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La geopolitica del fentanyl
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Articolo di Redazione
19 novembre 2023 19:27
 
Sembra che l'epidemia di fentanyl, in linea di principio, non colpisca troppo l’Europa, ma si stanno verificando circostanze che potrebbero far sì che la colpisca pienamente.

Non è passato molto tempo da quando ho sentito parlare per la prima volta del fentanyl. È stato su Twitter che hanno cominciato ad apparire video critici nei confronti dell'attuale società nordamericana, in cui si vedevano veri e propri eserciti di zombie vagare per le strade di Los Angeles o Filadelfia. I titoli dei giornali parlavano di una nuova droga sintetica, il fentanyl, che stava seminando il caos nella società nordamericana, e la additavano come paradigma del suo declino.

Ho cominciato a incuriosirmi per questo oppioide sintetico che crea dipendenza e a leggere quanto avevo tra le mani, che non era nemmeno molto.
Sulla stampa nazionale spiccano diverse interviste alla dottoressa Cristina Rabadán, una scienziata della Mancia che ha lavorato per tutta la vita per il Dipartimento della Salute nordamericano e il cui figlio morì per overdose di ketamina adulterata con fentanil. Perché, a quanto pare, essendo il fentanyl molto più economico dell’eroina, spesso i trafficanti la adulterano con questa sostanza, che è cinquanta volte più potente dell’eroina stessa e, quindi, difficile da dosare correttamente, soprattutto da parte dei narcotrafficanti inesperti.

Il dottor Rabadán ne ha anche criticato l'utilizzo da parte dei servizi sanitari, dato la grande dipendenza che provoca, poiché si dice che i primi tossicodipendenti ne diventassero dipendenti durante la degenza ospedaliera.

Non molto tempo fa abbiamo anche potuto vedere una registrazione in cui un attivista "antifa" bianco, che passeggiava di notte con la sua ragazza per le strade di New York, è stato assassinato, paradossalmente, da un afroamericano immerso nel fentanyl fino agli occhi. 

La situazione comincia a essere preoccupante negli Stati Uniti, al punto che l’amministrazione Biden accusa la Cina e annuncia sanzioni contro venticinque aziende di origine cinese, presumibilmente coinvolte nella produzione di sostanze chimiche utilizzate per la produzione clandestina di fentanil.

Anche il presidente messicano López Obrador ha chiesto aiuto alla Cina per fermare questo flusso di fentanyl che, secondo le autorità nordamericane, è prodotto principalmente in Messico e Canada dalle mafie messicana e canadese della Triade cinese.

Per le autorità cinesi, la crisi del fentanyl ha le sue radici negli stessi Stati Uniti e queste sanzioni fanno parte dell’attuale confronto commerciale, militare e geopolitico tra queste due potenze.

Questa situazione ricorda quanto accaduto, nel secondo e terzo decennio del XIX secolo, proprio in Cina. Di fronte al rifiuto dell’Impero Centrale di aprire il proprio territorio al commercio estero, i mercanti inglesi e nordamericani ricorsero al contrabbando. Come racconta Jean Chesneaux, acquistarono tè cinese in cambio di oppio coltivato nel Bengala dalla Compagnia britannica delle Indie Orientali. La confisca dell'oppio inglese da parte del viceré di Canton fu il pretesto utilizzato dall'Inghilterra per attaccare la Cina in quella che sarebbe stata la Prima Guerra dell'Oppio e imporre, con il Trattato di Nanchino, l'apertura di cinque porti, nonché la cessione di Hong Kong.

Il periodo compreso tra il 1839 e la proclamazione della Repubblica popolare nel 1949 è quello che i cinesi chiamano il "secolo dell'umiliazione", in cui l'ex impero centrale fu sottomesso alle grandi potenze europee, Giappone e Cina, e agli Stati Uniti. Ecco perché molti cinesi pensano che i paesi occidentali meritino di essere puniti per i crimini dei loro antenati, e c'è chi sostiene che con il fentanyl la Cina stia pagando con la stessa moneta, in quello che diventerebbe un nuovo episodio di questa guerra ibrida.

Gli Usa hanno svolto un ruolo minore nel commercio dell’oppio del XIX secolo, ma oggi i cinesi li considerano colpevoli come qualsiasi altro imperialista occidentale.

Al momento sembra che questa epidemia, in linea di principio, non colpisca troppo l’Europa, ma si stanno verificando due circostanze che potrebbero far sì che la colpisca pienamente. La prima è il divieto dei talebani alla coltivazione del papavero e alla distruzione delle piantagioni, che faranno diminuire l'offerta di oppiacei e questi dovranno essere sostituiti con oppioidi sintetici, come il fentanyl.

D’altro canto, la rottura in Bolivia tra Evo Morales, difensore dei coltivatori di coca, e il presidente Luis Arce, favorevole alla limitazione della produzione, potrebbe portare anche a una riduzione dell’offerta di cocaina.

In queste circostanze bisogna prepararsi alla possibilità di ritornare agli anni Ottanta del secolo scorso, anni di maggiore virulenza del "cavallo" (ndr ketamina), ma con la differenza che ora il fentanyl è molto più forte e crea molta più dipendenza.

(Gaspar Méndez, economista e storico, su El Diario de Léon del 18/11/2023)

 
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