individuo si sente responsabile di tutto e per tutto, pretendendo che il suo agire di questo momento abbia gli effetti desiderati seduta stante. Non si tollerano mediazioni e compromessi. Si esige da noi stessi -ma anche dagli altri- una "purezza" di intenti e di azioni inequivocabile. Si e' anche disposti a pagarla di persona...... E che altri paghino a usura per questa nostra pretesa sembra essere un corollario piu' che ovvio. Anche in questo caso l'incontro/scontro con la realta', con l'intreccio e l'amalgama di cui tutti e tutto sono fatti, produce amarezza, se non acredine, e certo, in un modo o in altro, grande delusione. Due componenti, la cui miscela, puo' anche diventare altamente esplosiva. Non puo' essere, questo, il segnale che ci eravamo spinti troppo avanti rispetto alle nostre effettive forze e responsabilita'? Che avevamo preteso troppo da noi e dagli altri? O che, semplicemente, non ci eravamo accorti di stare operando anche noi nello stesso identico modo che dicevamo di voler combattere?
Questa e' la tradizione dei nostri comportamenti.
Ma, come osservavo prima, in questo momento storico ci stiamo avventurando nel mare aperto di una nuova consapevolezza, che comporta un'inedita assunzione di responsabilita' individuale, col suo senso realistico dei limiti personali (o di gruppo) e della vastita' e complessita' degli intrecci in cui siamo inseriti. Siamo, si', una piccola parte, forse infinitesimale, di un enorme sistema, ma una parte che -scusi il gioco di parole- puo' e deve fare la "sua parte" consapevolmente. Perche', inconsapevolmente, e quindi, alla cieca, la sta gia' facendo da sempre. E il conto di questo vivere a caso ce lo stanno consegnando in varie maniere.
Il punto, dunque, non e' fare il censimento dei "buoni" e dei "cattivi", ma entrare con gli altri soggetti in un rapporto dialettico che consenta a tutti di vedere meglio quali sono gli atteggiamenti e le scelte piu' intelligenti e lungimiranti per assicurare a individui e gruppi una vita degna di questo nome. Al di la' delle tendenze e delle mode, anche le piu' affermate e apparentemente vincenti.
E' in questo quadro che, personalmente, vedo inserita l'iniziativa della "Campagna Banche trasparenti".
Utile, non tanto, a conoscere i "segreti" delle Banche. Che non esistono piu' come, potenzialmente, nella realta' di Internet, oggigiorno non esiste piu' alcun segreto. Trovare, infatti, qualcuno che sia in grado di analizzare le pieghe dei bilanci e fare controlli incrociati per verificare la veridicita' di affermazioni e dati ufficiali non credo sia difficile, e probabilmente c'e' gia' chi lo sta facendo. Forse e' gia' (quasi) tutto in rete. Basta avere occhi per vederlo.
E, neppure, utile, a mio avviso, per il suo aspetto ricattatorio ("se non rispondete, o non mi date risposte soddisfacenti, cambiero' Banca"), che pure esiste, quanto piuttosto come opportunita' per fermarsi un momento a fare il punto della situazione economico-finanziaria e riflettere: tutti quanti, e ciascuno nella misura dei suoi poteri e responsabilita', chiamati a confrontarci in prima persona con questa particolare realta' che e' la gestione del denaro: io che scrivo, come cliente, Lei, che ha la pazienza di leggere queste righe, e che, se ha una responsabilita' professionale limitata alla gestione della Filiale che dirige, non ignora di certo l'intreccio fra tale responsabilita' e quella di essere persona umana, e, infine, la Dirigenza della Banca in cui lavora, che, pur essendo un'entita' "anonima", e' comunque composta di singoli individui alle prese, anch'essi, con la medesima complessita' della vita.
Ciascuna domanda del questionario apre un capitolo importante per la vita quotidiana di ogni essere umano sia qui, in questa parte di mondo, sia altrove. Accettare di rispondere sara', in primo luogo, da parte delle Banche, il segnale di una volonta' di dialogo fattivo con gli utenti, della loro disponibilita' a giocarsi, per cosi' dire, alla pari, accettando di mostrarsi per quello che sono, nella realta' delle loro scelte economiche e finanziarie, e libere, una volta tanto, dalla sfinente necessita' di inventarsi specchietti per le allodole nella forma di estrazioni a premi, regali abbinati a speciali conti, offerte di "benefit", che non si sa con precisione chi beneficino di piu' (se il cliente, la Banca o l'impresa che offre il servizio) ...... Le risposte, che le Banche daranno, forniranno poi -ed e' questo che conta massimamente- uno spaccato di prima mano, aggiornato e autorevole, della nostra realta' che e' importante conoscere per sapere da dove viene - anche - il nostro attuale benessere, la remunerazione dei nostri piccoli o grandi risparmi che alle Banche affidiamo. Per rifletterci, in una parola, anche noi, persone comuni (e "comune", spesso impropriamente lo consideriamo sinonimo di "innocente"), in questo specchio molto misterioso del cosiddetto "risparmio", e vedere se e' davvero tutt'oro quel che riluce.
Come quasi sempre accade quando ci si guarda allo specchio, c'e' una trepidazione rispetto all'immagine che ci verra' incontro. Quale sara' non so dirLe. Ma a me pare valga la pena accettare la sfida di conoscerla, ed e' per questo che La invito cortesemente a inoltrare questa richiesta alla Direzione generale del Suo istituto, caldeggiandone l'accoglimento.
In attesa di un riscontro Suo e della Direzione generale, porgo cordiali saluti
Annapaola Laldi

Appendice:
Per comodita' si riporta una scelta di testi e documentazione della "Campagna Banche trasparenti". Per informazioni piu' precise:
e-mail del "Centro Nuovo Modello di Sviluppo": [email protected]

"CAMPAGNA BANCHE TRASPARENTI
Ti sei mai chiesto come la tua banca usa i soldi che le affidi?
E se li usasse per finanziare progetti devastanti per l'ambiente o per i poveri del Sud mondo, per finanziare il commercio di armi o le imprese che non rispettano i diritti umani, glieli affideresti lo stesso?
Se tu sapessi, potresti scegliere.
Cara Banca fammi sapere come ti comporti!
Se vogliamo vivere in un mondo piu' pulito e piu' giusto dobbiamo spingere le imprese e le banche a scelte rispettose dell'ambiente, dei diritti umani, delle comunita' locali, dei lavoratori. Come consumatori e come risparmiatori possiamo condizionare le imprese e le banche rivolgendoci solo a quelle che hanno comportamenti responsabili.
Ma per scegliere e' necessario sapere.
Per questo il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, che in passato ha pubblicato la "Guida al consumo critico", ha deciso di produrre una "Guida al risparmio responsabile". Le informazioni saranno raccolte indagando in varie direzioni, ma per cominciare e' stato inviato un questionario a tutte le banche con domande su ambiente, terzo mondo, armi, societa' e terzo settore, diritti dei lavoratori, illeciti, rispetto della clientela e paradisi fiscali.
Tuttavia la cultura della trasparenza e' ancora poco radicata nel nostro Paese e le banche stentano a rispondere. Per questo e' necessario il tuo intervento.
Informa la tua banca che pretendi di sapere come si comporta.
Aderisci anche tu alla campagna "Banche Trasparenti".
Tutti insieme possiamo farcela.
Tutti insieme possiamo far uscire le banche allo scoperto.
Alcune domande chiave del questionario inviato alle banche:
SCELTE FINANZIARIE
* Da un punto di vista territoriale operate su base locale o nazionale?
* Quali imprese privilegiate: le piccole, le medie o le grandi?
* Ai soggetti no-profit accordate condizioni particolari? Se si', quali?
* Qual e' l'ammontare dei finanziamenti concessi a favore di associazioni, onlus, cooperative sociali e altri soggetti no-profit?
* Che percentuale rappresenta rispetto al totale dei crediti erogati?
* Avete assunto iniziative di finanza etica?
* In caso affermativo sulla base di quali criteri operate?
AMBIENTE
* Prima di concedere prestiti alle imprese tenete conto del loro comportamento ambientale?
* In caso affermativo quali parametri utilizzate?
* Eseguite valutazioni di impatto ambientale dei progetti da finanziare?
DEBITO DEL SUD DEL MONDO
* Avete crediti sotto qualsiasi forma nei confronti di governi africani, asiatici o latino-americani? In caso affermativo di quali paesi si tratta?
* Quali interessi applicate?
ARMI
* Negli ultimi 10 anni avete concesso crediti per l'esportazione di armi?
* Avete concesso finanziamenti in Italia o all'estero per attivita' produttive finalizzate al settore bellico?
* Prima di concedere prestiti, eseguite ricerche per escludere il coinvolgimento delle imprese richiedenti con la produzione di armi o di materiale bellico?
ILLECITI
* Negli ultimi 5 anni avete riportato condanne per violazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori o altre norme attinenti alla legislazione del lavoro?
* Avete riportato condanne per abuso di posizione dominante?
* Avete subi'to condanne per pubblicita' ingannevole?
* Avete subi'to condanne per violazione della legge anti-riciclaggio?
PARADISI FISCALI
* Vi avvalete della collaborazione di societa' che hanno sede legale nei paesi classificati come paradisi fiscali?

DOCUMENTAZIONE :
Le principali Banche coinvolte nel commercio di armi (1999) sono: Banca Commerciale Italiana, Gruppo Bancario San Paolo IMI, Unicredito italiano, Barclays Bank PLC, Banca di Roma, Banca Nazionale del Lavoto, Monte dei Paschi di Siena, Credito Italiano, Banque Nationale de Paris, Arab Banking Corporation, Banca Popolare di Brescia, Cassa di Risparmio Province Lombarde, Banco do Brasil-Milano, Cassa di Risparmio di La Spezia (Fonte: Rewlazione al Parlamento del 4 gennaio 2000).
Le banche che operano in Italia sono circa 900, ma i primi 10 gruppi raccolgono, da soli, il 75% del risparmio e sono: Banca Intesa, Unicredito Italiano, Banca di Roma, San Paolo IMI, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Antoniana Popolare Veneta, Banco di Napoli, Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino, Banca Popolare di Lodi" (Fonte: elaborazione dati ABI e Mediobanca).
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