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Israele. Uno studente su venti "fuma", ma e' allarme
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Articolo di Alessandro Garzi
6 settembre 2001 17:57
 
Un articolo del Jerusalem Post esprime la propria preoccupazione per il crescente numero di adolescenti che fa uso di droghe. Nel 1989, infatti, solo l'1.5% degli studenti faceva uso di droghe. Nel 1998, la percentuale era salita al 5.3%, limitatamente alla marijuana, si arrivava al 5.1%, "senza differenza -spiegano i responsabili- che si tratti di scuole religiose e non". Per fare un raffronto, si deve considerare che, tra gli studenti americani all'ultimo anno delle superiori, l'uso di sostanze illegali si aggira attorno al 40%, con un uso di eroina tra il 2% e il 12%, e di marijuana del 37%.
Per Rahel Bar Hamburger, responsabile dell'Antidroga israeliana, non ci sono ragioni evidenti che giustifichino un numero cosi' basso di consumatori di droghe varie nelle scuole. Anche se, il problema sta aumentando di dimensione, ed e' in crescita tra coloro che vanno via da scuola, quando il consumo di marijuana tocca quasi il 28%.
Quindi, rispetto ad altre situazioni (pensiamo al nuovo "boom" dell'eroina in Gran Bretagna, o al consumo di crack negli Usa negli anni '80), si tratta di una problematica assolutamente marginale (specialmente rispetto ad altre problematiche di Israele). C'e' qualcuno che puo' ingigantirla? Forse il giornalista non potra' arrivare a tanto, ma ci prova. Il metodo e' quello usato anche da noi durante tutti gli anni '80: la droga fa male e basta.
Per portarlo avanti si usano diversi "punti fermi":
1) Storia dell'adolescente "tipo" (alla quale non crede piu' neanche il nostro ministro della Salute Girolamo Sirchia): Un adolescente viene convinto "dagli amici piu' grandi" a fumare una canna. Quando fuma si diverte, poi una canna non basta piu' eccetera. Dopo poco e' un eroinomane incallito. Ma riesce ad "uscire dal tunnel" e ad "amare la vita"
2) Avviso del medico e del poliziotto di turno: "chi fuma una canna, ha il rischio di finire nel giro dell'eroina", che e' un po' come dire che "chi viaggia da Piacenza a Milano corre il rischio di arrivare a Copenaghen", mentre la cannabis, si avverte che puo' portare chissa' quali danni fisici. Anche se, la Hamburger avverte che "prima che la marijuana porti alla dipendenza, la si deve fumare per almeno dieci anni".
3) Attacco ai modelli portati dalla TV, specialmente quelli giovanili che portano avanti un'immagine positiva della droga. Se sono gli stessi che porta avanti la TV italiana, possono stare tranquilli: praticamente la droga non esiste, e se in TV si sente dire "canna", si parla di pesca.
4) Storie di consumatori abituali, che parlano del perche' fumano, come fanno, quali posti frequentano, quali sono le sostanze migliori, dove le si possono trovare: cose che sono piu' utili al potenziale tossicodipendente (che l'articolista non vuole favorire) di una guida Michelin al potenziale turista.
Tutto questo, in un Paese che ha il 5.1% di consumatori di marijuana tra gli studenti adolescenti, vale dire che nella canonica classe di 20 persone uno fa uso di marijuana, ed e' ancora piu' raro il consumo di ecstasy e di droghe pesanti.
Almeno, da quello che ci dice il Jerusalem Post.
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