Ciao Claudia e Pietro, siete due bambine bellissime e istruite. Ho pensato che sareste adatte per essere premiate come sorelle da indicare come esempio a tutte le bambine della vostra scuola.
Cosa non torna in questa frase?
Siamo abituati a chiamare fratelli, tra di loro, i figli della stessa mamma. Indipendentemente dal loro sesso. Cioé: se si tratta di una figlia e di un figlio, tra di loro sono fratelli; se si tratta di due figli sono sempre fratelli; se si tratta di due figlie, sono sorelle.
In epoca di giusta revisione culturale e linguistica per rimediare ai danni della prevalenza del genere maschile, cacofonia (dominante) permettendo, ci stiamo abituando a parole conosciute come maschili che sono declinate al femminile, per esempio: sindaca, avvocata, ministra, chirurga, architetta.
Perché questo non succede con “fratelli” e “sorelle” e, per esempio (tra i tanti) con “amici” e “amiche”?
Claudia e Pietro (Moretti di cognome) hanno la stessa mamma * e l’altro giorno, ho esclamato “ciao, sorelle Moretti”. Mi hanno guardato con sorpresa ricordandomi di essere un maschio e una femmina, quindi fratelli e non sorelle… ed io: vi devo chiamare fratelli Moretti, perché non sorelle Moretti? Perché nel gruppo deve prevalere il genere maschile su quello femminile e, tra l’altro, non sarebbe neanche giustificabile con la cacofonia? Le parole sono diverse e, nell’uso corrente che ne facciamo, il maschile al plurale (fratelli) è abitualmente considerato valido sia per più maschi che per due o un gruppo di maschi e femmine.
La stessa abitudine vale per l’uso della parola amici e amiche, ma è innegabile che il problema della prevalenza maschile si evidenza di più - per la loro totale differenza etimologica - per le parole “fratelli” e “sorelle”.
Se qualcuna/o aveva un dubbio sulla prevalenza del maschile non solo linguistica ma anche culturale, questa è occasione per agire.
Passiamo volentieri, e con interesse, il testimone a chi, non politicamente, sarebbe più adusa/o a questo tipo di nuove elaborazioni linguistiche e culturali.
* vale anche se fosse lo stesso babbo
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