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Francia. Evoluzione e chiusure nei confronti della cannabis e altre droghe
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Articolo di Rosa a Marca
18 gennaio 2002 17:28
 
Sul problema della droga, si allarga il solco tra la societa' francese e i poteri pubblici, oltre che con una buona parte dei politici.
Se la societa' civile riconosce che anche l'alcool e' una droga, che la presa in carico sanitaria dei consumatori sia preferibile alla loro criminalizzazione, che proibire non porta a niente e che la distribuzione controllata di eroina non dovrebbe piu' essere un tabu', i politici per lo piu' tacciono o restano sulle vecchie posizioni proibizioniste, sancite dalla vecchia legge sugli stupefacenti del 1970.

SOCIETA' CIVILE
L'atteggiamento piu' tollerante della popolazione, in particolare rispetto alla cannabis, e' emerso chiaramente in ampi sondaggi svolti negli ultimi due anni. Quest'evoluzione potrebbe dipendere dal fatto che i francesi consumano abbondantemente droghe legali: infatti sono i piu' forti bevitori d'alcol al mondo, continuano a fumare sigarette e divorano gli psicofarmaci arrivati in farmacia negli anni 90.

GIUSTIZIA
Chi vuole fumarsi uno spinello, e' bene che lo faccia a Nizza e non a Versailles, a Parigi piuttosto che a Perpignan. Motivo? Perche' in questa materia la politica penale varia molto da una Procura all'altra. A Parigi, per esempio, chi finisce al commissariato per un po' di droga deve rispondere a numerose domande, non solo sulle sostanze illecite, ma anche sull'uso di alcol e farmaci. A quel punto i poliziotti telefonano al sostituto procuratore i risultati del questionario, e questi decide del suo futuro giudiziario. Scopo della nuova prassi e' di individuare quali consumatori sono da avviare ai centri di recupero e non in galera.

POLITICI
E Lionel Jospin come la pensa? Non e' dato sapere.
Lui non si pronuncia, lascia al suo ministro della Sanita', Bernard Kouchner, il ruolo di agitatore di una politica innovativa sulle droghe. L'unica cosa che potrebbe indurre il primo ministro a pronunciarsi sarebbe se il presidente Jacques Chirac, lo scavalcasse su posizioni piu' aperte durante la prossima campagna per le presidenziali.

A proposito di elezioni, il quotidiano Liberation ha interpellato quattordici pretendenti e due probabili candidati all'Eliseo. "Signori candidati, ritenete necessario modificare la legge sulle droghe? E quale e' il vostro orientamento? "
Olivier Besancenot Ligue Communiste revolutionnaire: "Depenalizzare tutte le droghe"
Arlette Laguiller Lutte ouvriere: "Non c'e bisogno di paradisi artificiali"
Robert Hue Parti communiste: "Aiutare i consumatori"
Jean-Pierre Chevenement Mouvement des citoyens: "Non e' necessario cambiare la legge"
Christiane Taubira Parti radicaux de gauche: "L'espressione di una mancanza"
Le Parti socialiste: "Distinguere traffico e consumo"
Noel Mamere Les Verts: "Meno danni dell'alcool"
Antoine Waechter Mouvement ecologistes independant: "Il contagio parte dalla scuola"
Corinne Lepage Cap 21: "Regna la piu' grande ingiustizia"
Brice Lalonde Generation ecologie: "Favorevole all'indulgenza"
Alain Madelin Democratie liberale: "Le incoerenze dei repressori"
Francois Bayrou UDF: "Battersi contro il consumo"
Le RPR: "Jacques Chirac e' sempre stato ostile"
Christine Boutin ex UDF: "Una forma di alienazione"
Bruno Megret Mouvement national republicain: "Occorre preservare alcuni valori"
Jean-Marie Le Pen Front National: "Un lasciapassare verso le droghe pesanti"
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