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Investire Informati o "investi e poi informati"? Ovvero il prezzo delle obbligazioni legate all’inflazione…
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20 settembre 2005 0:00
 
C’e’ una tipologia di domande che arrivano al nostro servizio che ci sconforta. Sono quelle del tipo “Ho fatto questo investimento, mi spiegate come funziona?.
Ecco un esempio:

Oggi 12-09-05 ho deciso di comprare due OATEI LUG20 EUR 2,25: uno sul mio conto corrente di Fineco e dopo effettuata l'operazione sono sceso in centro e ho comprato la stessa obbligazione alla Popolare di Novara sul conto di mia madre.
Ho fissato il prezzo limite a 114,24 su Fineco alle 12,45, e dopo poco mi dava l'eseguito.
Ho fatto la stampata della pagina e sono andato alla Popolare di Novara.
Anche dopo questo breve periodo di tempo la quotazione che vedeva l'impiegato era pressapoco la stessa 114,24.
Dico di procedere ma l'impiegato dopo una telefonata mi dice che deve fissare il prezzo a 119,1.
Chiedo se e’ il ricarico della banca, ma mi dice di no, si conta l'indicizzazione da quando e’ stato quotato.
Veramente non so se ha detto proprio cosi', probabilmente mi ha spiegato in maniera precisa del perche’ di questo 4,2% in piu', ma non ho capito.
Ho proceduto lo stesso all'acquisto per il fatto che la stampata di Fineco nel dettaglio quotazione evidenziava varie voci tra cui:
Prezzo Tel quel denaro 118,7709
Prezzo Tel quel lettera 119,2394
Mi potete spiegare il motivo per cui con Fineco il prezzo di eseguito e' 114,24 e il valore di carico 5.712
Sul conto della Novara il prezzo di eseguito e' 119,1 ma non so ancora il valore di carico.
Altra curiosita' in questi titoli indicizzati il prezzo di rimborso non e' quello che indica Fineco 100, ma se non ho capito male, il prezzo alla scadenza e' un prezzo che conteggia la rivalutazione del capitale sull'inflazione e quindi non e' valutabile al momento.


Le domande che pone questo lettore sono molto interessanti. Anzi, lo ringraziamo (come ringraziamo tutti i lettori che ci pongono domande intelligenti) perche’ ci da' modo di parlare di un argomento poco noto che sicuramente puo’ servire a molti.
Al tempo stesso, domande di questo tipo ci lasciano un po’ sconfortati. A cosa serve, nel caso concreto, la nostra risposta se ormai l’investitore ha gia’ acquistato il titolo?
Come si fa ad acquistare un titolo non conoscendo, non dico i dettagli dello stesso, ma almeno come verra’ calcolato il rimborso? Evidentemente il lettore ha sentito dire che le obbligazioni legate all’inflazione sono una buona alternativa (ed in effetti sono titoli interessanti, anche se ai prezzi attuali il discorso e’ un po’ complesso…) ed ha deciso di comprarle senza sapere assolutamente nulla. Questo e’ esattamente quello che non si deve fare.
Abbiamo chiamato questo spazio del sito “Aduc-Investire Informati” e non “Aduc-Investi e poi informati”. Eppure la maggiorparte delle domande riguardano investimenti gia’ fatti.
Speriamo che, prima o poi, gli utenti di questo sito imparino a “sfruttare” i nostri professionisti in modo piu’ proficuo, per investimenti da fare in futuro e non per cose che hanno gia’ fatto.

Il prezzo delle obbligazioni legate all’inflazione
Fatta questa premessa, veniamo alla risposta al lettore (piu’ che altro per gli altri lettori…).
Diverse obbligazioni legate all’inflazione come gli OATi francesi o i BTPi italiani rimborsano a scadenza non il valore nominale del titolo, ma il valore reale, ovvero il valore nominale rivalutato per il coefficiente di inflazione del periodo.
Da questo meccanismo deriva il problema del prezzo “finito” (o prezzo “effettivo”) di queste obbligazioni.
Per comprendere meglio il meccanismo facciamo l’esempio del rateo.
Acquistando una qualsiasi obbligazione che stacca le cedole abbiamo il cosi’ detto “prezzo secco” e “prezzo tel quel”. Il prezzo secco esprime il prezzo di mercato di quella obbligazione, il prezzo tel quel e’ costituito dal prezzo secco piu’ la quota parte della cedola che e’ gia’ maturata ma non ancora distribuita. La nuova cedola verra’ interamente versata al nuovo acquirente dell’obbligazione, ma una quota parte di quella cedola e’ di competenza del venditore.
Una cosa simile accade per le obbligazioni legate all’inflazione. Queste obbligazioni, infatti, oltre alla cedola (calcolata non sul valore nominale, ma sul valore nominale rivalutato) a scadenza daranno una sorta di maxi-cedola in base all’andamento dell’inflazione. Quindi per calcolare il prezzo effettivo del titolo si deve considerare il prezzo secco (che e’ quello che il nostro cliente ha visto sulla sua banca on-line), il rateo della cedola in corso e il “rateo” dovuto alla “maxi-cedola”, ovvero la parte di rivalutazione del valore nominale che il nuovo acquirente ricevera’ a scadenza, ma che era di competenza del venditore. Per questo, ogni giorno, viene calcolato un coefficiente moltiplicativo che serve a determinare la quota parte di rivalutazione del titolo gia’ maturata.
Ecco spiegato il mistero di quel 4,2% di cui parla il lettore.
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