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L’irriverente parte da Firenze per dire: non fidatevi del signor minestra riscaldata
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Articolo di Vincenzo Donvito
16 ottobre 2017 8:08
 
 Grande tripudio (cosi’ come ci dicono i media) a Firenze per l’avvento dell’ad della Apple, Tim Cook che avrebbe “come una rockstar, conquistato gli studenti” (1). Sicuramente un personaggio di quella che hanno chiamato la nuova economia (2). E nonostante sia stato contornato da alcuni personaggi della politica e dell’imprenditoria, abbia girellato per la citta’ salutando chi lo riconosceva, fatto aprire al desco gastronomico luoghi deputati alla bellezza artistica… non siamo riusciti ad entusiasmarci. Ma coinvolgerci si’.
E mai cognome fu azzeccato come quello del nostro Tim, succeduto al ragazzo del garage Steve Jobs: Cook. Che, tradotto, e’ il verbo cucinare. Tim Cucinare, quindi. Bruttino. Crediamo sia meglio: Tim Minestra Riscaldata, come quei nomi composti e specchio dei comportamenti, tipici della cultura degli indiani d’America.
Cognome azzeccato, dicevamo. Perche’ la sua industria, che sicuramente produce prodotti di qualita’ e che vengono fatti pagare uno stonfo anche per il marchio che portano, e’ lo specchio del nostro tempo, quello dei rifiuti e dell’esaurimento delle risorse primarie. Cioe’ ci propone prodotti presunti innovatori che, per far loro guadagnare di piu’, contribuiscono alla distruzione dell’ambiente. Il maggiore prodotto di questa azienda, iPhone, se vi viene in mente di comprarlo (anche per una scelta di status-symbol), quando finisce la batteria, dovete buttarlo via. Tutti gli iPhonisti lo sanno e se ne fregano. Altri non lo sanno e, visti i prezzi praticati dalla casa di Cupertino, si rivolgono verso altri prodotti simili e tutti con batteria ricambiabile. Pochi lo sanno e, per il momento, si limitano solo a fargli maramao. La responsabilita’ del successo di questo oggetto, quindi, non e’ solo nella capacita’ di chi lo produce e lo commercializza badando solo al proprio guadagno (e neanche a quello dei loro figli -3), ma anche perche’ ci sono i consumatori che lo tripudiano.
La stella Minestra Riscaldata che ha girato col naso all’insu’ tra Palazzo Vecchio e piazza del Duomo, quindi, e’ uno dei principali responsabili della distruzione del nostro ambiente e delle nostre tasche (4), anche se non ci ha risparmiato di posizioni politiche in sentore anti-Trump (molto di moda -1), “forse” dimenticando che e’ proprio lui che sta contribuendo alle politiche anti-ambiente del suo presidente.
Siamo sicuri che questo aspetto non e’ emerso negli incontri fiorentini. Invece, abbiamo letto: frasi lapidarie di quelle che sembra facciano la storia, e che tanto aprono lo spirito dei suoi auditori che cercano di mettere in saccoccia e portare a casa.
Siamo, oltre che irriverenti, i soliti desueti anticapitalisti? Non proprio. Anzi. Siccome crediamo che la capitalizzazione individuale di lavoro e creativita’ siano il motore principale di un’economia, ci sentiremmo bischeri a dimenticare l’iPhone che il nostro amico ha comprato alla sua figliola e che, quando alla ragazza le diciamo della batteria, ci guarda come fossimo un marziano.
C’e’ tanto da lavorare sui consumatori, su quelli giovani soprattutto. Ci diamo da fare. Qualcuno, di quelli alla bisogna, vuol lavorare su produttori e norme?

1 – quotidiano La Repubblica
2 - e che qualcuno ha sottolineato si tratti di un nuovo feudalesimo, anche se porta la felpa di moda
3 - visto che la ricaduta dell’inquinamento nel tempo breve, riguardera’ tutti, anche se come al solito un po’ meno i ricchi e i loro figli, a meno che non si ribellino a babbi e mamme…
4 - L’industria tecnologica genera da sola 41 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno, secondo un’indagine del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Tra il 60 e il 90% cade nelle mani di bande organizzate che li scarica o commercializza illegalmente. Oltre al Ghana, Paesi come India e Pakistan sono luoghi in cui giungono computer, televisori e telefonini scartati quando arrivano i nuovi oggetti per le vendite, perche’ noi siamo stupidi e perche’ una settimana di prezzi pazzi in un grande magazzino e’ un’opportunita’ che non si puo’ perdere. Tutto si fa per l’ultimo modello. (tratto dall’articolo “Programmato per scadere” edito sul web della nostra associazione)
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