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Bolivia. Cocaleros: iniziati i blocchi stradali, gli scontri, gli arresti e un ferito
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Articolo di Donatella Poretti
14 gennaio 2003 17:12
 
E' un civile il primo ferito grave segnalato negli scontri che da ieri oppongono militari e cocaleros nella regione del Chapare (580 chilometri a sudest di La Paz). Esteban Garcia, un contadino coinvolto in disordini segnalati a Cesarzama (200 chilometri a est di Cochabamba), e' stato colpito al volto da un colpo di arma da fuoco esploso da un soldato. Per fermare un piccolo gruppo di coltivatori esasperati gli agenti hanno lanciato dapprima gas lacrimogeni, poi esploso proiettili di gomma e infine pallottole. Quando l'uomo e' caduto a terra, i suoi compagni hanno tentato di rialzarlo e fermare l'avanzata dei militari. Solo la presenza di alcuni esponenti di organizzazioni a difesa dei diritti umani ha evitato il peggio. L'agente che ha sparato, scrive oggi il quotidiano locale "Los Tiempos", "ha dimenticato ieri che viviamo in democrazia". In totale, nella sola giornata di ieri sono stati arrestati 167 cocaleros. Restano ancora parzialmente bloccate la piu' grande arteria del Paese, l'asse Cochabamba-Santa Cruz-La Paz e la Cochabamba-Oruro-La Paz. Su quest'ultima da ore transitano quasi esclusivamente mezzi delle forze dell'ordine. Da parte sua, l'esecutivo del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada ha minacciato di indire lo stato d'assedio, se le proteste non si fermeranno. "Stiamo pensando ad adottare questa misura, anche se sarebbe quella estrema", ha fatto sapere una fonte governativa.
La notizia dei manifestanti arrestati dalle forze dell'ordine -in circostanze ancora tutte da chiarire- e' stata confermata dal viceministro degli interni, José Luis Jarb, il quale ha sostenuto che i campesinos sono stati fermati perche' ritenuti responsabili di "attentato all'ordine pubblico".
Nel Tropico di Cochabamba, teatro da almeno 15 anni di scontri tra governativi e cocaleros, sono stati dislocati 7mila soldati mentre il leader dei produttori e deputato del Movimento al Socialismo (Mas), Evo Morales Ayma, ha denunciato anche la presenza di franchi tiratori. "La militarizzazione della regione e l'intervento di mercenari ci costringono a vivere in uno stato permanente di allerta", ha fatto sapere Morales. Forte del sostegno di alcuni settori di contadini del Valle e dell'Altopiano, ma anche dei coltivatori degli Yungas -dove la produzione limitata di foglia di coca e' legale- Morales ha ribadito la necessita' di apportare sostanziali modifiche alla "Legge del regime della coca e delle sostanze controllate", meglio conosciuta come Legge 1.008. Al momento, l'unico sindacato di campesinos che non ha formalizzato il proprio appoggio a Morales resta quello guidato da Felipe Quispe, alias "El Mallku".
In base a stime ufficiali, col finanziamento degli Stati Uniti negli ultimi cinque anni le forze antidroga hanno distrutto circa 60 mila ettari di piantagioni illegali di coca, durante le amministrazioni di Hugo Banzer (1997-2001) e Jorge Quiroga (2001-2002).
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