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Fondo Vegagest Europa Immobiliare 1: arrivano i rimborsi di Poste Italiane, ma non per tutti. Aduc assiste i portatori di quote
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Articolo di Giuseppe D'Orta
10 settembre 2018 10:26
 
 La travagliata storia del Fondo Vegagest Europa Immobiliare 1 sta per volgere al termine, almeno per i possessori delle quote. Dopo il pagamento, lo scorso 20 giugno, dell'ultimo riparto di 204,691 euro,  dimezzato rispetto alle previsioni, le Poste non potevano certo attendere gli esiti delle verifiche fiscali e degli eventuali successivi ricorsi. A giorni sarà quindi lanciata l'iniziativa di ristoro già annunciata ma rimasta in sospeso per via delle recenti vicende che hanno interessato Vegagest Sgr. L'intervento, come spiegato da Poste Italiane, ricalcherà quanto avvenuto ad inizio dello scorso anno per il Fondo Real Invest Security. Possiamo quindi iniziare col fornire le principali condizioni, ricordando che quelle definitive saranno comunicate a breve dalle Poste.

Nel corso della sua complicata esistenza, Europa Immobiliare 1 ha erogato, tra proventi (si fa per dire) e rimborsi di capitale un totale di 1.622,69 euro per ogni quota, sottoscritta in origine a 2.500,00 euro. Una perdita del 35,09%, senza tenere conto delle ritenute fiscali. Non solo: se il fondo avesse rispettato il proprio obiettivo di rendimento pari al 7% annuo composto, una quota da 2.500 euro sarebbe arrivata a valere dopo dieci anni (e non oltre tredici) ben 4.917,88 euro (in realtà un po' meno, perché nel tempo ci sarebbero stati rimborsi di capitale).

Interessati all'iniziativa.

L'iniziativa riguarderà esclusivamente i clienti delle Poste che hanno sottoscritto quote del Fondo nella fase di collocamento iniziale nel 2004 e le hanno mantenute continuativamente in tutto o in parte, sino alla data del 31 dicembre 2017 presso Poste Italiane. Sono inclusi coloro i quali hanno ereditato le quote, a patto che le abbiano tenute presso le Poste.

Sono di conseguenza escluse le quote del Fondo comprate non in collocamento bensì sul mercato, anche se tramite Poste Italiane, come anche le quote vendute prima della scadenza e le quote trasferite presso altri intermediari. A tal proposito, a niente vale l'eventuale ritorno presso le Poste perché la permanenze deve essere stata continuativa.

Come si articolerà l'iniziativa.

Ai clienti che al 31 dicembre 2017 avevano un’età pari o superiore a 80 anni, per ogni quota posseduta verrà liquidato in contanti, sul conto corrente o libretto di regolamento collegato al deposito titoli, l'importo di 877,31 euro.

Ai clienti che al 31 dicembre 2017 avevano un’età inferiore a 80 anni viene concessa la facoltà di ottenere la medesima cifra di 877,31 euro per ogni quota ma dopo cinque anni, alla scadenza di una specifica polizza di Ramo I di Poste Vita da sottoscrivere versando l'importo erogato dal Fondo il 20 giugno. Le  Poste aggiungeranno la differenza che consentirà alla scadenza di ottenere, per ciascuna quota del Fondo, almeno 877,31 euro oltre i 204,691 euro versati dal cliente, ed anche gli eventuali guadagni extra della polizza.

In caso di depositi titoli cointestati, ciascun intestatario può decidere di aderire all’Iniziativa in modo autonomo rispetto agli altri cointestatari per la quota parte di propria spettanza, cioè ripartendo il numero totale delle quote tra il numero totale degli intestatari del rapporto.

Sarà prevista anche una valutazione separata per situazioni particolarmente disagiate (economiche e/o di salute), con modalità da definire.

Per gli esclusi dall'iniziativa delle Poste, come anche per chi non desidera accettare la soluzione proposta, Aduc mette a disposizione il proprio servizio di consulenza per ricorrere all'Arbitro per le Controversie Finanziarie presso la Consob. Gli interessati possono compilare la form a questo indirizzo. Verranno poi contattati per approfondire.
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