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Canada: legalizzata la marijuana per uso terapeutico
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27 luglio 2001 18:13
 
E' crollato un muro! Quello dello stupido ostracismo e della negazione dell'evidenza, quello che alimentava la malavita e faceva atterrare negli aeroporti del piu' gelido entroterra i vecchi Hercules che provenivano dalle isole caraibiche con le loro pance piene di erba. Ed e' crollato nel modo migliore, col trionfo della legge e della legalita', dopo un attento e sereno confronto, durato un anno, da quando, il 31 luglio del 2000, la Corte Suprema aveva dichiarato incostituzionali le norme che impedivano in ogni modo l'uso della marijuana. Un cambiamento epocale, con un muro virtuale che crolla in modo altrettanto virtuale, senza il ricorso a violenza, galera, proclami di guerra, perche', pur se accade nel pacifico Canada dove certi ricorsi sarebbero teoricamente difficili, fa sempre un certo effetto. Perche' si percepisce come preambolo, proprio per quello che la Canadian Medical Association, criticando il provvedimento, dice essere il suo aspetto negativo: non si sa quasi nulla sugli effetti a lungo termine di questa erba sull'organismo, da sola o associata a dei farmaci. Quale migliore occasione della legalita' per sperimentare questa mancanza? Intanto sappiamo con certezza che serve a lenire i dolori di un serie di mali (sclerosi multipla, glaucoma, asma, epilessia, etc..) che altrimenti continuerebbero ad essere la dannazione di chi ne soffre; e ci sembra un buon punto di partenza, che da solo legittima la decisione che e' stata presa. Ora, mentre nel Paese la legalizzazione sta muovendo tutti gli annessi e connessi riguardo agli aspetti di produzione e distribuzione del prodotto (ditte che vincono gli appalti per la produzione, etc..), e' evidente che l'attenzione si sposta alle conseguenze che cio' avra', soprattutto nel vicino Usa che, tra politica federale e politiche dei singoli Stati, e' quanto di piu' contraddittorio ci si possa immaginare (sono otto gli Stati che si apprestano ad approvare normative simili). Senza dimenticare l'Europa dove gia' in Belgio (che non e' uno dei Paesi con la normativa piu' liberale in materia), per esempio, si e' gia' provveduto a legalizzare l'uso della marijuana per questo specifico uso. E' evidente che nella legge canadese, come in quella belga, non c'e' scritto che produzione, consumo e vendita sono consentiti anche per uso ricreativo, ma il fatto stesso di dover aver a che fare con una sostanza che non e' illegale, e' gia' di per se' positivo: la serenita' del confronto dovrebbe solo in parte essere incrinata da tutto cio' che abitualmente l'illegalita' di sostanze di questo tipo si porta dietro. E non e' poco, perche' anzi e' proprio il primo passo per quella separazione di mercati che allontanerebbe i consumatori di marijuana dal contatto con gli spacciatori di droghe pesanti e che creano dipendenza. Al G8 di Genova, i capi di Governo sicuramente non hanno parlato di questo problema, anche se il Canada era ben rappresentato, ma visto che il prossimo vertice si terra' proprio in Canada, non sarebbe da marziani pensare gia' da ora ad una mobilitazione mondiale che' i rappresentati di quel Paese ponessero anche questo problema, cosi' anomalmente da loro affrontato rispetto agli altri e che, anche solo per questo, potrebbe essere materia di discussione alla luce dei primi risultati. Come al solito le alternative sono quelle di porre i problemi, di analizzare i danni dei divieti e delle punizioni, di contare i morti, i feriti e i danni alle persone e alle cose e al buon diritto. E proprio per non continuare cosi', facciamo tesoro dell'intraprendenza e del coraggio dei legislatori canadesi, e cerchiamo di canadizzare i nostri Paesi e i suoi abitanti.
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