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Bomba atomica. Bisogna avere paura?
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Articolo di Redazione
11 ottobre 2017 17:27
 
 C’e’ oggi un rischio di guerra nucleare? La buona notizia, se si puo’ dire tale, e’ che si puo’ considerare che il “club nucleare” e’ oggi chiuso. Certo, poco meno di nove Stati dispongono di questa arma (contando la Corea dl Nord), ma, se si mette da parte il caso dell’Iran il cui programma e’ oggi congelato e sotto sorveglianza, i nuovi candidati all’atomica non fanno la fila. Non si conosce oggi uno che abbia la volonta’ e la capacita’ di dotarsi rapidamente di questa arma.
Tuttavia: nove, sono gia’ tanti, perche’ piu’ il numero di possessori dell’arma nucleare e’ elevato, piu’ i rischio di incidente grave aumenta. Nel frattempo le relazioni strategiche si degradano; provocazioni russe in Europa, scorribande marittime cinesi in Asia del sud-est, incidenti frontalieri tra Cina e India, tra l’India e l Pakistan,, e, inoltre, aumento di tensioni sulla penisola coreana. In questo contesto, l’evoluzione degli arsenali nucleari asiatici suscita una legittima inquietudine: quelli di Pechino, Delhi, Islamabad e Pyongyang sono ancora in una fase di “crescita” e la competizione militare infuria sul continente.
Esaminiamo i rischi nucleari uno ad uno
Il primo e’ semplicemente quello di una esplosione accidentale. E’ praticamente nullo per le potenze nucleari stabili, le cui armi sono equipaggiate con dispositivi di sicurezza perfezionati. E’ meno improbabile per degli arsenali piu’ recenti. Un’esplosione accidentale sarebbe un avvenimento grave, ma le sue conseguenze fisiche sarebbero limitate perche’ si tratterebbe senza dubbio di una esplosione parziale, oltre ad un’area urbana. In tutti i casi, non sarebbe una “Chernobyl”: contrariamente a cio’ che si potrebbe credere, un incidente nucleare militare puo’ essere meno pericoloso rispetto ad un incidente nucleare civile (per ragioni relative alle persone che ne sono coinvolte).
Il secondo e’ il rischio di terrorismo. Vera ossessione americana .soprattutto dopo l’11 settembre 2001- e’ a dir poco certamente sopravvalutato. Nessun tentativo veramente serio in questo ambito e’ mai stato rilevato. Le reti terroriste che dicono di interessarsene -come e’ stato il caso, una volta, per Al-Qaida- scoprono ben presto che l’accesso ad una quantita’ sufficiente di materiale fissile (uranio altamente arricchito o plutonio di qualita’ militare) e' una barriera quasi insormontabile. Al contrario, gli esplosivi classici e l’attentato-suicida, procedure ben rodate, danno risultati sufficientemente “efficaci”, per il risultato che si vuole ottenere. Si e’ talvolta evocata l’idea che dei terroristi entrino in possesso di un’arma nucleare pakistana, ma le testate nucleari di questo Paese sono molto piu’ sorvegliata di quanto si dica, e non e’ certo che siano utilizzabili dal gruppo che potrebbe rubarne una.
Terzo rischio possibile: la guerra nucleare “in seguito ad incidente”, cioe’ in ragione di un falso allarme (rilevamento di un attacco missilistico). Questi allarmi sono stati numerosi durante la guerra fredda, un’epoca dove i sistemi non erano cosi’ perfezionati e ridondanti come poi sono diventati. Pertanto, anche all’epoca, mai un dirigente americano o russo si e’ sentito in dovere di lanciare una risposta sulla scia di una informazione errata. Oggi, e’ generalmente necessario che l’allarme sia confermato da due tipi di mezzi differenti (che non rispondono ai medesimi principi fisici). Questi mezzi esistono ovunque.
Il rischio di una escalation a seguito di un incidente banale, e’ senza dubbio il piu’ importante. La Corea del Nord ha recentemente minacciato di testare un missile dotato di un carico nucleare al di sopra del Pacifico, in mondo che il mondo non abbia pi’ alcun dubbio sulla sua capacita’ d’azione.. e per mostrare a Donald Trump che non si fa impressionare dai suoi avvertimenti. Lo scenario di una tale prova “atmosferica” non avrebbe in se’ niente di particolarmente pericoloso sul piano fisico: ne sono stati effettuati a centinaia tra il 1945 eil 1980. I rischi ambientali sono minimi e le ricadute rapidamente disperse. Deve ancora succedere che Pyongyang proceda agli avvertimenti di rito, per evitare un impatto sul traffico aereo e marittimo.. Kim Jog-un potrebbe valutare di prendersi il rischio di una reazione americana preventiva. Altro problema potenziale: cosa accadrebbe se il missile funzionasse male e se i suoi detriti cascassero per esempio sopra il Giappone? Anche qui, nessun rischio in piu’ per la popolazione, ma un impatto simbolico immenso. Con una nuova escalation della crisi in corso.
Nel contesto attuale, si puo’ pensare ad una provocazione nordcoreana, del tipo di quelle che ci sono state nel 2010 (bombardamento della fregata sudcoreana Cheonan e colpi di artiglieria sull’isolotto conteso di Yeonpyeong…), o, ancora, all’intercettamento di un bombardiere americano in volo nello spazio aereo internazionale, ma un po’ troppo vicino alle coste nordcoreane, secondo Pyonggyang…
Questo scenario di escalation verso la soglia nucleare in seguito ad un incidente grave, e’ senza dubbio il piu’ temibile. Non esiste solo sulla penisola coreana, ma anche in Asia del Sud -altro teatro strategico che, anche se non fa parte dei grandi titoli dell’attualita’ in questo momento, e’ senza dubbio anch’esso pericoloso.
Alcuni Stati che dispongono di capacita’ nucleare si sentono piu’ stimolati nell’essere sicuri da rappresaglie. Per dimostrare questa osservazione, si puo’ ricordare quello che e’ accaduto in Usa quando le cinture di sicurezza furono rese obbligatorie; durante alcuni anni, il numero di incidenti aumento’, perche’ i conducenti si sentivano “protetti” e prendevano sottogamba i rischi! Questo e’ stato il caso del Pakistan, che penetro' in territorio indiano nel 1999, suscitando un breve scontro armato con l’India. Si puo’ dire che e’ anche il caso oggi per la Russia (in Georgia, in Ucraina…) e per la Cina (nel mare della Cina del sud…). Un incidente militare serio, o un atto di terrorismo che uno Stato riterrebbe che sia stato commissionato o facilitato da un suo vicino (come l’attacco di Bombay del 2008), potrebbe debordare in una guerra nucleare? La pratica della dissuasione dopo il 1945, mostra piuttosto che gli Stati che dispongono di questa capacita’ hanno saputo riguardarsi, giustamente per paura dell’escalation nucleare.
E’ quindi contestabile pretendere, come e’ bon ton farlo, che noi siamo passati a diverse riprese, dal 1945, “a due dita dalla catastrofe”, e che “solo la fortuna” ci ha permesso di evitare una guerra nucleare. Le vere crisi a dimensione nucleare sono state molto rare, e il comportamento dei responsabili politici e militari di fronte a questo rischio sono sono stati piuttosto marcati dalla prudenza piuttosto che l’incoscienza. Solo, puo’ darsi, la crisi di Cuba e’ stata presentata come un vero rischio di escalation nucleare. Ma essa ha anche contribuito perche’ le grandi potenze abbiano paura della guerra atomica….
L’esplosione deliberata di un’arma nucleare in qualche parte nel mondo sarebbe un avvenimento considerevole, ben lontano da uno dei piu’ importanti, quello del 1945. Questo rischio esiste, ma non bisogna essere esagerati. Se si era annunciato nel 1957, per esempio, che il tabu’ nucleare non sarebbe stato rotto nel 2017, nessuno l’avrebbe creduto… L’incidente e’ sempre possibile, ma quella che si chiama “tradizione del non-impiego” dell’arma nucleare, e’ sempre solido. Cio’ non toglie che il dibattito e’ legittimo: l’esistenza di questa arma crea piu’ rischi di quelli che previene? Essa, al momento, ha contribuito largamente -puo’ darsi in maniera decisiva- ad impedire il conflitto armato a grande scala tra due Stati dotati di questo mezzo. Si puo’ riprendere qui la metafora stradale: il rischio di incidente mortale non e’ mai inesistente quando si prende un’auto, ma e’ giustamente debole per chi apprezza i benefici di questo mezzo di trasporto…

(articolo di Bruno Tertrais, pubblicato sul settimanale Le1 del 10/10/2017)

citazione:
“Io non so se si fara’ la Terza Guerra Mondiale, ma so come si fara’ la quarta: con dei bastoni e delle pietre”.
(Albert Einstein, fisico /1879-1955)
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